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Due orette dopo, alle 17, dopo aver avvertito mia madre, uscii in giardino ad aspettare Thomas. Ero in preda al panico mentre digitavo il suo numero di cellulare. Cercai di calmarmi il più possibile, mentre parlavo con lui. Thomas mi chiese se andasse tutto bene, ed io gli dissi che avevo bisogno di lui. Avevo fatto un brutto sogno, così gli dissi, anche se era stato un sogno bellissimo.
Quando parcheggiò l'auto accanto a casa mia mi lasciai andare ad un lungo sospiro e andai verso di lui. Scese e mi sorrise. Si stupì quando lo abbracciai forte, fortissimo. Portò le mani ai miei capelli e mi attiró di più al suo corpo, poi lo baciai, ponendo fine al flusso di pensieri nella mia testa. Fu un bacio bellissimo, ma mi sentii in colpa quando pensai che avrei dovuto cancellare il ricordo del sogno.
Ci rifugiammo in auto. Non dissi di no quando mi chiese se mi andava di andare a casa sua.

Facemmo l'amore, e fu intenso. Lo amai con tutta me stessa, gli trasmisi il mio amore, l'amore che sapevo di provare per lui. Thomas mi carezzò piano il volto, la pelle delle braccia. Non dissi nulla quando con le dita sfiorò le cicatrici coperte dal fondotinta.
Piansi lacrime roventi quando mi chiusi in bagno. Mi mancava terribilmente, avrei dovuto tornare a casa, punirmi per quello che era successo, ma avevo bisogno di Thomas. Quando torni da lui, Thomas finse di non aver visto i miei occhi lucidi, e mi chiese se avevo voglia di andare al mare quel fine settimana. Annuii ma proposi la montagna. Lui si rivelò d'accordo e mi baciò a lungo.

Quella sera di venerdì tornai a casa, perché avevo voglia di stare con i miei e perché dovevo preparare una borsa. Quando dissi a mamma e papà che sarei andata fuori città con Thomas non dissero nulla. Erano tristi, lo compresi. Chiesi se per loro fosse un problema, dissi che potevo anche non andare, ma mamma scosse la testa e mi disse di non preoccuparmi. L'abbracciai forte.
Dopo cena mi feci una lunga doccia, poi salii in camera e preparai una borsa con alcune cose essenziali, poi mi stesi sul letto e chiusi gli occhi, cercando di calmare i battiti del cuore. Non smisi mai di pensare ad Elizabeth, ma sperai, almeno per quella notte, di non sognarla. 

Fu un sabato mattina strano. Mi alzai presto per fare colazione, poi Thomas venne a prendermi per andare in montagna.
Anche se era una cosa un po' stupida mi portai il libro di inglese. Ero indietro con lo studio di alcune pagine, perché non avevo avuto voglia di ripassare. Non dissi nulla a Thomas, lui non accennò nemmeno ai suoi di studi, io non avrei detto niente dei miei. Eravamo così diversi eppure stavamo bene assieme. Mi lasciò scegliere la musica da ascoltare, e ovviamente mi tuffai nel mare delle canzoni di Troye Sivan. Non ascoltavo altro da giorni. Mi trasmetteva emozioni che difficilmente provavo con altri musicisti, emozioni uniche ed intense. Thomas mi chiese di alzare il volume quando arrivò il turno di una canzone che sembrava piacergli. Sorrisi, esaudendo il suo desiderio.

Fu un fine settimana bellissimo. Il sabato pomeriggio lo trascorremmo al lago, dando da mangiare ai cigni come due ebeti delle fiabe, poi Thomas mi comprò un gelato enorme a tre gusti che poi passai a lui. Alla sera restammo nel piccolo albergo dove avevamo pernottato, guardando la TV. Poi la doccia, che insistetti per fare a turno. Non mi sfuggì comunque la chiamata che ricevette mentre ero in bagno. Lo sentii ridere. Evitai di fare domande. La domenica mattina dormimmo fino a tardi, consumammo la colazione di fretta, anche se lui mangiò più di me, poi scegliemmo di guardare un film al cinema prima di tornare a casa. Non toccai mai il libro di inglese. Solo in auto, nella strada del ritorno, mi sentii in colpa per non aver nemmeno letto qualcosa. Avrei dovuto passare gli ultimi due giorni prima della verifica a studiare come una pazza.
Thomas mi accompagnò a casa verso le 18. Ci baciammo a lungo, seduti nella sua auto. Risi quando mi fece il solletico.
<< Stasera ripasso qualcosa. Ci provo almeno>> dissi ridendo. Lui mi strinse forte a se, come se non volesse lasciarmi andare. Dopo almeno venti baci mi lasciò scendere dalla sua macchina. Lo salutai con un cenno della mano, poi lui attese come sempre che entrassi in casa prima di partire. Soltanto una volta sola, nel mio salotto tornai a pensare ad Elizabeth e al fatto che tra poche ore l'avrei rivista.
Non riuscii a nascondere il sollievo che provai. Mi mancava.

<< Mi sei mancata. Guardiamo un film assieme stasera?>> mi chiese mamma quella sera dopo cena. Udire quella sua richiesta mi stupii. Non guardavamo mai la TV assieme, andava sempre a letto presto. Fui quasi tentata di dire di no, ripensando al libro e al quaderno di inglese pieno di schemi  che mi aspettava in camera. Poi pensai al fatto che avevo ancora due giorni per finire di studiare e le dissi che andava bene.
Guardammo qualche puntata dei Simpson mentre aspettavamo che iniziasse il film che mamma aveva scelto, ma quando iniziò, lei crollò addormentata sul divano quasi subito. Sorrisi e decisi di seguire il film ugualmente.
A metà della prima parte sentii anche io gli occhi pesanti, e mi addormentai. Ci svegliò papà, dicendo che mamma doveva andare lavorare ed io a scuola l'indomani. Così tutte e due ci trascinammo nelle nostre camere da letto.
Stesa a letto, con la testa pesante appoggiata sul guanciale mi ricordai del numero di Elizabeth. Ma ero troppo stanca per alzarmi e andare al piano di sotto per prendere la giacca dal porta abiti. Fui in grado soltanto di puntare la sveglia prima di crollare in un sonno nebuloso.
🌸🌸

Thomas Thomas. Adoro quel ragazzo :) Detto questo (:D) ci vediamo domenica o al massimo lunedì con il capitolo nuovo ^^ Buon fine settimana :*

28 aprile 2016
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She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora