19

3.1K 105 7
                                    

Fu un violento colpo al cuore. Una volta uscita dal locale non mi resi conto di niente, neppure di aver rigettato sull'asfalto tutto quello che avevo bevuto. Elizabeth mi fu accanto e mi aiutò a rimettermi in piedi.
<< Che è successo?>> esclamò Michael venendo verso di noi e guardandomi con uno sguardo che trasmetteva soltanto dolore. Non avevo la forza di parlare così Elizabeth gli spiegò quello che era successo per me. Michael rimase senza parole, poi venne verso di me e mi abbracciò forte. Avevo soltanto bisogno di sparire, di adarmene.
<< Voglio andare a casa>> dissi seria, restando comunque tra le braccia del mio amico.
<< Ti accompagno a casa?>> mi chiese Michael guardandomi negli occhi, ed io annuii. Elizabeth si avvicinò a noi e si rivolse a me a bassa voce.
<< Posso restare con te?>> mi chiese guardando prima me e poi Michael. Non sapevo che cosa rispondere. Avevo bisogno di stare sola ma al tempo stesso sentivo il desiderio di restare con lei il più possibile. La guardai in quei suoi bellissimi occhi azzurri ed annuii.
<< Va bene. Certo>> risposi restando accanto a Michael. Il ragazzo non proferì parola, si limitò a restare al mio fianco. Lo sentii strano e teso, troppo teso.
Quando mi accompagnò a casa notai che le luci erano spente. Era troppo. I miei erano usciti?
<< Sono già a letto?>> chiese Michael notando le tapparelle abbassate.
<< Non ne ho idea Michi>> risposi ad occhi chiusi. Lo sentii sospirare piano. Scesi dalla macchina ed Elizabeth mi seguì in silenzio.
<< Grazie Michi, di tutto>> dissi sorridendo al mio amico, e lui mi diede un leggero bacio sulla guancia. Non fece alcuna domanda ad Elizabeth, ne' come sarebbe tornata a casa e nemmeno fosse rimasta davvero con me, in casa. Mi voltai e sentii Michael ripartire, poi pensai che in effetti Elizabeth non era stata chiara. Pensavo che volesse soltanto accompagnarmi a casa, ma era scesa anche lei dall'auto ed era rimasta con me. Non volevo ferirla così le chiesi se volesse entrare.
<< Se non disturbo>> disse abbassando lo sguardo.
<< No, figurati. Penso che i miei siano usciti. Vieni pure>> risposi cercando le chiavi di casa nella borsa. Dopo aver aperto il cancello e la porta di casa, entrai. Notai un biglietto scritto a mano sul marmetto dell'ingresso. Mamma mi aveva scritto che lei e papà erano usciti per bere qualcosa con dei colleghi, e non sapevano a che ora sarebbero tornati. Era ufficialmente arrabbiata con me.
<< Vuoi qualcosa da bere?>> chiesi ad Elizabeth con voce bassa, spenta, ma lei scosse la testa.
<< No, grazie. Ti chiedo solo se posso usare il bagno>> chiese sorridendo.
<< Ma certo. È qui>> dissi accompagnandola al bagno e accendendo la luce della stanza. Lei mi ringraziò ed entró, così la lasciai a tranquilla e mi rifiutai in cucina per bere un po' d'acqua. Avevo un orribile sapore in bocca, così dopo aver bevuto un po' salii al piano di sopra e mi lavai il viso e i denti nell'altro bagno, quello accanto alla camera dei miei. Quando tornai giù trovai Elizabeth in piedi accanto alla cucina. Andai verso di lei e le sorrisi, ma ero così stanca.
<< I tuoi sono a letto?>> chiese parlando a bassa voce. Scossi la testa e le mostrai il biglietto che avevo messo in tasca. Lei lo lesse e mi guardò negli occhi , preoccupata.
<< Mia madre è arrabbiata con me>> dissi abbassando lo sguardo.
<< Non passo molto tempo con lei in questo periodo>> aggiunsi poi.
<< Forse è anche un po' colpa mia>> disse lei. La guardai negli occhi azzurri.
<< No, non hai colpe>> dissi muovendomi per raggiungere il salotto. Lei mi seguì ed io mi sedetti sul divano, portando le mani al volto. Ero distrutta.
<< È finita tra me e lui. È tutto finito>> sussurrai iniziando a piangere. Elizabeth si sedette accanto a me e strinse delicatamente le mie mani tra le sue. Poi avvertii il tocco delle sue dita tra i miei capelli. Poi le portò al mio mento sollevandomelo affinché la guardassi negli occhi.
<< Quel ragazzo è un cretino. Ha perso una persona meravigliosa>> disse facendomi sorridere tra le lacrime. Scossi comunque la testa in preda alla confusione. Non mi era rimasto più niente, non mi fidavo neppure più delle persone. L'unica cosa che mi restava era il nulla.
<< Non ho più niente>> esclamai continuando a piangere. Elizabeth mi carezzò il collo, lentamente.
<< Non è vero. Hai me>> disse. Tornai a guardarla e lei si avvicinò a me. Mi baciò sulle labbra, facendomi tremare. Quando si staccò da me piansi ancora più forte.
<< Scusa>> disse lei scossa, la voce che tremava, ma la attirai a me e la baciai di nuovo. Le sue mani mi accarezzano il viso, il collo, i capelli. Mi sentii in pace. Lei mi stava aiutando a non crollare, a non morire.
<< Resta qui con me stanotte>> la implorai. Lei annuì sorridendo, abbracciandomi. Era vero, mi era rimasta soltanto lei.
Lentamente ci alzammo dal divano, e dopo aver chiuso a chiave la porta di casa e spento le luci la accompagni al piano di sopra, in camera mia. Non mi spogliai neppure, mi tolsi soltanto le scarpe. Elizabeth fece lo stesso, poi mi stesi sul letto e lei accanto a me. La coprii con il lenzuolo, lei mi strinse a se e appoggió il mento sulla mia spalla. Piansi, non riuscii a smettere di piangere. Elizabeth non mi lasciò mai andare, stretta a me finché non caddi in un sonno pieno di incubi.

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora