Parte 52

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Apro piano gli occhi, richiudendoli velocemente e aspettando un po' prima di riprovarci. Sbatto un paio di volte le palpebre, prima di abituarmi alla fastidiosa luce che illumina la camera. Mi guardo intorno, sono su un lettino in una sala da visite vuota, macchinari vari mi circondano e il silenzio sembra quasi assordante. Mi massaggio la fronte e cerco di fare mente locale. Il rumore di una porta che si apre mi distrae, portando il mio sguardo verso la persona che è appena entrata.
"Allora, stai meglio?" Domanda sorridendomi.
-Sì, ora è tutto okay. Mi aveva avverita il dottore di non sottopormi a troppo stress, ma ultimamente è stato inevitabile- abbozzo un sorriso, che lei ricambia subito dopo.
"È tardi, dovremmo andare a casa ora.." riprende un po' insicura.
-Tardi? Che ore sono?- domando curiosa.
"Ehm.. le sette e mezza di sera... hai dormito parecchio" ride piano. Direi che ho recuperato delle ore di sonno. Mi faccio leggermente seria, pensando se posso o meno andare a salutare mia madre. Chissà come starà, avrà già mangiato? Starà riposando? Non voglio lasciarla qui da sola.
"Camz?" Richiama la mia attenzione.
-Mh?-
"Lei sta bene, sono andata a vedere poco fa. L'orario visite è finito, verremo domani okay?" Mi accarezza la guancia sinistra con il pollice, il palmo della mano appoggiato ad essa. Annuisco e lentamente mi alzo, cercando di non cadere. Una volta constatato che sto bene e so tenermi in piedi, il medico che ha aiutato Lauren a portarmi qui mi lascia uscire dall'ospedale. Andiamo verso la macchina e una volta dentro ci avviamo verso casa, o almeno, credevo che fosse quella la meta.
-Dove andiamo?- chiedo curiosa.
"In un bel posto, ti piacerà" afferma, lo sguardo fisso davanti a lei. Non insisto e mi metto comoda. Intanto il mio stomaco inizia a brontolare rumorosamente, tanto che arrossisco dall'imbarazzo quando lei inizia a ridere.
-C'è anche da mangiare dove mi stai portando? Perché sto morendo di fame- domando speranzosa. Lei si volta verso di me e una volta fermata davanti ad un semaforo rosso. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si sporge a baciarmi una guancia.
"Vedrai" sussurra sorridendo, per poi ritornare composta al suo posto e partire. Il calore del suo respiro mi solletica l'orecchio e questa sensazione non svanisce nemmeno dopo. Dopo più o meno mezz'ora di macchina, si ferma davanti ad un piccolo ristorante che si sporge sul mare, non è grandissimo visto da fuori, ma ha un colore sul blu scuro metallizzato.
Sono così concentrata ad ammirare la struttura, che non mi accorgo che Lauren mi ha aperto la portiera per farmi scendere.
-Grazie- sono confusa.
"Andiamo" mi prende la mano e mi accompagna. Quando entriamo rimango incantata, sembra di stare in un ristorante di lusso come quelli del film. Le stoviglie ai miei occhi luccicano, l'interno è decorato con varie sfumature di blu, i tavoli apparecchiati elegantemente, i camerieri hanno delle divise perfette. Ci avviciniamo alla reception, dove ci accoglie un ragazzo sui venticinque anni credo, che ci sorride calorosamente.
<Buonasera ragazze, cercate un tavolo?>
"Ho una prenotazione a nome Jauregui" risponde Lauren. Ha prenotato? E come sapeva che saremmo venute in tempo?
<Certo, seguite Tasmin, vi porterà subito> dice guardando la ragazza al suo fianco. Ci fa un lieve inchino e poi ci mostra dove sono i nostri posti. Incespico sui miei stessi piedi dopo aver urtato un signore per sbaglio e involontariamente prendo la mano di Lauren per reggermi e non cadere. Notando la forza che ci metto nel stringerla, ricambia e mi sostiene inconsapevolmente.
"Tutto okay?" Si volta a guardarmi. Annuisco sorridendo.
-Sì, stavo solo cadendo, ma mi hai tenuta in piedi- rido piano, non volendo disturbare le persone che stanno tranquillamente mangiando e parlando. Svoltiamo a destra e ci troviamo in un'aula vuota e al buio.
<È quello che aveva chiesto signorina?> domanda, il suo sguardo su Lauren. Lei di rimando annuisce, la ringrazia e la congeda. Rimaniamo solo noi. Ma è sicura di essere nel posto giusto? Mi lascia un attimo la mano e sento mettermi qualcosa sugli occhi, una benda forse.
-Che fai? Dove siamo?- odio non avere risposte alle mie domande.
"Tra un po' lo saprai" e la sento allontanarsi. Dopo pochi secondi la sento prendermi per un fianco e accompagnarmi da qualche parte, per farmi infine sedere.
"Okay, ora puoi guardare" e di conseguenza mi sfila ciò che mi copre la vista. Quando i miei occhi mettono a fuoco, quello che ho davanti mi lascia senza parole. Un tavolo pieno dei miei piatti preferiti è situato davanti a me, con tanto di succo di frutta, acqua e vodka alla pesca. La stanza è abbastanza grande da contenere anche la sala bar, un divano è un po' più nascosto, un letto matrimoniale.
-Dove siamo?- domando di nuovo.
"In un hotel con tanto di ristorante e vista sul mare" risponde lei.
-È tutto così... così.. non so che dire.. grazie- il cuore mi batte così forte che forse uscirà dal petto tra qualche secondo.
"Di nulla" si siede davanti a me. Passiamo la serata a scherzare e a parlare, il cibo non mi è mai sembrato così buono. Quando finiamo lei va un attimo in bagno ed io ne approfitto per sparecchiare e lavare tutto. Quando esce mi guarda e si mette a ridere, lasciandomi interdetta.
-Cosa?-
"Tu... t-tu hai.. oddio.." non riesce nemmeno a dire una frase. Aspetto che si calmi, mentre incrocio le braccia e corrugo le sopracciglia.
"Hai davvero lavato le cose a mano?" La sua mano sul suo stomaco. Annuisco. Ridacchia e si avvicina a me, ci dividono pochi centimetri.
"La sai una cosa?" Si china, i nostri nasi si toccano.
-Dimmi-
"Non penso te ne sia accorta, ma in alto, sugli scaffali, c'è un foglio che avverte di metterli in lavastoviglie" mi bacia una guancia e si allontana, andandosi a spogliare davanti al bagno. Rimango dove sono per qualche minuto, poi mi riscuoto.
-Ah..- che figura.
"Allora? Che fai ancora lì? Vieni dai."
-Dove?-
"A farti una doccia, ti aspetto dentro"
Doccia? Qui? Forse ha prenotato la camera tutta la notte? Smetto di pensare e mi spoglio velocemente, lanciando i vestiti per la stanza e rischiando di non cadere. Una volta nuda, mi dirigo nella vasca idromassaggio che trovo davanti a me appena varcata la soglia sulla destra. È spaziosa, intravedo dei ripiani dove sedersi e le bolle in mezzo ad essa. Lauren è seduta, gli occhi chiusi e la testa rivolta verso l'alto. È rilassata, probabilmente provata per la giornata passata. A pensarci, ne ha passate così tante in confronto a me, è normale che abbia costantemente paura di perdermi. Mi dirigo verso di lei, entro piano per non disturbarla e mi siedo al suo fianco. L'acqua è calda ed emana un tepore così bello, da farmi quasi assopire. Mi sento tirare per un braccio per poi ritrovarmi sulle sue cosce a gambe aperte, le mani appoggiate sulle sue ginocchia. Sento la sua intimità  sotto il mio sedere e questo porta ad agitarmi. Lei sembra tranquilla, un sorriso le solca le labbra.
"Bello vero?" La voce incredibilmente roca. È da troppo tempo che non la sentivo, che nostalgia.
-Davvero bello.. ma quando hai organizzato tutto questo? Intendo la cena, l'hotel.. e se non mi fossi svegliata in tempo?- mi sono stesa su di lei, le sue mani tra le mie sul mio stomaco. Mi abbraccia.
"Mentre dormivi come una principessa.. con la differenza che ogni tanto russavi" ride vicino al mio orecchio.
-Ehi, aspetta, io non russo!- mi volto verso di lei, ho messo il broncio.
"No, hai ragione. Sbavi."
-Ecco, vis... ehi! Non sbavo!- incrocio le braccia al petto laciando le sue, che rimangono dove sono.
"Invece sì" ride ancora. Mi alzo offesa e faccio qualche passo avanti, rimanendo sempre sempre di spalle.
"Bel culo" è seria.
-Grazie- non mi giro a guardarla.
"È proprio da mordere" dice a bassa voce, sicuramente per provocarmi.
-Guardare ma non toccare. E poi sono arrabbiata- non devo cedere. Sento l'acqua muoversi e poco dopo il suo corpo contro il mio. Mi accarezza le braccia con i polpastrelli e mi bacia le spalle. Sposta i capelli da un solo lato e passa le sue labbra sul lato del collo scoperto, arrivando alla clavicola e facendo il percorso inverso.
-Stai cercando di corrompermi?- la mia voce è bassa.
"Esattamente. Funziona?" Mette le mani sui miei seni e li stringe piano.
-Assolutamente sì- la mia testa appoggiata sul suo petto. Sento brividi di freddo mischiati a quelli per il piacere, i capezzoli mi fanno male talmente sono duri e lei continua a giocarci come se non fosse ancora abbastanza. Spingo il bacino verso di lei, che sento sorridere vicino alla mia mascella.
"È ora che ti rilassi un po' piccola" mi morde il lobo dell'orecchio. Si siede su uno scomparto e mi fa sedere su di lei, le gambe divaricate. Mentre continua a baciarmi il collo e a morderlo, fa scendere la mano destra verso la mia intimità, che inizia a stimolare passandoci sopra con tutto il palmo. La mano sinistra mi tortura ancora un seno. Sento qualcosa toccarmi il clitoride e inizia a massaggiarlo, sussulto. Dopo pochi istanti, inizia a strusciare sulle mie labbra un dito, probabilmente il medio, per poi infilarlo all'interno della mia apertura. Gemo, rilasciando gradualmente il respiro e dei sussulti.
"Ssh, ti piacerà" potrei venire solamente ascoltandola parlare. Il lieve fastidio, lascia spazio al piacere e dopo poco sono vicina all'orgasmo.
-I-io s-sto.. pe-r..- si ferma e lo estrae da me delicatamente. Si alza con me in braccio e mi porta davanti all'accumulo di bolle. Si abbassa quel tanto da farle arrivare alla mia intimità, portandomi a trattenere un grido di piacere e sorpresa.
"Ti piace?"
-S-sì- ho l'affanno.
"Stai per venire ancora?" Annuisco. Mi porta via da quella piacevole tortura e mi mette a sedere a bordo vasca. La guardo stanca e al limite della sopportazione, ma mi rallegro quando la vedo avvicinarsi alla mia apertura. La lecca un paio di volte, le mie mani le stringono i capelli mezzi bagnati. Fa entrare la lingua in me e inizia a cercare il mio punto debole. Una volta trovato, da un paio di spinte che mi portano finalmente alla sensazione di benessere tanto attesa, per poi rallentare il movimento fino a fermarsi. La ritrae e mi succhia il clitoride, gesto che mi fa saltare leggermente.
"È rilassata ora principessa?" Domanda.
-Moltissimo- le sorrido, il respiro regolare. Mi aiuta a rientrare e mi fa stendere a pelo d'acqua. Quando mi riprendo, cerco di ricambiare il favore, ma dice che al momento va bene così. Sono sicura, in realtà, che lo dice solo per non farmi faticare, probabilmente si darà più tardi piacere da sola. Ci insaponiamo, ci scacquiamo e poi ci vestiamo. Mentre mi vesto però, mi accorgo troppo tardi di una cosa, che avrei dovuto notare molto prima.
-Merda!- impreco, attirando la sua attenzione.
"Shit..." dice lei in risposta. E ora come si fa?

Spero che tutti quelli che seguono la mia storia e che abitano nelle zone colpite dal terremoto stiano tutti bene 😢 ho sentito stamattina e cavolo ragazzi 😢
-A

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora