Capitolo 40

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Seduta vicino a Cameron, durante il viaggio di ritorno, come un vizio devo pensare a lui, anche se è a tre centimetri da me.

È diventato proprio un vizio, pensare a lui.

A dire il vero, stanotte volevo dedicare del tempo a lui nella mia testa, volevo pensare a lui, a me, a noi.

Ma tra le sue braccia mi sono addormentata così velocemente che stamattina aprendo gli occhi credevo fosse un sogno.

Spero non sia uno dei miei tanti sogni che poi si sono rivelati incubi.

Ancora non posso realizzare il fatto che ieri sera io e Cameron siamo diventati uno la metà dell'altro.

"Ashley" Mi richiama Cam. "Siamo quasi arrivati, lo sai?"

"Si, lo so"

"E sai anche che mi prenderò cura di te, vero?"

"Può darsi!" Metto il broncio, lui mi bacia.

"Dovremmo dirlo agli altri" Fa lui.

"Dirgli di noi?" Chiedo.

"Si dovremmo dirglielo, prima o poi" Sorride .

Sono davvero pronta per una relazione con Cameron? Sono davvero pronta per farlo sapere a tutti?

Anche se, forse, gli altri già sapevano di noi prima ancora che ce ne accorgessimo.

"Siamo arrivati!" Esclama Nash correndo fuori dal pullman.

Cameron cammina al mio fianco, andando verso la casa di mio padre.

"Eccoli, non resistevo più senza avervi accanto" Afferma Melanie abbracciando Nash, poi me e Cameron.

"Papà!" Esclamo abbracciandolo, lui mi abbraccia ma si blocca un attimo dopo.

"Ashley" Dice con tono duro. "Mi avete fatto preoccupare, per quel fatto" Dice gesticolando.  "Non credi che dovremmo parlarne del tuo comportamento?"

Mi guardo intorno cercando qualcosa da dire, che non troverò sicuramente guardando una parete.

"Will, cosa ne dici di questa maglietta che sta per diventare tua?" Interviene  Cameron salvandomi il culo.

"L'hai comprata per me? La maglietta dei Marlins?" Urla mio padre mentre i suoi occhi luccicano per la felicità. "Grazie Alexander"

Mio padre, a volte lo chiama con il suo secondo nome, Alexander.

Irritante.

Prendiamo il primo taxi disponibile, ci porta avanti casa.

Rientro di corsa andando di sopra, mentre Nash starà ancora pagando il tassista.

"Nash" Lo chiamo andando nella sua stanza fermandomi avanti la porta. "Selena come mai non è venuta con noi?" Chiedo.

Nash sbuffa tornando a disfare la valigia, buttando i suoi vestiti dappertutto.

È sempre stato così ordinato, adesso che c'è Selena nella sua vita c'è un caos totale, non solo nel suo cuore, ma se continua così anche nella sua camera.

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