Parte 4

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Purtroppo io e Normani non abbiamo le due ore insieme ed io non conosco nessuno. Esco dagli spogliatoi con dei pantaloni della tuta lunghi e una maglia a maniche corte che fa intravedere la pancia. Ora che la osservo bene, mi rendo conto che questa maglia è quella che usavo quando andavo a hip-hop. Non avendo portato nessuna maglia di ricambio, mi rassegno e raggiungo gli altri, seduti in gruppi davanti al prof che fa l'appello. Ad un tratto sento qualcuno toccarmi la spalla destra, facendomi venire un breve infarto. Quando mi volto e noto che è Thomas, tiro un sospiro di sollievo. Se fosse stata lei, credo che sarei scappata a gambelevate.
<Hei>
-Ciao, hai palestra con me oggi?- domando confusa, non l'ho mai visto qui.
<Non proprio, la mia classe è in gita ed io non sono potuto andare, quindi aiuto il coach con le valutazioni> mi spiega lui un po' dispiaciuto. Gli poggio una mano sulla spalla per consolarlo.
-Almeno mi fai compagnia, io non conosco nessuno qui- faccio un finto pianto. Ridacchia seguito poi da me, che ringrazio mentalmente che lei non sia qui. Mi alzo per la corsa di riscaldamento, salutandolo con la mano e avviandomi con gl altri. Dopo tre giri di corsa, Thomas ci fa fermare tutti per due minuti, comunicandoci poi di metterci in fila per la prova a tempo di salto con la corda. Esulto mentalmente, dato che nel saltare la corda sono bravissima e mi diverto un mondo. A parte una ragazza che ha qualche difficoltà, il resto dei presenti se la cava bene. Mi avvicino alla persona impedita mentre aspetto i nostri turni e le chiedo se vuole una mano.
<Cert-... tu? Da quando fai il mio corso?> chiede in modo brusco. è Cayley, una del gruppo di Lauren, che non ho mai visto qui e con cui non ho mai parlato.
-Da sempre. Allora vuoi una mano? Tra poco tocca a te- cambio discorso e forzo un sorriso. Lei sembra pensarci su, ma poi rifiuta.
<Nulla di personale, ma se Lauren mi vedesse anche solo sfiorarti mi ucciderebbe> afferma lei a bassa voce. Cosa c'entra ora? Le ho chiesto se vuole una mano non se vuole scoparmi. Dio.
-Senti, devo solo farti vedere come si fa...-
<Cayley!> chiama il coatch. Ok, come non detto, Dopo di lei tocca a me, così mi preparo al punto di partenza. Faccio tutto il percorso senza sbagliare e anzi, mi diverto un mondo. Quando finisco, mi dirigo da Thomas per ridargli la corda da mettere a posto e nel frattempo chiacchieramo.
<Sei brava con la corda> dice lui. Arrossisco un po' per il complimento e poi lo ringrazio. Perché lei non puo' essere così? Facciamo vari esercizi con la palla, pallavolo e della ginnastica per allungare le gambe e le braccia, infine altri due giri di corsa. La campana suona, interrompendo i miei pensieri che fino ad ora erano rivolti alla nera e alla sua premessa di vederci in palestra. Mi fermo un momento a parlare con il prof di ginnastica, il quale mi informa che ho avuto il tempo migliore di tutto il gruppo. Lo ringrazio e mi dirigo a cambiarmi. Intraprendo il corridoio che porta agli spogliatoi, quando qualcuno mi afferra per un braccio e mi tira dentro quello dei maschi. Mi tiene da dietro tappandomi la bocca con una mano ed io, credendo sia qualche malintenzionato inizio a scalciare ed urlare. Ho le lacrime agli occhi ma cerco di non farle uscire. Piangere non servirebbe a niente. La mia paura viene scacciata da un profumo che ho già sentito altre volte, così tante negli ultimi tempi che mi si chiude lo stomaco. Mi calmo e lei mi lascia andare. Mi allontanto e mi appoggio con la schiena al muro.
-Ma sei matta? Mi hai spaventata a morte!- urlo mentre riprendo fiato. Lauren mi guarda dispiaciuta, ma poco dopo i suoi occhi assumono un'aria diversa.
"Che bel modo di salutarmi" la sua voce roca mi si pianta nelle orecchie. Ormai calma, mi avvicino lentamente e di poco, temendo una qualche reazione improvvisa.
-Mi spiace io... i-io mi ero solo spaventata... pen-savo fosse u-un malintenzionato ecco...- dico guardando per terra imbarazzata. Odio non riuscire a guardarla negli occhi per più di trenta secondi.
"Okay... ma chi ti dice che io non lo sia?" domanda avvicinandosi. Resto immobile per paura di far qualcosa che possa infastidirla, mentre mi stringo nelle spalle e continuo a guardare il suolo.
"Non dirmi che hai paura di me..?" domanda ad un passo da me. Sinceramente, dipende dai momenti. Ora non voglio farla innervosire, ma se fossi arrabbiata me ne infischierei. -Non sempre- rispondo piano. Indietreggio per prendere distanza e respirare, ma lei si avvicina di conseguenza, chiudendomi tra sé ed il muro alle mie spalle. è possibile che debba finire sempre in queste situazioni? Con lei?
"Ed ora?" ha la voce bassa, che alle mie orecchie sembra più sensuale del solito. Mi accarezza la guancia sinistra e mi alza il viso da sotto il mento, invitandomi a guardarla negli occhi. Le sue iridi verdi sono stranamente più limpide degli altri giorni, un misto tra verde chiaro e azzurro. I più belli che abbia mai visto.
-N-no..- rispondo a fiato corto. I battiti accelerano come un treno in corsa, il respiro si fa corto, tanto da farmi andare quasi in apnea. Mi mordo il labbro come è mio solito fare quando sono nervosa, e noto il suo sguardo spostarsi proprio lì.
"Stavolta non mi scappi" afferma decisa, mentre si avvicina ancora di più a me, facendo sfiorare i nostri seni. Sussulto al contatto ed arrossisco subito dopo. Non ricordo l'ultima volta che qualcuno mi abbia fatto quest'effetto. Lei sorride compiaciuta dalla mia reazione, poi poggia la sua fronte sulla mia chinandosi un po', dato che è più alta di me di dieci centimetri. La troppa vicinanza mi fa tremare le gambe, le braccia, tutto il corpo. Credo che se non fossi appoggiata al muro, sarei caduta da un pezzo. Posa la sua mano calda sul mio fianco scoperto e credo di aver l'adrenalina a mille. Basta un suo tocco così innocente a farmi perdere la testa.
-I-o.. i-io non posso..- sussurro quasi al limite.
"È questo il problema, dici che non puoi, non che non vuoi" mi spiazza. Sta per baciarmi, quando sento una voce avvicinarsi sempre di più alla porta, per poi aprirla. Ne approfitto per sgattaiolare via da lei e correre a cambiarmi.
"Dimenticavo, hai un bellissimo culo quando ti pieghi a fare esercizi" esclama lei, ignorando la presenza di mezza scuola, compreso Thomas, seduto sul tavolo dove il prof poggia il registro.
-Dopo ti spiego- dico di fretta, rossa in viso dall'imbarazzo. Mi cambio velocemente e trovo all'uscita Thomas ad aspettarmi. Mi accompagna fino al mio armadietto, dove devo aspettare Normani e prendere chimica e storia. Nel tragitto gli racconto tutto.
<Ho capito... ma lei non ti interessa vero?> chiede lui.
-Perché?- domando curiosa.
<Ti distruggerebbe> dichiara con lo sguardo un po' triste. Lo fermo per un braccio e lo guardo negli occhi intensamente.
-Nessuno puo' distruggermi, solo io posso farlo- affermo amaramente decisa. Gli sorrido per fargli capire che è tutto okay, dopo di che gli domando perché avevano litigato quel giorno di un mese fa.
<Mi è venuta addosso e pretendeva che mi scusassi. Io ho rifiutato e l'ho ignorata. Lei mi ha fermato e mi ha tirato un pugno e poi un calcio... infine sei arrivata tu> conclude, mentre si gratta il capo leggermente imbarazzato.
-Allora non è un'impressione mia che lei sia una persona abbastanza violenta- ammetto ridacchiando. Lui scuote la testa. In lontananza vedo Normani che mi raggiunge sorridendo, ma quando vede Thomas è come se si imbabolasse.
-Ehi, c'è qualcuno?- domando mentre le sventolo una mano davanti agli occhi. Si riscuote e saluta il ragazzo con la mano.
<-Ho qualcosa da raccontarti!-> diciamo insieme. Ridiamo seguite da Thomas, che si congeda perché deve andare a lezione di fisica.
<Quindi tu e Thomas...> inizia lei. Capisco subito dove vuole arrivare, così la fermo subito.
-No, no, stop. Siamo amici, credo. Diciamo che nella mia testa c'è qualcun'altro- dico tranquillamente.
<O forse volevi dire che nel tuo cuore c'è un'altra?> dice tra il divertito e il preoccupato.
-Ad ogni modo devo raccontarti quello che è successo in palestra...- e così ricomincio da capo l'accaduto di 10 minuti prima. Quando finisco, lei è confusa quanto me.
<Non capisco... davvero>
-Nemmeno io...- ammetto.
-A proposito di prima, non è che ti piace Thomas?- A sentire quella frase, Normani diventa bordeaux e guarda in basso.
<Ma no, che dici, poi nemmeno mi guarda..> afferma leggermente triste.
-Quindi ti piace, come pensavo. Uhm, farò in modo di scoprire a chi è interessato- le comunico determinata. <Comunque devo dirti na cosa> riprende lei.
-Dimmi- la guardo.
<Hanno aperto un concorso canoro/strumentale. Possono partecipare tutti> le brillano gli occhi.
-Beh, iscriviti no?- le suggerisco allegra.
<L'ho fatto> mi fa l'occhiolino. Arriviamo a chimica, ma stranamente la prof non arriva. Entra improvvisamente Lauren, che senza dire niente mi trascina fuori dalla classe. Normani mi segue, ma la nera le ordina di restare dov'è, se non vuole guai. Io le faccio segno di ascoltare. Lauren riprende a camminare velocemente, finché non arriviamo in una saletta, credo l'infermeria, e mi getta sull'ultimo lettino della stanza, chiudendo poi la tendina dietro di lei. ma è bipolare per caso? Si mette sopra di me, seduta sulla mia intimità e appoggiata sulle ginocchia. Non va bene per nulla. C'è qualcosa che non va. La guardo negli occhi e noto essere rossi e le pupille dilatatissime.
-Lauren, che cos'hai combinato?- la mia voce è un soffio. Sposta i capelli a sinistra, dando più visibilità al suo volto. Le sue mani, solitamente calde, sono gelide.
"Ssh, sta' zitta" sbotta. Provo a liberarmi, ma mi blocca i polsi ai lati del mio corpo.
"Stà ferma, zitta e non osare replicare" dice più calma.
-Ti sei cannata? Perché?- domando confusa.
"Non importa" ribatte continuandomi a guardare.
-Dimmelo- riprovo. Devo capire. Per una volta devo capire.
"Ho detto di stare zitta, cazzo Camila" si sta innervosendo.
-Se no? Mi picchi? Come l'altro giorno? Avanti sono qua. Ma non risolverai nulla- dico freddamente. Il suo corpo si irrigidisce e temendo l'ennesimo pugno o schiaffo, serro gli occhi. Al contrario di ciò che credevo, lascia la presa dal mio polso destro e dopo aver appoggiato la sua mano libera sulla mia guancia, passa il pollice sul mio labbro superiore, osservando attentamente il suo stesso gesto.
"Ti fa male?" la sua voce è bassa.
-Un po'..- arossisco. Avete presente quando vi sembra di non star respirando? Che tutto il resto si sia fermato? Sento questo, forse anche altre emozioni contrastanti, che mi affollano la mente e il petto. Mi irigidisco quando la sento stendersi su di me, mentre ha spostato il suo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi. Sento strane sensazioni al bassoventre, che cerco di controllare meglio. Evito il contatto visivo e con la mano libera cerco di allontanarla.
-L-Lauren.. ti prego.. f-fermati, n-n-non qui...- chiedo imbarazzata.
"Quindi da un'altra parte sì?" sorride maliziosa. Non riesco rispondere perché infila la mano libera sotto la mia felpa, facendomi, sussultare al contatto con essa, che è ghiacciata. Arriva fino al mio seno destro, che stringe stranamente piano. Contemporaneamente inizia a baciarmi il collo, alternando morsi e lievi succhiotti. Ora credo davvero di non star respirando, come credo che il cuore stia per uscirmi dal petto.
-L-Lauren.. no.. t-ti p-pr-ego..- mi manca il respiro.
"Perché?" sbotta. Perché ora fa così? Perché sembra ferita?
-N-non sono le altre, lo sai. Io non voglio scopare, non voglio essere una delle tante, non voglio stare male, Lauren- rispondo tra il fiato mozzato e il timore di dire qualcosa di sbagliato. Mi lascia il seno così come l'altro polso, si alza da me e si stende al mio fianco.
"Abbracciami e sta zitta, e stavolta non voglio obiezioni" esige. La voce roca, calda e quasi tagliente mi convince a non dire nulla e a fare quel che ha chiesto. Le accarezzo esitante il capo, ma quando mi accorgo che si è addormentata, mi rilasso anche io, tanto da lasciarmi prendere dalle braccia di Morfeo. Se solo lei capisse quanto male mi sta facendo: starmi così vicino e non poterla avere.

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