Prologo.

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È il 15 settembre e oggi inizio il mio primo giorno di università. Ho amato la musica fin da piccola e ho sempre cercato di spianarmi la strada verso il mondo canoro. Amo cantare e suonare, anche se so soltanto qualche nota al pianoforte, ma imparerò. Ho sempre ammirato le star, gli attori e le attrici, perché spesso con il lavoro ti salvano, ti migliorano la giornata o semplicemente ti fanno sorridere. Ed è questo che voglio fare io, salvare le persone, farle sorridere o semplicemente farle stare meglio con le mie canzoni. Ho scordato di presentarmi, mi chiamo Camila Cabello, ho diciannove anni e il mio sogno è di diventare una cantante. Vivevo a Dallas fino a due anni fa, quando mio padre ha avuto una promozione e lo hanno trasferito qui, a Los Angeles, un posto davvero bellissimo. Abbiamo una casa più grande a due piani, con anche una soffitta ed un giardino, mentre il viale dove si trovano le altre villette è decorato da delle recinzioni bianche, stile film. Esco di casa presto, le strade non sono molto piene, anche se inizio già ad intravedere le prime file di traffico. Il vento è freddo e mi fa rabbrividire lievemente, nonostante il sole batta alto nel cielo. Ecco, una cosa che non ho mai capito è proprio questa: perché deve esserci freddo con il sole che splende ed è caldo? Non credo troverò mai una risposta. Mentre ascolto musica con le cuffie mi avvio alla mia decappottabile, l'accendo e mi dirigo a scuola. Arrivo in anticipo di 15 minuti, così vado allo sportello di informazioni per i miei orari. Nell'attesa mi perdo nell'ammirare la grandezza della struttura. È di colori neutri e ha una moltitudine di aule e corridoi; in questi ultimi vi sono appesi quadri studenteschi o d'arte e nell'atrio è presente un mini bar, oltre alle macchinette per il caffè o snacks, per poter fare colazione nel caso in cui non si riesca a casa. Direi che è un'ottima idea. La segretaria richiama la mia attenzione con due colpetti sulla mia spalla, mi lascia i fogli richiesti e torna al lavoro. Mentre sono alla ricerca del mio armadietto, mi perdo in una canzone di Ed Sheeran, finendo così nel corridoio sbagliato. Mi trovo improvvisamente davanti ad un ragazzo che giace a terra con un labbro spaccato e il naso sanguinante, una ragazza che mi da' le spalle e che si massaggia una mano, ed infine, pochi ragazzi in giro che si sono fermati a guardare la scena. Vedo soltanto i suoi lunghi capelli mossi e neri, il suo fondo schiena e il viso del ragazzo sanguinante. Come mio solito, non mi faccio i fatti miei e corro ad aiutare il moro. Non calcolo minimamente quella figura femminile sconosciuta, mi preoccupo solamente di aiutare la vittima della situazione. Dopo aver pulito il suo viso dal sangue con un fazzoletto, gli suggerisco di andare in infermeria e lui, dopo avermi ringraziata, scappa via. Nel mentre, una voce calda e roca mi fa sobbalzare. Mi giro per vedere chi mi ha chiamata, ma l'unica cosa che vedo subito è una mano che preme contro la mia guancia. Sento un sonoro schiocco, lo ammetto ed essa mi inizia a pulsare. Di primo impatto non reagisco subito, ancora frastornata dal gesto, ma poi la rabbia prende il sopravvento.
-Ma che diamine fai? Mi hai fatto male! Si puo' sapere che cavolo ti frulla in quella testa? Non puoi picchiare la gente a caso!- dico furiosa. Mentre aspetto una risposta, analizzo la figura davanti a me. Alta 1,70 circa, occhi verde smeraldo e di una profondità mai vista, fisico normale con i fianchi leggermente accentuati e delle labbra quasi carnose e rosse per il rossetto. Ne rimango impressionata, tanto da non accorgermi che ha iniziato a parlare.
"Ehi, dico a te!" mi riscuoto.
-Come?-
"Non provare a metterti in mezzo un'altra volta okay? Non sono affari tuoi questi" risponde seccata. Ma dico io, che problemi ha questa?
-Allora, non so cosa sia successo e non mi importa saperlo, ma non puoi picchiare la gente come se niente fosse okay? Soprattutto se le persone come me non ti hanno fatto nulla. Quindi vedi di controllarti un po'.- Sono così arrabbiata che la sua vicinanza e il suo sguardo omicida non mi fanno nessun effetto, per il momento. La sorpasso per tornare sulla mia strada e andare a cercare il mio armadietto, ignorando i mormorii creatisi. Quando finalmente lo trovo, esulto leggermente, per poi posare tutti i libri che ho nello zaino al suo interno. Tengo solo un quaderno e l'astuccio, chiudo lo sportellino e mi volto per andare a cercare la mia classe. Il problema sorge qando voltandomi, incontro due occhi verdi a pochi centimetri dai miei. Indietreggio per lo spavento e poggio una mano sul metto in modo automatico. 'Ti prego dimmi che ora non mi prenderà di mira' penso tra me e me. Il suo sguardo è calmo e penetrante, tanto da lasciarmi imbambolata un'altra volta. Si avvicina piano e mi attira a sé per i fianchi. Provo a liberarmi ma ha una presa salda, tanto da farmi rinunciare all'impresa.
-C-cosa v-v-vuoi ora?- chiedo tra l'imbarazzo e la paura. Diversamente da quando sono arrabbiata, nel mio stadio normale sono timida ed il mio coraggio è sotto zero. Sento gli occhi di tutti su di me e questo mi irrita e mette a disagio. Avvicina le sue labbra al mio orecchio, facendomi solletico col suo respiro. Inutile dire che trattengo una smorfia di risolina.
"Nessuno mi parla così" inizia sussurrando "e sai perché?" Odio questa situazione, odio la mia boccaccia e il mio altruismo. Nego con la testa.
"Perché so rendere la vita delle persone un inferno. Soprattutto quando mi interessano" afferma. Lascia la presa dal mio corpo e punta il suo sguardo nel mio, che al contrario di prima non è furioso, bensì spaventato e confuso. Si allontana velocemente da me, raggiungendo un gruppo di ragazze alla fine del corridoio, mentre io mi appoggio con una mano ad un armadietto per non cadere. Non sento le gambe, sembra mi abbiano abbandonate. 'Camila, in che guaio ti sei cacciata?' Mi domando con un brutto presentimento.




HowIceAndFire

La storia è sua. I diritti SONO TUTTI SUOI. Io ho preso solo in "prestito" la storia per poterla fare versione Camren. Ti ringrazio perché sono davvero felice di poterla scrivere *------*

che ci fate ancora sul mio profilo?! Andate a leggere la sua storia. Forza. Su su.

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora