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<<Esci con Elizabeth anche oggi?>> mi chiese mamma terminando il suo pranzo. Papà alzò lo sguardo per un attimo dalla televisione, prestando ascolto, ma poi continuò a seguire il telegiornale senza dire nulla. Aveva avuto un permesso dal lavoro e finalmente sarebbe rimasto a casa per qualche ora. Lavorava troppo e aveva molti giorni di riposo arretrati.
Bevvi un sorso d'acqua ed annuii.
<< Penso di sì mamma. Perché?>> le chiesi seria.
<< È sabato. Dovete sempre stare a casa a studiare? Uscite con qualche vostro compagno di classe no?>> mi propose lei sorridendo e pulendosi le labbra con un tovagliolo. La guardai con serietà per qualche secondo poi sorrisi.
<< Beh, prima di tutto abbiamo interrogazioni e verifiche, e poi dovresti essere felice di vedermi studiare>> dissi ridendo. Stavo iniziando a sentirmi a disagio.
<< Si certo che sono felice di sapere che studi, ma ogni giorno della settimana studiate assieme? Non ci credo>> esclamò.
La guardai in preda al panico. Cosa stava cercando di dire? Aveva capito qualcosa?
Da giorni ormai stavo sempre con Elizabeth, quasi tutti i pomeriggi. Quando restavo a casa, mamma mi chiedeva come mai non uscissi ed io non sapevo che cosa risponderle. Non avevo amici a parte Elizabeth e Michael, ma non parlavo molto con lui dopo quello che era successo in stazione. Dire a mamma che stavo antipatica ai miei compagni di classe non era il caso. Mi avrebbe detto che era soltanto una mia impressione e di fare amicizia. Non avrebbe capito ed io non avevo la forza di provare a spiegarle la verità. Il fatto che in classe pensavano che fossi una persona che fa del male agli altri.
<< È la verità okay? >> le dissi cercando di ridere ma lei captò il mio nervosismo perché alzò le braccia al cielo.
<< Okay okay, scusa. Fa come vuoi>>
Tornò a fissare il televisore. Non ero per niente tranquilla. Stava pensando a qualcosa, perché quando mi alzai per sparecchiare mi segui con lo sguardo per tutto il tempo.

Sentii che mamma stava pensando a qualcosa che non mi voleva dire. Lo sapevo perché la conoscevo bene. La sua testa stava elaborando tutte le informazioni che aveva a disposizione, per cercare di arrivare ad un ragionamento sensato. Cercava di capire se le stessi dicendo la verità o no.
Ma che cosa diamine le importava? Perché continuava a fare domande? È così sbagliato avere un'amicizia importante,un'amica con cui passare il tempo? È assurdo per lei pensare che io ed Elizabeth stiamo assieme tutte quelle ore del pomeriggio per studiare? E anche se non fosse così, anche se uscissimo dopo aver terminato compiti, che male c'è. 
Sono stanca di questi interrogatori. Non sono mica un'assassina indagata per una strage cazzo.

Avevo trascorso il sabato pomeriggio a casa di Elizabeth, semplicemente a coccolarci sul suo divano perché non avevamo voglia di fare altro. Ma quando tornai a casa mentendo a mamma, dicendole che eravamo uscite al centro commerciale, lei mi fece una strana proposta.
<< Domani è domenica. Mi devi aiutare in casa e studiare, se hai così tanti compiti. Però, ho un'idea. Perché non inviti Elizabeth a cena? Almeno la conosco>> disse sorridendo. Non sapevo che cosa dirle. Prima o poi avrebbe dovuto conoscerla, in un modo o nell'altro ma un lieve senso di gelosia mi invase. Elizabeth e quello che c'era tra noi era una cosa mia, farla conoscere a mamma così presto era troppo. Non volevo che entrasse nel nostro mondo. Ma non potevo dirle di no, l'avrei fatta arrabbiare, oppure pensare a chissà che cosa, così annuii e mi spostai in cucina per chiamare Elizabeth.
Lei accettò volentieri, anche se quando le dissi che avrei trascorso a casa l'intero giorno mi rispose con un tono di voce molto triste. Non potevamo stare assieme. Elizabeth sarebbe dovuta entrare in casa mia come se fosse soltanto una mia compagna di classe, un'amica. Avremmo dovuto mentire sui nostri sentimenti, non potevamo toccarci, nemmeno stringerci le mani.
Sperai di farcela. 

Domenica pomeriggio non riuscii a concentrarmi in niente. Feci una doccia di almeno trenta minuti, scatenando l'ira di papà, poi trascorsi tutto il tempo che restava prima dell'arrivo di Elizabeth in camera a scegliere cosa indossare. Era una cosa stupida, lei mi aveva già vista mille volte, non avrebbe fatto caso al mio abbigliamento, ma non potevo certo restare con una delle mie solite magliette enormi e i pantaloni del pigiama addosso. Nemmeno Thomas mi aveva mai vista in quel modo.
Thomas.
Scacciai immediatamente quel pensiero e tornai alla mia missione.
Alle 19:40 il campanello suonò. Elizabeth era stata puntualissima. Andai ad aprire io, e quando la vidi sorrisi di cuore. Indossava un bellissimo maglioncino a righe, un lungo cappotto blu scuro, ed un paio di jeans neri che le avvolgevano delicatamente le gambe magre. Era bellissima, da togliere il fiato. I miei genitori erano in cucina, così lei entrò in casa silenziosamente e prima di iniziare a fingere mi baciò velocemente sulle labbra. La sua pelle aveva un profumo meraviglioso.  Dovetti sforzarmi per non continuare a baciarla.
<< Mamma, papà, è arrivata>> dissi ad alta voce accompagnando Elizabeth in cucina. Quando mamma la vide ferma sulla porta sorrise e le andò incontro.
<< Ciao Elizabeth, benvenuta. Jessica mi ha parlato tanto di te>> disse scrutandola dalla testa ai piedi.
La classica e stupida frase di circostanza. Non era vero, non avevo mai parlato troppo di lei con i miei. Elizabeth non era stupida, rise e accolse quella bugia, poi mi guardò e mi fece l'occhiolino quando mamma distolse lo sguardo.
<< Prego, mettiti comoda, lascia pure il cappotto a Jesisca>> disse mamma tornando in cucina da papà, il quale sorrise.
<< Ciao Elizabeth, io sono Alec>> si presentò. Lei sorrise e quando si tolse il cappotto andò verso di lui e gli strinse la mano. Portai l'indumento in soggiorno e lo appoggiai sul divano, poi tornai in cucina.
<< È quasi pronto tesoro, siediti pure dove vuoi>> disse mamma indicando ad Elizaberh la tavola apparecchiata. Lei sorrise e la ringraziò, poi si sedette a destra della tavola, io poi la seguii e mi sedetti accanto a lei. Mentre mamma e papà erano concentrati in cucina, lei appoggiò la mano sulla mia gamba e ancora una volta sfidò la sorte baciandomi sulla guancia. Proprio quando si allontanò,mamma entrò in sala da pranzo con due bicchieri d'acqua fresca e li porse a me e ad Elizabeth.
La ragazza mi sorrise, e quando mamma tornò in cucina bevve un sorso d'acqua senza distogliere lo sguardo da me. Lo stava facendo apposta.
Mamma e papà tornarono con i bicchieri per se e due piatti di zuppa di pesce. Avevo una fame da lupi. Si sedettero a tavola, e dopo il classico "buon appetito" di papà iniziammo a mangiare. Piu o meno a metà del primo mamma si rivolse ad Elizabeth.
<< Allora Elizabeth>> sollevai il mio sguardo dal piatto <<Jessica mi ha detto che studiate assieme spesso. Il tuo ragazzo sarà geloso di tutto il tempo che passi assieme a Jessica>> e poi rise, portandosi un cucchiaio di zuppa alle labbra. Elizabeth rise a sua volta,  mentre io volevo soltanto sparire da quel luogo.
<< Si studiamo spesso assieme. Ed il mio ragazzo non è affatto geloso, perché non esiste nessun ragazzo>> disse seria. Mamma annuì ma non mi sfuggì il suo sguardo strano.
<< Ah non ce l'hai? Come mai? Sei così una bella ragazza. Sicuramente tanti ragazzi ti verranno dietro>>
<< Si ma, nessuno che io voglia davvero>> le rispose Elizabeth continuando a mangiare.
<< Oh, ho capito. Il ragazzo di Jessica è perfetto. Dovresti stare con una persona simile a lui, così educato e beh, diciamolo, con qualche soldo messo da parte. E importante avere qualcuno accanto, una persona che ti possa dare stabilità>> disse mamma. Io e papà la guardammo con gli occhi letteralmente fuori dalle orbite. Era impazzita per caso? Il ragazzo di Jessica? Avevo detto a lei e papà di essermi lasciata con Thomas. Che stava cercando di fare?
Elizabeth non si scompose e le sorrise <<Giusto, sono d'accordo. Ma io sapevo che Thomas e Jess>> disse marcando sul mio soprannome <<si erano lasciati>>
Mamma la guardò con un velo di disprezzo nello sguardo , poi si sforzò di sorridere. Guardai mia madre come se fosse impazzita. Papà continuò a mangiare senza dire nulla. Sembrava non essere nemmeno tra noi.
<< Davvero? Non ne avevo idea. Jessica, perché non me l'hai detto?>> mi chiese implorandomi con lo sguardo di mentire, ma io non potevo fare una cosa del genere. Feci per parlare quando papà si rivolse a mamma.
<< Cristina, non è il caso di parlarne adesso>> e sorrise a disagio.
Mamma lo guardò a lungo poi si voltò parlando a nessuno in particolare.
<< Giusto, ne parleremo più tardi>>

La cena terminò in fretta. Elizabeth disse che doveva tornare a casa presto e si alzò da tavola ringraziando mamma e papà. Mamma le sorrise e basta e papà la ringrazio per essere venuta, dicendole di passare quando voleva, che era la benvenuta.
Quando l'accompagnai all'ingresso dopo averle restituito il cappotto, Elizabeth si voltò verso di me.
<< Mi dispiace... Io non riesco a capire e...>> biascicai.
<< Tranquilla amore>> sussurrò lei << dille che esci con Michael stasera e dopo vieni da me. Ti aspetto>>
Io annuii, poi lei mi baciò sulle labbra per qualche istate e sorrise. Aveva capito tutto quello che le volevo dire senza che io parlassi. La salutai e chiusi la porta di casa alle mie spalle, tornando poi in cucina. 
Ero furiosa.
<< Il ragazzo di Jessica? Che stai cercando di fare mamma?>> dissi senza nemmeno annunciarmi. Papà mi notò ma continuo a lavare i piatti, mamma alzò lo sguardo dal fornello per guardami.
<< Di che parli?>> chiese come se non capisse, indignata.
<< Come? Fai finta di non capire? Perché le hai detto quello bugia su Thomas? Che è il mio ragazzo, che non ti ho detto niente riguardo al fatto che ci siamo lasciati?>>
<< Perché a lei non deve interessare. È solo una tua compagna di classe, volevo soltanto farti fare bella figura.>> disse lei scuotendo la testa.
<< Lei è mia amica mamma. E poi lo sapeva già che non sto più con Thomas>> le confessai. Papà mi guardò e disse << calmati Jess, tua madre voleva soltanto aiutati>>
<< Appunto. Perché le vai a dire le tue cose private, non la conosci neppure>> disse mamma seria. Stavo per dirle che la conoscevo molto bene, ma mi trattenni.
<< Sai cosa ti dico? Stasera non resto qui. Chiamo Michael ed esco con lui, contenta?>> e senza attendere la risposta uscii dalla cucina per andare in camera mia.
<< Hai scuola domani>> urlo papà dalla cucina.
<< Torno presto>> dissi io di rimando dalle scale.

<< Mi dispiace tanto Elizabeth>> dissi piangendo. Non avevo idea del perché stessi piangendo, ma le lacrime non la smettevano di uscire. Mi sentivo così dispiaciuta. Ero tra le sue braccia, seduta sul suo letto. Elizabeth teneva la schiena appoggiata alla testiera, le mani tra i miei capelli.
<< Non ti preoccupare. Non è successo niente>> disse lei.
<< No, lei ci vuole separare, vuole distruggere tutto. Io non so cosa fare>> risposi quasi in preda al panico. Elizabeth si mosse piano e mi guardò negli occhi, portando le dita al mio mento.
<< Lei non ci separerà mai, mai. Resteremo sempre assieme>>
<< E come facciamo? Io non posso continuare a dirle che vengo da te per studiare, lei non... lei ha capito che c'è qualcosa tra noi me lo sento>> sospirai.
<<Dille una bugia. Dille che abbiamo litigato e che non ci parliamo più. Io non ti voglio perdere, no. Non voglio rinunciare a quei momenti>> disse riferendosi ai pomeriggi in cui potevamo stare da sole e in pace, in cui potevamo amarci.
<< Va bene, ci provo>> dissi guardandola negli occhi, per poi chiuderli quando mi baciò.
<<Perchè non resti qui da me stanotte?>> mi chiese seria. Avrei voluto tanto restare con lei, stare accanto a lei, ma non potevo, dovevo tornare a casa. Quando glielo dissi lei annuì e mi lasciò un ultimo bacio sulle labbra. Poi tornai a premere la guancia sul suo petto e lei portò le sue mani tra i miei capelli. Mi accarezzò piano, e restammo in silenzio per tanto tempo.
Ero in pace con me stessa. Lei mi faceva sentire così bene.
L'amo, l'amo così tanto.

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora