Lunedì. Nuovo inizio di una nuova settimana. Non sentii la sveglia. Quando mi resi conto di essermi svegliata in ritardo, scesi dal letto con un balzo e corsi alla velocità della luce in bagno. Papà arrivò in ritardo a lavoro perché ovviamente persi l'autobus.
Chiesi scusa a mio padre almeno venti volte in auto, ma lui scosse la testa dicendo che non c'era alcun problema. Promisi a me stessa di puntare almeno quattro sveglie l'indomani! Quando papà mi mise giù accanto alla scuola lo salutai con un sorriso e corsi in direzione del cancello. Ero in orario. Appena arrivai la prospettiva di dover aspettare che arrivasse l'ora della prima lezione mi buttò giù. Non avevo alcuna voglia di entrare in classe.
Lanciai uno sguardo alla panchina e trovai i soliti ragazzi intenti a fumare. Cercai il mio pacchetto ed estrassi una sigaretta, portandosela alle labbra e accendendola con l'accendino.
Cercai con lo sguardo Elizabeth ma non la trovai da nessuna parte. La tristezza mi avvolse e fumai almeno due sigarette. Mi rifugiai in classe ignorando le macchinette. A casa non avevo fatto in tempo a prendere il caffè ma l'avrei preso a ricreazione.
Alla prima ora avevamo igiene. Anche se era una materia pesante almeno mi avrebbe aiutata a tenere la mente occupata.
Michael arrivò in classe correndo come un matto, ma quando notò l'assenza del professore si lasciò quasi cadere sul pavimento per il sollievo.
<< In ritardo anche tu?>> dissi ridendo. Lui alzò le mani e le mosse velocemente per farmi capire di non parlare e di lasciarlo stare. Risi.
Elizabeth entrò in classe con le cuffie alle orecchie. Quando mi vide sorrise e si sedette al suo banco accanto a me. Ricordai di avere il suo numero e di non averle ancora scritto. Non avevo idea di cosa dirle ma lei non disse nulla riguardo al foglietto. Mi sentii pronta per parlare quando il professore arrivò in classe, togliendomi l'opportunità. Abbassai lo sguardo sul banco.<< Ricominciamo da capo?>>
Mi voltai verso Elizabeth. Aveva parlato con me?
<< Come?>> le domandai. Lei sistemò la penna nell'astuccio e si rivolse davvero a me.
<< Ricominciamo da capo. Come se fosse il primo giorno>> disse, poi lentamente si avvicinò a me.
<< Teniamo per noi quello che è successo, ok?>> disse. Annuii arrossendo. Non riuscii a fare altro.
<< Bene. Beh, ecco io ho dei problemi con alcune pagine di inglese. Oggi, sei libera? Ti va se studiamo assieme?>> mi chiese tranquilla. L'idea di passare del tempo con lei anche fuori da scuola mi piacque, ma mi fece sentire strana allo stesso tempo. La guardai a lungo prima di rispondere. Avevo voglia di stare con lei? Si.
<< Va bene>> dissi annuendo. Elizabeth sorrise lievemente.
<< Bene. Oggi verso le 14 chiamami così ti lascio il mio indirizzo>>
Annuii comprendendo solo dopo quello che aveva detto. Avrei dovuto chiamarla e andare a casa sua. Non fui in grado di aggiungere altro. Tornai a fissare il mio quaderno quando lei fece lo stesso con il suo.Ovviamente non riuscii a concentrami sulle lezioni. Primo perché continuavo a pensare al fatto che avrei visto Elizabeth anche fuori scuola, e secondo perché lei era proprio accanto a me. Michael sembrava essere assente a sua volta. Non prestava molta attenzione alle lezioni, scarabocchiava sul suo quaderno. A ricreazione Elizabeth rimase in classe. Per la prima volta parlammo più di cinque minuti. Mi fece semplicemente vedere quello che non riusciva a studiare da sola, e ci mettemmo d'accordo. Il compito era dopodomani. Era bellissimo parlare con lei. L'ascoltai rapita, senza mai staccare gli occhi dal suo viso. Non riuscivo ancora a credere che una ragazza come lei stesse parlando con me, che mi prestasse attenzione. Quando tornò al suo silenzio mi sentii smarrita ma appagata.
Al termine delle lezioni tutti ci alzammo per uscire, e Michael mi chiese se avevo voglia di accompagnarlo in stazione. Risposi di sì e gli sorrisi. Dovevo dirgli di Elizabeth? Era uno dei miei più cari amici, mi fidavo di lui. Ma avevo ancora un po' di paura così decisi di aspettare a parlargliene. La ragazza infilò il cappotto poi uscì dalla classe senza guardarmi come faceva sempre. Sapevo che aspettava la mia telefonata, e cercai di trovare anche solo il coraggio di pensare di chiamarla. Avevamo già parlato, ma soltanto a scuola.
Uscimmo fuori e presi il pacchetto di sigarette. La voglia di fumare mi stava già passando, si stava spegnendo. Come se fossi una candela, i miei sentimenti bruciavano per ore, forse giorni, poi lo stoppino che rappresentava il mio essere si consumava e restava soltanto un lieve fumo. Si sarebbe dissolto anche quello. La cera si disintegra e non resta niente.
<< Dovresti smettere>> mi disse Michael indicando la sigaretta.
<< Finisco il pacchetto poi stop. Non intendo oggi>> dissi ridendo quando lui mi guardò come se fossi una pazza.
<< Come vuoi>> rispose alzando le spalle. Lo accompagnai alla stazione, poi salii sul mio autobus per non insospettirlo. Mi avrebbe sicuramente chiesto spiegazioni se mi avesse visto tornare indietro anziché salire in autobus. Decisi di scendere alla prima fermata più vicina, per poi fermarmi in un bar e chiamare Elizabeth.
Il piano funzionò. La corriera di Michael partì in orario, il mio autobus fece lo stesso, ed io scesi alla fermata poco distante dalla stazione. Attraversai la strada e mi rifugiai nel primo bar che trovai. Ordinai un tramezzino perché non avevo molta fame e mi sedetti in fondo al locale. Mangiai il più lentamente possibile, ma il pensiero di dover chiamare la ragazza non mi lasciò tranquilla. Presi il cellulare e il numero di Elizabeth che avevo conservato nel portafoglio. Lo digitai con il cuore in gola.
"Pronto?"
Sentire la sua voce così vicino a me fu bellissimo.
<< Ciao Elizabeth, sono Jess>>. Era una cosa un po' banale da dire ma non mi venne in mente niente di meglio. La sentii ridere.
"Ciao Jess. Dove sei? Vuoi che ti venga a prendere?" mi chiese premurosa.
<< Sono in un bar accanto alla stazione. No tranquilla, dimmi pure dove abiti, dovrei farcela>> risposi tranquillamente.
"Ok, vieni quando vuoi, io sono a casa da sola" disse per poi lasciarmi il suo indirizzo. Non era troppo lontano, avrei impiegato più o meno mezz'ora a piedi.
<< Va bene, ci vediamo tra poco>> risposi con il cuore a mille.
" A tra poco" e riattaccó.Avevo litigato con mamma. Le avevo detto che sarei rimasta fuori ancora una volta per studiare, e lei mi aveva detto che aveva voglia di vedermi, perché non stavamo più assieme come un tempo, perché stavo sempre fuori e sembrava che la ignorassi. Non riuscii a credere a quello che aveva detto, non pensavo di averla fatta soffrire così tanto. Non sapevo che cosa dirle per farla stare meglio, per chiederle scusa. Interruppe la comunicazione senza darmi modo di parlare. Mi lasciai andare ad un pianto silenzioso mentre tornava indietro, alla stazione, diretta a casa di Elizabeth. Non avevo idea di cosa fare per farmi perdonare da mamma. Non avevo idea di cosa dirle per farla stare meglio. Avevo soltanto tanta confusione in testa.
Arrivai a casa di Elizabeth alle 14. Suonai al campanello del cancello con su scritto il suo cognome. Le case in quella zona della città erano simili tra loro, non fu complesso trovare quella della ragazza. Quando Elizabeth mi aprì il cancello e si affacciò alla porta di casa sorrisi timidamente. Mi fece cenno di entrare e feci quello che mi aveva indicato, chiudendo poi il cancello alle mie spalle.
<< Ciao>> mi disse lei facendomi accomodare in casa. La salutai con un sorriso.
<< Vieni pure. La mia camera è al piano di sopra>> mi disse chiudendo la porta d'ingresso alle mie spalle. Annuii stringendo tra le mani le bretelle del mio zaino, poi la seguii su per le scale. Elizabeth mi accompagnò alla sua camera da letto. Era piccola ma ordinata. Notai la presenza di una candela e di una lampada colorata sulla scrivania, le lenzuola azzurre. Un profumo di vaniglia. La ragazza mi chiese se volevo qualcosa da bere ma dissi di no. Così si sedette sul letto e mi sorrise. Rimasi in piedi difronte a lei, non riuscendo a muovermi.
<< Prima di iniziare a studiare posso chiederti una cosa?>> mi chiese seria. Annuii dopo qualche secondo, restando immobile.
<< Ami il tuo ragazzo?>> domandò.
🌸🌸Ecco qui la parte nuova *^* Cosa ne dite? :)
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, penso a metà settimana 😘
Alla prossima ❤️28 aprile 2016
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She's not afraid
FanfictionJess è costretta a lasciare il suo liceo per iscriversi in un istituto privato. I suoi voti bassi nelle materie scientifiche l'hanno penalizzata. Nella nuova scuola incontrerà vecchie conoscenze ma anche una compagna di classe che attira la sua atte...