43

1.7K 48 4
                                    

(Guardate questa bellezza!!⬆️)

Quella mattina non toccai neppure il caffè. Non ero soltanto in ansia per quello che sarebbe successo con James, ma anche e sopratutto per la terza prova. Accidenti, chissà quali quesiti mi sarebbero capitati. Cercavo di calmarmi, ma ero in preda all'ansia.
Elizabeth era concentrata nello scegliere cosa indossare, ferma davanti all'armadio aperto. Indossava soltanto un paio di leggins e il reggiseno. Erano le 7, io ero ancora seduta sul suo letto a mangiarmi le unghie.
Faceva anche un caldo allucinante.
<< Agitata?>> mi chiese Elizabeth senza guardami, ed io per tutta risposta sospirai e mi avvolsi di nuovo tra le coperte, nascondendo gli occhi con il braccio appoggiato sul volto. Sentii Elizabeth chiudere le ante dell'armadio, poi sedersi sul letto accanto a me. Adagiò le dita sul mio braccio così liberai gli occhi per guardarla.
Aveva scelto una bella canotta bianca ricamata con una cintura abbinata.
<< Sei davvero molto bella>> le dissi. Lei sorrise, scosse la testa facendomi impazzire per la sua dolcezza e si chinò sulle mie labbra. Mi baciò piano, ma quando si rialzò io portai le mani al suo collo per attirarla di nuovo a me.
Ci baciammo ancora un po' poi lei rise.
<< Avanti, vestiti, io vado a prepararmi del caffè. Sicura di non volerlo?>> mi chiese alzandosi dal letto. Io annuii e tornai a nascondere gli occhi con il braccio. Elizabeth mi diede un leggera pacca sulla gamba con la mano.
<< Va bene>> poi la sentii usire dalla stanza.
Dio mio. Dovevo fare qualcosa, così mi alzai, mi rifugiai nel bagno per rinfrescarmi un po', e quando tornai in camera di Elizabeth, cercai tra le mie cose gli abiti a cui avevo pensato mentre mi rinfrescavo il viso in bagno.
Volevo essere carina per lei. Volevo stupirla.
Con il fondotinta tra le mani mi sedetti sulla sedia della scrivania ed iniziai a coprire le mie cicatrici con cura, poi indossai un bracciale d'argento che avevo comprato apposta per quelle situazioni. Quel bracciale copriva perfettamente le cicatrici che faticavano a nascondersi perché ancora troppo fresche.
Avevo speso una fortuna ma ne era valsa la pena. Indossai una maglietta nera a maniche corte, un paio di calze color carne leggere e la gonma che mi aveva regalato la mamma per il mio compleanno. Al collo una semplice collana con un ciondolo a forma di croce.
Non mettevo mai le gonne, ma per questa volta feci un'eccezione. Lasciai i capelli sciolti e mi sedetti sul letto in attesa di Elizabeth.
Avevo il cuore a mille, questa volta non solo sto per l'ansia. Non avevo idea di quello che avrebbe detto nel vedermi vestita in quel modo.
Sentii dei rumori provenire dal corridoio, poi la porta della camera da letto si aprì un po' (l'avevo lasciata socchiusa) ed Elizabeth fece la sua comparsa.
<<Sicura che non...>> ma non appena mi vide smise di parlare. Teneva tra le mani una tazza di caffè calda, molto invitante a dire il vero.
Arrossii violentemente e sorrisi a bocca chiusa. Lei spalancò gli occhi, poi si morse il labbro.
<< Sono...>> cercai di palrare, ma lei mi interruppe alzando una mano. Mi morsi il labbro a mia volta e la guardai.
<< Alzati>> disse a bassa voce, e feci quello che mi aveva detto alzandomi in piedi. Lei mi guardò e sorrise, facendomi poi il cenno di voltarmi con il dito.
<< Sei bellissima Jess>> mi disse quando tornai a guardarla. Sentii le sue mani tra i miei fianchi, poi lei mi abbracciò forte.
<< Sei così bella>> ripete. Mi sciolsi tra le sue braccia e mi sentii così amata e felice.
Avevo sempre paura, ma ero pronta ad affrontare la terza prova.

<<Smettila di stressarti, andrà bene, ne sono sicura>> disse Elizabeth notando la mia inquietudine onnipresente. Speravo che avesse ragione, perché stavo morendo d'infarto.
Parcheggiammo la sua auto accanto al cancello, sistemai con cura il mio quaderno di appunti nello zaino e scesi dall'auto per cercare di camminare in direzione della scuola. Non so perché avessi così tanta paura, in fin dei conti non era nemmeno la prima prova e  nell'ultima. Nella mia mente il pensiero prese forma, quel pensiero, ma lo scacciai immediatamente. Meglio evitare di cadere a terra davanti a tutto la classe.
<< Andiamo dai>> mi disse El allungandomi la mano perché gliela stringessi. Mi guardai intorno alla ricerca dei miei compari, e il primo che vidi fu Phil intento a fumare forse la terza sigaretta seduto sul muretto accanto alla palestra. Stava parlando con la sua fidanzatina, e quando ci vide arrivare smise di ridere per fulminarmi. Al diavolo, lui era il mio ultimo pensiero.
Michael comparve quasi per caso. Era appena uscito dalla scuola, stava stringendo tra le braccia un bicchiere di the. Quando mi vide sorrise, ma abbassai lo sguardo immediatamente, seguendo El come sempre.
Entrando a scuola e vedendo i banchi disposti uno dietro l'altro come al solito, l'angoscia si accentuó.
Alcuni dei nostri compagni erano già seduti nelle ultime file, così mi mossi, scegliendo un banco in mezzo come al solito. Non mi importava stare dietro o davanti, volevo soltanto evitare di guardare James, e qualcosa mi diceva che lui avrebbe costretto Elisabeth a spostarsi dietro.
La mia bellissima ragazza si voltò verso di me e mi abbracciò prima di sedersi in ultima fila. Come se avesse captato i miei pensieri, James fece il suo ingresso nel corridoio.
Quando lo vidi distolsi lo sguardo immediatamente e mi sentii già terribilmente stanca.
Sarebbe stata una lunga giornata.

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora