Capitolo 26

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Non Andare•

Dopo quella sera al faló non ho più parlato con Cameron, non ho più parlato con nessun altro per non farmi sgamare.

La mattina seguente, ognuno è andato a casa propria.

Domani è già Natale, la mattinata ho preferito passarla in solitudine facendo qualche acquisto nei soliti negozietti in saldo.

"Già di ritorno? Strano!" Fa Hayes. "Di solito dobbiamo chiamare il numero azzurro per portarti via da qualche negozio"

"È l'aria natalizia che fa questo effetto" Sbuffo cadendo a peso morto sul divano.

Nash si avvicina a me. "Quest'anno sarà diverso , sarà un Natale diverso" mi abbraccia cercando di tranquillizzarmi.

"Dobbiamo andarci per forza da papà domani?" Chiedo sperando in un no.

"Dobbiamo andarci per forza" Fa lui. "È Natale"

"Appunto" Dico lasciando Nash senza parole.

Ultimamente lascio un po' tutti senza parole, non so se sia un bene oppure no.

"Preparate le vostre cose, dobbiamo restare lì per qualche giorno" Specifica Nash.

"Anche? Non bastava a Natale?" Sbuffo.

Sta per venirmi un infarto.

Ne approfitto dell'assenza di Cameron e accendo una sigaretta.

"Nash dove vai?" Chiedo vedendo Nash correre fuori.

Lo seguo e mi fermo avanti la porta a fumare.

"Nevicherà a breve" Mormora Nash strofinandosi le mani.

In effetti l'aria è gelida.

Un'auto si accosta nel nostro vialetto, papà e Melanie si avvicinano a noi.

"Che noia" Sbuffo vedendo Melanie, Nash mi fa segno di stare in silenzio.

"Ancora che fumi?" Chiede mio padre guardando la sigaretta. "Quando lo capirai che fa male?"

"Ci scommetto che lo sa" Si intromette Melanie portando mio padre dentro.

Lancio un'ultima occhiata a Nash e lui alza le mani al cielo.

Melanie esce dalla porta mettendosi al mio fianco. "Mi lasci due tiri?" Chiede gentilmente.

"Con tutti i soldi che hai, non puoi comprartelo un pacchetto?"

Mi strappa la sigaretta dalle mani e se la porta alla bocca, fa un tiro cacciando il fumo e buttando la sigaretta schiacciandola sotto i suoi stivali.

"Perché siete venuti?" Chiedo.

"Siamo venuti per salutare Cam e per prendere le vostre cose" Dice per poi rientrare dentro.

Siamo venuti per salutare Cam, imito la sua voce mentalmente.

La priorità non è salutare me, che sono la figlia del suo compagno, ma Cameron che non è nessuno.

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