Capitolo 3

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Sabato.

Siamo già così vicini alla scuola?

Domani sarà l'ultimo giorno di tregua, dopodiché l'inferno.

Questa sera i miei cugini andranno ad una festa di un suo amico, Jack.
Avrò la casa tutta per me quindi metterò in atto un piano che non riesco a cancellarlo dalla mia mente.

Con ancora indosso il pigiama e con dei capelli davvero orribili decido di scendere giù a fare colazione nonostante abbia sentito voci maschili provenire dalla cucina.

Hayes come suo solito è sul divano, sto riflettendo sempre di più sulla sua vita sedentaria.

Ascolto i discorsi di Nash mentre sul mio viso si fa spazio un'espressione di disgusto.

Appena entro in cucina trattengono una risata.

Non avete mai visto nessuno in pigiama? Sto davvero pensando che qui sono tutti pazzi.

Mi metto a sedere difronte al ragazzo che non smette di guardarmi.

Ha delle ciocche di capelli che gli incorniciano il viso mentre qualche altra ciocca gli ricade sulla fronte.
Ha i capelli dello stesso colore dell'oro mentre gli occhi sono dello stesso colore del mare.
A primo impatto potrebbe essere il principe azzurro di tutte le ragazze, ma ripensando al discorso che stavano facendo poco fa, lui è tutt'altro che un principe azzurro.

Senza dare confidenza a nessuno prendo la Nutella e inizio a riempire i pancake per poi ingozzarmeli tutti, amo il cibo, vivo per mangiare.

Sono ancora mezza assonnata, ma riesco a capire che stanno parlando di una ragazza, Rebecca.

Non mi interessa chi sia, ma i commenti sgradevoli potrebbero farmi salire i pancake appena mangiati.

Nash va di sopra lasciandomi con questo tizio che potrebbe uccidermi da un momento all'altro lo vedo da come non smette di guardarmi, è un assassino.

L'attenzione del biondo si rivolge a me. "Come ti chiami?" Domanda sorridendo l'assassino.

"Che ti importa" rispondo con la bocca strapiena e alcune volte penso che la femminilità non sia il mio forte.

Prende il latte bevendo direttamente dal cartone.

Da come vedo questa è casa di tutti, sembra un po' la casa della Misericordia.

"Tuo cugino mi ha parlato di te ma non mi ha detto come ti chiami" continua a tornare sul discorso nonostante lo ignori facendolo dubitare della sua esistenza.

"Ecco vedi? Non sono fatti tuoi" ribadisco.

"Ashley,si chiama Ashley" Si intromette Hayes.
Ma non stava dormendo? A volte mi dimentico della sua presenza.

"Che bel nome,io sono Christopher Butler" allunga la mano verso di me, istintivamente gli passo un pancake mentre lui soffoca una risata.

Piacere di non conoscerti.

Guardo l'espressione sul suo viso e ridendo vado di sopra.

Diciamo che nessun ragazzo mi aveva dato qualche attenzione negli ultimi anni.

Durante la giornata non ho molte cose da fare, sistemo le stanze e faccio un bagno in piscina.

Vado a farmi un giro rischiando di perdermi ma fortunatamente ritrovo subito la strada di casa.

You saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora