Capitolo 74

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Quando finalmente apro gli occhi, riamane solo il ricordo di lui al mio fianco.
È andato via, ci sono solo io su questo scomodo e vuoto divano senza di lui.

Il suo scopo.
Vendicarsi.

"Buongiorno peste" La voce di mio padre mi risveglia del tutto.

"Buongiorno anche a te papà"

"Come mai sveglia?" Mi chiede sorseggiando il suo solito caffè freddo. Fare colazione con il caffè freddo è una della poche cose che abbiamo in comune. Lui lo fa ancora, io ho smesso molto tempo fa. "Vuoi?" Mi passa del caffè.

"Non riuscivo a dormire" Cerco di essere il più convincente possibile mentre accetto il suo caffè freddo.

È da tanto che non parlavo con mio padre.
Avevo quasi dimenticato di come ci somigliassimo.

"Faccio finta di crederti" Ridacchia. "Bambina mia, stasera c'è il famoso ballo di fine anno" Spera in tutti i modi che dicendo questa frase , io possa spifferargli qualcosa.

"Già" Alzo lo sguardo verso i suoi occhi azzurri e lui mi fa segno di continuare a parlare. "Andrò con Cameron"

"Sei stata fortunata, diciamo che adoro quel ragazzo"

"Già, papà lo adoro anche io"

"Non avevo dubbi" Dice con tono armonioso. "È davvero un bravo ragazzo, credimi se dico che sono davvero felice per voi. Sei sempre la mia bambina, faccio davvero fatica a mandare giù il fatto che tu abbia un ragazzo. Ma vedi, lui ha tirato il meglio di te che avevi sotterrato nel profondo della tua anima per anni. Vorrei tanto sbattere in faccia a tua madre quanto male ti ha fatto in tutti questi anni. Quanto male può farti una persona solo andando via da te? Mi ripetevo questa domanda ogni giorno. E credimi, faceva male. Vorrei tanto dirgli che sono così fiero di mia figlia. E sai cosa vorrei fare? Vorrei ringraziarla per averti reso così forte e pronta a tutto. Vorrei ringraziarla solo per il semplice fatto di essersene andata via. Ce la siamo cavata Ashley, guarda adesso cosa siamo. Non ho avuto ancora modo di incontrarla, ma non esiterò a tagliarla fuori dalla mia vita"

Posso notare i suoi occhi stanchi e allo stesso tempo lucidi. Da anni non vedevo mio padre così. "Papà" sussurro abbracciandolo. Lui ricambia il mio abbraccio. "Mi sei mancata Ashi" Confessa.

Sorrido al solito nomignolo che mi dava da piccola. "Ora è meglio che vai a prepararti"

Aprendo la finestra, un leggero venticello di prima mattina mi sfiora il viso.

Il freddo dell'oceano così limpido mi accarezza le guance.
Ho sempre guardato fuori da questa finestra, ma non ci ho mai visto granché.

Solo oggi mi accorgo che dà qui si ha un bellissimo panorama dell'oceano. Un bellissimo panorama di Los Angeles.
Quando sei felice sembra che tutto appari ai tuoi occhi più bello di quanto non lo fosse mai stato.

Un grazie stamattina va a mio padre.

Una persona forte, una persona come me.

Non credevo che io e lui, con il tempo, ci saremmo abbracciati. Il nostro è stato sempre un rapporto freddo e distaccato, o meglio, il mio.

Sveglio Jack con delicatezza e vado a prepararmi per affrontare il cosiddetto ultimo giorno agli inferi.

"Il ballo è stasera" Urla Jack notando il mio ritardo nell'uscire dal bagno.

Come sempre, non perdo tempo nel prepararmi, mi perdo tra i miei pensieri.

Maledetta me.

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