Capitolo 46

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"Ogni giorno che passa questa mensa fa sempre più schifo" Si lamenta Taylor mentre ci avviamo nell'aula di matematica. "Fanno schifo anche i corsi pomeridiani" aggiunge.

Ridacchio "Hai ragione, adesso entriamo e non dire più una parola"

Sono liberi solo i primi banchi e siamo costretti a sederci qui.

"Ashley Blake" Continua ripetere il mio nome.

"Si professoressa?"

"Lunedi dovete presentarmi un progetto" Gesticola. "Tu farai coppia con Caniff".

Ci scambiamo un'occhiata divertente e continuiamo la lezione.

"Quando iniziamo il progetto Ash?" Mi chiede Tay.

"Hai davvero intenzione di farlo?"

"Certo che si". Lui ha sempre amato i numeri, la matematica. Mi ha sempre detto di amare questa materia, in futuro farà sicuramente qualcosa che riguarda tutto ciò.

Suo padre è il preside di un college, nell' Indiana.

"Vieni da me" dico. "Domani".

"Va bene" sorride. "Ti accompagno a casa?"

"Non lo so, vorrei fare due passi"

"Cosa c'è che ti preoccupa cosi tanto?" Chiede.

"Le mie stupide preoccupazioni" Mi guarda confuso. "Vedi, non riesco ad avere qualcuno al mio fianco,qualcuno che rimanga"

"Ashley"

Mi giro verso di lui.

"Hai Cameron" dice.

"Parlo di Jack" Sospiro "Cosa ho sbagliato con lui?"

"No Ash" inizia a gesticolare."C'è Madison nella sua vita, adesso"

Annuisco e sorrido. A volte mi capita di pensare a Jack, a com'era prima di Madison.

A stento agita la mano per salutarmi ora.

Siamo cosi dannatamente facili da sostituire.

"Blake" Urla Carter.

"Reynolds"

"Domani ci sarà un nuovo coach agli allenamenti, verrai?" Chiede.

"Ci sarò" Dico.
Non ho mai avuto un rapporto stretto con Carter.

Lui è una delle poche persone che faccio fatica a capire.

Le volte in cui sono stata male, lui ha sempre cercato un modo per consolarmi, per farmi sorridere.

E va bene così.

"Dove stai andando?" Urlo per farmi sentire.

"Devo raggiungere Shawn,stasera suona in un locale vicino Starbucks."

"Ah" mi limito a dire.

Accenno un saluto e vado per la mia strada.

Maledico il mio fottuto cellulare, vorrei tanto ascoltare qualche canzone per cacciare via i miei pensieri. La batteria come al solito non me lo permette.

Ho una voglia pazzesca di lanciarlo contro quel muro, poi ricordo le ramanzine di Cam.

"Devi mantenere la calma anche tu, siamo un pò troppo nervosi" Disse quel giorno.

"Già, hai ragione"Risposi. Lui sorrise e mi spostò una ciocca di capelli attorcigliandola alle sue dita.

"Quando io diventerò nervoso penserò a te , al tuo sorriso, ai tuoi occhi che non smettono neanche un minuto di guardarmi, alla tua bocca che desidera cosi maledettamente la mia , alle tue mani che stringono cosi bene le mie, allora già mi sarò calmato." Mi strinse a lui e continuò parlare. "Però tu farai lo stesso, dovrai pensarmi, dovrai farlo sempre"

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