Parte 30

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Sento qualcuno chiamarmi, scuotermi, il corpo è dolorante. Provo ad aprire gli occhi ma non ci riesco. Li sento pesanti, come le braccia e la gambe. La testa mi pulsa parecchio e non capisco perché. Alzo poco le palpebre e una fogura sfocata mi sta accarezzando una guancia.
"Ti prego resisti" continua a ripetere. Non capisco perché la voce mi sembra così familiare.
"Non puoi andartene anche tu" continua stavolta. Penso sia il continuo del sogno prima.
Cerco di mettere a fuoco le immagini, ma cado in un sonno profondo e maledico la mia debolezza. Perché questa persona è così disperata? Perché mi chiede di non andarmene? Perché il mio corpo non si muove? Tutto diventa buio e ciò che rimane, è l'eco di quelle parole.

Mi sveglio di soprassalto, la fronte è sudata. Sento l'aria mancarmi e respiro velocemente per prendere ossigeno. Una volta calmata mi guardo intorno, notando di non essere più in ospedale. Sono nel mio letto, sono a casa. Eppure una parte di me si sente un po' a disagio. Mi tocco la testa che mi pulsa e noto di non avere più bende o cerotti. Mi alzo e dopo aver preso confidenza con le mie gambe, cerco di andare in bagno senza cadere. Sono intorpidite, rigide, come se fosse la prima volta che le uso. Quando lo raggiungo mi guardo allo specchio, e noto un taglio in mezzo alla testa, non tanto grande ma profondo. O almeno, credo lo sia, dato che la crosta è color sangue ed ho probabilmente un trauma cranico. Per fortuna non hanno dovuto tagliarmi troppe ciocche di capelli e non sembro pelata. Al massimo metterò un cappello o farò in modo comunque di coprirlo. Mi lavo la faccia, i denti, metto qualcosa di pulito e torno a letto. Solo ora, al lato opposto di questo da cui sono scesa, noto una figura seduta su una sedia. Il capo appoggiato sulle braccia poste sul ciglio del cuscino, l'addome si muove in modo regolare, dei capelli scuri e mossi ricadono da una sola parte. Mi avvicino un po' e noto con piacere che è la ragazza dell'ospedale. Vorrei chiamarla per nome ma non mi ricordo. Mi rimetto a letto e inizio a guardarla. Dopo qualche secondo di contemplazione, mi torna in mente una parola.
-Jauregui..- sussurro. Perché mi sembra così familiare? Lo ripeto ancora e ancora, il tono della mia voce sempre più alto.
-Jauregui- dico con convinzione. La figura al mio fianco si muove un po', si alza lentamente, si stiracchia e poi mi guarda. Mi viene spontaneo ripetere quella parola, come se avesse un significato per entrambe.
"Buongior-"
-Jauregui- la interrompo e lei ammutolisce. Quel lieve sorriso che aveva si spegne e mi guarda in modo strano.
"Cosa hai detto?" Sussurra incredula. Per un attimo penso di aver detto qualcosa di brutto, così abbasso lo sguardo e mi ritraggo.
-I-io.. non volevo.. scusa..- che abbia detto qualcosa di brutto?
"Camila, è tutto okay... solo, ripetilo" mi dice con il tono di qualcuno che ha bisogno di qualcosa. Alzo gli occhi che incontrano i suoi, di un verde bellissimo. Fortunato il ragazzo con cui sta'. Perché avrà un ragazzo, di sicuro. Sento l'agitazione salire, ma nel profondo sento che in realtà non è una cosa che mi preoccupa. Che mi stia facendo film mentali per nulla? Ma poi perché dovrei farmeli? Siamo amiche noi, no? Non sarebbe qui, no? Mi sta salendo il mal di testa. Mi tocco la fronte e massaggio poi le tempie.
"Tutto okay? Ha detto il medico che non devi stressarti troppo" si avvicina e appoggia la sua fronte sulla mia. Il suo respiro sulle mie labbra, il suo corpo freme senza che io ne capisca il motivo, ma ciò che mi stupisce di più è il mio far lo stesso. Sento una strana voglia di toccarla ovunque, di stare tra le sue braccia, perfino di baciarla. Oddio, che sto pensando? Non posso pensare queste cose. Probabilmente lei nemmeno mi guarda. Allora perché è così tesa?
"Okay non hai la febbre" sospira sollevata e si allontana. D'istinto la trattengo per un braccio e lei mi guarda confusa. Restiamo qualche secondo a guardarci negli occhi, come se stessimo cercando una conferma, un permesso.
-E-ehm.. i-io.. s-s-scusa.. non so cosa mi sia preso..- la lascio andare imbarazzata. Abbasso lo sguardo e sento il suo bruciare su di me.
"È normale, tranquilla.." sussurra. Normale? Perché normale?
-Perché?- mi esce piano, così tanto che non penso mi senta.
"Il dottore ha detto che col tempo ricorderai, che non dovrai sforzarti troppo e che non dovrai prendere botte alla testa o peggiorerai" è triste. Vorrei tanto capire il motivo di tanta inquietudine e dispiacere. Le accarezzo una guancia e noto il suo fare un piccolo saltello, come se avesse paura. Chiude per un momento gli occhi e sembra calmarsi momentaneamente. Quando i suoi occhi rincontrano i miei, noto il loro essere lucidi e spenti.
-Tutto okay?- si alza dal letto e va un attimo in bagno. Sento ancora il calore della sua gota sul mio palmo. Sento dell'acqua scorrere e poi degli strani rumori.
-Che ore sono?- domando quando ritorna nella stanza. Si dirige vicino al mio mobiletto e guarda l'orologio del telefono.
"Le 21:00, ora ti porto giù a cena e poi letto. Tra qualche giorno ricomincia la scuola e devi essere in forma" mi sorride dolce. Faccio lo stesso ed annuisco. Mi alzo e vado verso la porta per scendere, ma avendo affrettato i passi perdo l'equilibrio. La ragazza mi prende in tempo e mi tiene stretta a se. Sento il suo profumo così familiare, nostalgico, come se ne avessi una dipendenza enorme. Mi stacco imbarazzata ma lei mi tiene saldamente per i fianchi.
-I-io.. non.. scusa..- sono rosso pomodoro probabilmente.
"È tutto okay.." penso stia pensando.
"Comunque.. ritornando a prima.. Jauregui è il mio cognome.." rimango spiazzata. Sto per domandarle come si chiama quando mi prende in spalla e mi porta fino in cucina. Per tutto il tempo che siamo state a contatto, il mio corpo non ha fatto altro che chiedere di più, cosa abbastanza strana. E se tra noi ci fosse stato qualcosa che va oltre l'amicizia? No, non penso. Me l'avrebbero detto. Lei me l'avrebbe detto. Trovo la mia famiglia al piano di sotto e la mia migliore amica.
<Ma buongiorno!> esclama contenta. Mi viene ad abbracciare e mi invita a sedermi. Mi appoggio a lei, mentre occhi verdi si siede alla mia destra. La cena è abbastanza silenziosa e questo mi mette un po' di agitazione. Per tutto il tempo parlo con Dinah e papà, occhi verdi e mia madre non dicono nulla.
<Beh grazie per la cena, ma io tra poco ho un volo e dovrei andare.. sono contenta di sapere che stai bene> mi stringe fote a sé. Penso che senza lei non so cosa farei. Quando sto per andare a dormire, di nuovo, vedo la ragazza dai capelli corvini andare verso la soglia.
-Ehi!- quasi urlo, lei salta.
"Tutto bene?" Ha ancora lo sguardo un po' assente.
-Il.. tuo... ecco... non mi ricordo il nome..- le scappa una piccola risata.
"Lauren" mi sorride dolce. Che bel sorriso.
-Dove vai?- sembro agitata. O forse lo sono?
"A casa..?" Dio è vero, che imbecille che sono.
-Ah.. capisco..- non voglio vada via.
"Ci vediamo domani.." si volta. Sta per chiudere la porta quando la fermo.
-Dormi con me- rimane sorpresa.
-Ti prego, dormi con me-

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora