Capitolo 48

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Un risveglio spettacolare.

Non mi è mai capitato che qualcuno mi svegliasse baciandomi, accarezzandomi.

I domestici di mio padre mi svegliavano aprendo le tende, lui mi svegliava urlando, ecco perché io sveglio le persone urlando nelle loro orecchie.

"Buongiorno splendore" mormora contro le mie labbra.

Si china su di me baciandomi dolcemente le guance.

"Dobbiamo andare a scuola" Mormoro rovinando questo bellissimo momento.

I suoi occhi mi implorano di restare in questo letto, insieme.

Scuoto la testa "Non pensarci nemmeno" dico alzandomi dal letto.

Mi avvio in cucina, verso un po' di latte nella mia tazza, cerco di sorseggiare o almeno di mangiarmi qualcosa, ma senza successo.

Per qualche motivo a me sconosciuto, questa mattina non ho fame.

È una sensazione orribile, non è avere lo stomaco vuoto senza aver mangiato niente. Ho lo stomaco pieno, come se avessi mangiato ogni mia preoccupazione, ogni mia paura.

Appoggio il viso sul palmo della mano, inizio a viaggiare tra i miei pensieri, ma mi soffermo sul futuro.

Di solito, non penso mai al futuro.

Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei soffermata sulla mia vita futura.

Ho troppe domande a cui nessuno sa rispondere, neanche me stessa.

La prima domanda che continuo a pormi è se Cameron resterà con me, al mio fianco, o andrà via anche lui?

Mia madre mi farà ancora del male?

Ritornerò quella che ero, oppure conoscerò una nuova me?

Che strada intraprenderò?

Riuscirò a crearmi una famiglia? Dei bambini?

Che magari mi somiglieranno anche.

Provo a rispondere alla prima domanda, dipende tutto da me.

Se io lo lascerò andare via, se ne andrà.
Prima o poi si stancherà del mio essere fredda, distaccata.

Se io non lo lascerò andare via, lui resterà al mio fianco.
Ma non posso forzare una persona a restare nella mia vita, se quella persona non vuole.

La seconda è una domanda che oramai mi pongo ogni giorno, lei continuerà a farmi del male, la risposta è così evidente.

Continuerà a fare del male a me, a mio padre e a tutte le persone a cui noi vogliamo bene.

Lei sa tutto, eppure non lavora per la CIA, come mio padre.

La terza risposta, dipenderà tutto da me, dal mio comportamento, dal mio essere debole, piena di vuoti e ferite.

Mi piacerebbe anche conoscere una nuova me, anche se da quando sono qui, ho conosciuto molti aspetti di me stessa, non avevo idea di averli.

La quarta, questa è una domanda che forse ci facciamo un po' tutti arrivati all'ultimo anno di Superiori, oppure anche prima.

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