Capitolo 89

1.6K 85 6
                                        

Disgustata.

Provo un senso di repulsione, di disgusto per la donna che i miei occhi stanno guardando.

Tutti gli sguardi puntati su di me.

Tutto inizia a rivoltarmi contro.

Il passato mi sta mangiando viva.

Vattene, vattene dalla mia vita come sei andata via tanti anni fa.

Porto una mano al petto e cerco di calmare l'uragano che sta distruggendo tutto dentro di me.

Lo stomaco si contorce, cerco di mantenere la calma.

"Respira" Mi sussurra Cameron. "Vuoi andare via?" Scuoto la testa.

Devo affrontare il mio passato, non posso andare via.

Melanie corre al mio fianco e mi aggrappo a lei mentre la presa di Cam aumenta sempre di più sui miei fianchi.

"Ashley" La voce di Scarlett mi fa tornare con i piedi per terra.
Alzo lo sguardo, guardando il mio male.

I suoi capelli, lunghi e biondi, le ricadono sulle spalle.
Indossa un abito nero, come la sua anima.
Le labbra colorate di rosso, il nero sempre a contornare i suoi occhi azzurri.

Non c'è neanche un po di bene per lei. Non se lo merita.

sempre ben truccati mettendo in risalto l'azzurro. Le sue guance sempre coperte da una terra molto pesante. Le labbra rosse, come le ricordavo.

"Sei cresciuta" Spezza il silenzio. Mi giro intorno e i ragazzi e le ragazze sono tutte al mio fianco rassicurandomi con lo sguardo.

"Vattene" Le uniche parole che escono dalla mia bocca. La mia voce trema, ma sarò  forte.
Non piangerò davanti ai suoi occhi.

"Ashley, per favore"

"Tu devi andartene, devi" Urlo. "Non mi hai mai cercata." Stringo sempre di più il braccio di Cam e lui mi accarezza la mano. "Mi hai semplicemente abbandonata" Questa è la verità. "Abbandonata, come se fossi un vecchio gioco" Abbassa la testa e la rialza un attimo dopo. "Sono una persona, una fottuta persona"

"Non ti ho abbandonata, sono stata sempre al tuo fianco, sono tua madre"

"Tu non sei nessuno per me, ti sei persa tante cose di me e tante ancora te ne perderai. Non voglio ricominciare niente con te, non si può ricominciare un qualcosa che non ha mai avuto inizio. Sei mia madre?" Scoppio a ridere. "Neanche quando c'eri ti comportavi da madre, non sei nella posizione di pretendere un bel niente. Io provo solo ribrezzo nei tuoi confronti, ed è già troppo. Perché tu non meriti neanche quello. Meriti di essere dimenticata. Non ho bisogno di te. Io una famiglia ce l'ho e sono così contenta di avere loro al mio fianco. Contenta, per colpa tua non lo sono mai stata. Tu non sai un cazzo di me, non sai quante sofferenze mi hai provocato, non sai quante volte ho tentato il suicidio, non sai quante volte sono crollata sentendo il tuo nome. Per colpa tua, io ho perso anni della mia vita soffrendo in silenzio. Tutti avevano una madre, ed io? Cosa dovevo rispondere quando me lo chiedevano? Dovevo dirgli che mi ha lasciata sola come un cane? E alla festa della mamma? Ero costretta a fare quelle poesie di merda per poi buttarle una volta arrivata a casa. Perché io non avevo nessuno a cui dedicarle. Non avevo nessuno pronto a consigliarmi la cosa giusta e quella sbagliata, non avevo nessuno quando stavo male e nessuno mi consolava. Non hai mai fatto parte della mia vita e mai ne farai parte. Se devo ringraziare qualcuno, quel qualcuno è mio padre. Devo ringraziare lui per aver sopportato in silenzio un terremoto che portava il tuo stesso nome. Per essere stato presente anche quando non volevo. Devo ringraziare Melanie, lei è come una madre per me. Lei merita di essere chiamata tale. Lei c'è stata, sempre." Sono partita come un razzo e non riesco più a fermarmi. Forse aspettavo da tempo questo momento. "Sai, all'inizio non la sopportavo, per il semplice motivo che non riuscivo a vedere una donna al fianco di mio padre. Per colpa tua. Poi ho iniziato ad accettarla, la cosa più bella che ho fatto in tutta a mia vita. Finalmente so a chi chiedere consiglio, so da chi andare per farmi consolare. So che lei ci sarà sempre."

You saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora