46

1.2K 56 3
                                    

Il giorno del mio orale mi svegliai stranamente tranquilla. Non pensai che fosse un male, in fin dei conti avevo studiato tanto e mi ero preparata abbastanza bene, ero pronta e sapevo che sarebbe andata bene.
Non dovevo e non volevo più pensare in negativo. Dopo tanto tempo credevo nelle mie capacità, e penso fosse anche merito di Elizabeth.
Durante l'anno scolastico lei mi aveva trasmesso forza e sicurezza, mi aveva aiutato a studiare trasmettendomi il suo metodo ed aiutandomi a superare le mie lacune in certe materie. Era davvero brava e ammiravo tanto la sua intelligenza.

Quella mattina mi alzai da letto e la cercavi. La trovai in bagno, si stava sistemando i capelli dopo essersi fatta la doccia. Entrai nella stanza e la raggiunsi. Lei era di fronte allo specchio. Il mio volto si unì al suo nel riflesso, e lei sorrise, adagiando le mani sulle mie dopo che avevo a volte sui fianchi con le braccia. Appoggiai la guancia sulla sua spalla e chiusi gli occhi, cullata dalla sua presenza.

<<Sei pronta piccola?>> mi chiese Elizabeth accarezzando le dita delle mani.
<< Si amore. Sono pronta>> risposi sicura di me.
Ero pronta davvero.

Quando arrivammo a scuola erano le otto della mattina. Accanto all'aula che avrebbe ospitato la commissione, vidi tre o quattro dei miei compagni che dovano affrontare con me l'orale quello stesso giorno. Erano le persone che non mi avevano mai rivolto niente contro, a parte Phil e Michael. Quando vidi il mio amico seduto a terra gambe incrociate con un quaderno di appunti sulle gambe sussultai, ma Elizabeth prese la mia mano e mi trasmise tranquillità.
Non avevo idea che Michael dovesse sostenere esame lo stesso giorno in cui dovevo farlo io.
Elizabeth mi disse che era meglio se io e lei stavamo lontani da loro, così mi sedetti su una panchina e osservai i miei compagni ripassare poco distanti da noi.
Non fecero caso a me, ed io mi concentrai su me stessa. Elizabeth si accese una sigaretta e mi lasciò un bacio sulla guancia. Poi si allontanò un momento per lasciarmi tranquilla e fumare.
Poco dopo sentì un movimento accanto a me, e alzando lo sguardo vidi Michael in piedi difronte a me.
<< Come va, sei agitata come me?>> chiese il ragazzo, sorridendo. Quella mattina avevo voglia di tranquillità, così gli sorrisi.
Non volevo litigare con lui, e anche se mi aveva ferita gli volevo bene.
<< No, sto bene. Cerco di non pensare al negativo>> gli dissi. Lui annuì e mi indicò la sedia vuota accanto a me. I professori ne avevano sistemate alcune in corridoio.
<< Posso?>>
<< Si certo>> risposi.
Lui si lasciò andare ad un sospiro di sollievo e si sedette accanto a me.
<<Mi fai vedere la tua tesina?>> chiese.
<< Certo, tu mi passi gli appunti di storia, i miei gli ho lasciati in macchina>> domandai. Michael annuì e mi allungò il suo quaderno, io mi chinai sulla zaino per aprirlo, prendere la tesina per poi passargliela.
Nell'attesa della prima chiamata, io ripassai e lui lesse la mia tesina. Mi disse di esserne colpito, e di ricordare quante volte gli avessi detto di amare quel libro, quando frequentavamo la vecchia scuola.
<< E tu cosa hai preparato?>> gli chiesi curiosa.
Lui estrasse dalla sua tracolla nera un insieme di fogli e me lo porse. La sua tesina si soffermava analizzava la depressione come malattia. Si soffermava sugli avvenimenti storici dopo la fine della seconda guerra mondiale, stendendo un notevole e curato saggio sui sintomi della depressione in psicologia.
La sua tesina mi piacque molto.
<< Temi molto allegri eh>> disse lui ridendo, parlando delle nostre tesine.
Stavo per rispondere quando la prima ragazza viene chiamata dentro la stanza dove c'era la commissione d'esame. Tutti noi osservammo la presidente di commissione uscire e affacciarsi alla porta chiamando il primo nome. Quando la donna sorrise,iniziai a sentire tanto caldo. Il cuore mi batteva fortissimo nel petto.
Cercai Elizabeth e la vidi sorridermi dall'altra parte del cortile. Era al telefono, con il labiale mi disse che stava parlando con suo papà. Annuii e le sorrisi.

Michael entrò prima di me. Mi permise di assistere al suo esame. Mi sedetti su una delle sedie poste in fondo all'aula e ascoltai attentamente il suo esame.
Agli scritti era andato bene, a parte un sei in italiano. Fece una bellissima impressione sui professori e ne fui davvero felice.
Quando ci fecero uscire per 10 minuti prima di far entrare me, andai un po' nel panico. Elizabeth mi abbracciò forte e mi lasciò andare soltanto quando toccò a me entrare nella classe.
Lei e Michael si sedettero in fondo alla stanza. Vederli vicini mi rilassò, e mi fece smettere di tremare.
Almeno una cosa era stata ristabilita.
I professori mi strinsero la mano, presero la tabella con su scritto i miei voti, trascorsero due o tre minuti di silenzio affinché loro si preparassero per il mio esame. Nell'attesa chiusi gli occhi e mi concentrai sul respiro.
<< Bene signorina Moore, può partire con il suo lavoro>> disse il professore di igiene sorridendomi. Ricambiai il suo sorriso e allungai due copie della mia tesina. Lui ne aprì una e passò l'altra la professoressa di italiano che la sfogliò ascoltandomi parlare.
Anche se avevo soltanto dieci minuti, mi presi tutto il tempo per riassumere ogni punto della tesina. Volevo affrontare bene ogni materia, e non tralasciare il tema principale. I professori mi ascoltavano rapiti, interessati da quella mia trattazione. Ogni volta che finivo una materia e ricominciavo a parlare della successiva, il mio sguardo si spostava sul professore o la professoressa di quella materia. Loro mi ascoltavano,abbassando ogni tanto lo sguardo per controllare qualcosa su un foglio, forse i miei voti.
Quando ebbi finito la mia tesina, la presidente di commissione prese un foglio che il professore di igiene le aveva allungato, ed uscì lentamente dalla stanza.
<< Molto bene signorina Moore. Iniziamo da me, che ne dice?>> mi chiese il prof, ed io annuii sorridendo.
Mi fece qualche domanda e quando fu soddisfatto mi fece passare alla professoressa di diritto. Impiegai un'oretta abbondante per rispondere con tranquillità e lentamente ad ogni quesito. Cercai il più possibile di non fare scena muta, pensai a tutto quello che avevo studiato, fissando il tavolo per qualche secondi, cercando di riportare alla mente i miei vari schemi. Non so perché ci pensai, ma credo di aver trasmesso maturità agli insegnanti.
Quando loro mi facevano una domanda, non perdevo troppo tempo qualche per pensare alla risposta, annuendo e guardando il professore di turno, facendogli capire che sapevo la risposta ma che dovevo pensarci un attimo.
Non volevo rispondere in modo meccanico, volevo far capire loro che avevo studiato ma compreso tutte le nozioni. Elizabeth mi aveva insegnato a studiare non più in modo meccanico , ma intelligente, a pormi delle domande e rispondere con le mie parole, non più quelle del libro. Mi comporta così anche con i professori e sembrò andare bene.
L'ultima ora a nostra disposizione venne occupata per la presentazione dei miei scritti. Come Michael avevo preso un sei in italiano, ma la prova di inglese era andata molto bene e la mia terza prova, dissero, era una delle più complete.
Mi sentii così fiera di me e felice. Tutto il mio impegno era andato buon fine. Anche se non avevo brillato nelle prime due prove scritte, i professori avevano notato il mio interesse e la mia costanze, ed ero grata a loro di questo.
Terminai i miei esami sorridendo al professore di statistica, poi li salutai uno ad uno, mi alzai, strinsi al petto la mia tesina.
La presidente di commissione mi salutò con un bellissimo sorriso, ed io esclamai ad alta voce un grazie e un arrivederci.
Uscita dall'aula, a contatto con l'aria fresca mi lasciai andare ad un sospiro e ad un sorriso.
Era finalmente finito tutto. E per la prima volta ero fiera di me.
Michael uscì dalla stanza e mi sorrise, ma io volevo lei.
Elizabeth venne verso di me, mi strinse a se, e dopo aver detto <<sei stava bravissima amore>> mi baciò sulla labbra.
Mi aggrappai a lei e sorrisi.
Finalmente avevo portato a termine il mio più grande obiettivo.

Elizabeth fu meravigliosa al suo esame. I professori erano estasiati da lei e dalla sua intelligenza. Vidi la felicità e la fierezza nei loro sguardi mentre ascoltavamo la sua tesina.
Lei rispose con velocità ai quesiti che le posero, non ci impiegò molto. I professori non avevano più bisogno di sentirla, sapevano che il suo orale era stato perfetto.
Perfetto come i suoi scritti. Aveva preso il massimo dei voti in tutte le tre prove.
Quando uscì dall'aula l'abbracciai fortissimo, sollevandola e facendole fare una giravaolta. Lei rise e mi baciò il la guancia.
<< Sei un mostro! Bravissima amore mio>> le dissi baciandola. Lei arrossì e si grattò piano la nuca con le dita.
Poi la strinsi di nuovo a me.
Ero così serena. Mi sentivo davvero bene.
Sperai che quella bella sensazione durasse il più possibile.

Quello che dovevamo fare ora era attendere. Attendere che esponessero i quadri, e scoprire come eravamo andate, scoprire il nostro punteggio finale.
Mi sentivo serena, sperai che fosse andata bene, ma non ero in grado di smettere di pensare ai miei genitori. Ero arrivata alla conclusione che non avevo più avuto tempo per decidere, e che dovevo arrivare alla decisione finale.
Io ed Elizabeth trascorremmo due giorni in totale relax. Sistemammo i libri, i quaderni, ed un bellissimo senso di pace ci accolse. Era finito tutto, finalmente. Avevo studiato tanto, mi ero quasi prosciugata, ma alla fine ce l'avevo fatta.
Quel senso di soddisfazione era piacevole. Mi ero tolta dalle spalle un peso. Il pomeriggio prima dell'esposizione dei quadri, mio padre mi telefonò dicendomi che aveva preparato le valigie e che sarebbe partito tra due giorni. Andai nel panico. Non mi aiutava per niente. Nemmeno mamma a dire il vero. Lei mi telefonò dicendomi la stessa cosa, o meglio, dicendomi che aveva preparato le valigie giorni prima e che sarebbe partita quella stessa sera. Le chiesi se avesse avvertito papà, ma lei mi disse di no. Pensai di dirlo io a mio padre, ma non ce ne fu bisogno.

Lui andò alla stazione, dove mamma stava aspettando il treno, e fece una scenata terribile, attirando su di se l'attenzione di tutti.

Mamma lo spinse lontano da se con violenza prima di salire sul treno. Era esausta, non l'aveva mai fatto in vita sua. Papà perse la testa, e corse ad un bar vicino.

La notte prima dell'esposizione dei quadri, fui costretta ad alzarmi dal letto alle 2 di notte perché mio papà era finito dalla polizia

🌸🌸
Ecco qui il capitolo nuovo!! Finalmente xD Domani penso di postare quello di That's my girl *^* Che ne pensate di questo? ;) Grazie delle visualizzazioni, dei voti, GRAZIE!!!! *^*

26 luglio 2016

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora