Parte 16

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Mi guardano seri e ansiosi, come se quello che sto per dire possa fargli venire un infarto.
<Allora? Cosa devi dire?> domanda Thomas. Prendo un respiro profondo.
-So che non è compito mio.. ma credo davvero che Lauren abbia bisogno di andare da uno psicologo..- silenzio. I miei amici tirano un sospiro di sollievo e con loro anche io.
<Ci hai fatto venire un infarto!> esclama Normani. Addirittura?
-E perché? Cosa pensavate stessi per dire?- ora quella che attende sono io.
<Che avresti lasciato perdere Lauren o che ti avesse alzato le mani e volevi aiuto.. abbiamo pensato il peggio> dice Thomas. Forse avrei dovuto specificare il perché della mia richiesta di vederli. Inizio nervosamente a giocare con uno dei miei anelli in attesa di una risposta.
-Quindi?- il rumore delle auto che sfrecciano sulla strada da fuori la finestra è l'unico suono che irrompe questo silenzio.
<Credo che sia una buona idea. Insomma, avere quegli scatti così all'improvviso non è normale> afferma il mio amico. Normani fa un cenno di consenso col capo.
<Credo che le farà bene> dice la mia amica. Sospiro sollevata, ma sento lo stesso un filo di aria negativa.
-Dovete dirmi qualcosa?- sospirano pesantemente.
<Stamattina eravamo anche noi dal preside.. e.. beh..> Thomas si blocca. Perché deve farmi salire l'ansia? Iniziano a sudarmi le mani, la gola si secca.
<Quanto la fai lunga! Stai tranquilla, Lauren non ha avuto nessuna punizione grave, la ragazza sconosciuta dovrà riordinare le classi per una settimana dopo la scuola> riprendo a respirare. Per fortuna è andato tutto bene. No, aspetta.. in che senso una punizione non tanto grave?
-State scherzando vero? E Lucy che punizione ha avuto?-
<Ecco... Lucy ha dei cali in fisica.. e il preside ha deciso che Lauren dovrà darle ripetizioni finché non prenderà almeno una sufficienza> finisce con un filo di voce. Come? Cosa? Perché?
<Mila.. calma.. non succ->
-No invece! Lo so già che succederà qualcosa! L-lei me la por-terà v-vi-a!- sono andata in panico. Sto camminando avanti e indietro urlando dall'ansia.
<Camila, lei vuole te okay? Devi stare tranquilla> dicono entrambi. Forse sto esagerando, forse dovrei calmarmi. Improvvisamente squilla il mio telefono e tutti si immobilizzano. Rispondo senza guardare chi è.
-P-pronto?- balbetto.
"Puoi venire da me?" La sua voce è stanca. Le dico di sì e attacco. Mi passo una mano tra i capelli lisci e li sposto tutti da un lato.
<Noi andiamo.. okay?> mi dicono all'unisono. Annuisco e sorriso lievemente. Aspetto che i miei due amici escano dalla porta per loi seguirli e chiuderla dietro di me. Non prendo la macchina, preferisco camminare e calmarmi. Arrivo dopo circa dieci minuti e quando suono il campanello, l'ansia perduta ritorna. Ad aprirmi trovo Lauren in pigiama, capelli arruffati e occhi stanchi. Resto imbambolata sulla soglia per un po', prima di decidermi ad entrare. Mentre lei chiude la porta, io mi tolgo la felpa di superman rimanendo in canotta. Qua dentro fa piuttosto caldo, credo abbia i termosifoni accesi da un pezzo. Il tempo di voltarmi che si fionda sulle mie labbra in modo famelico. Qualcosa non quadra. Inizialmente ricambio insicura, dopo di ché, accorgendomi del suo non volersi staccare, la spingo via piano mentre riprendo fiato.
-Che succede?- domando. Ha il respiro affannato e gli occhi che, rispetto a prima, ardono. Mi osserva per qualche secondo, soffermandosi più del previsto sul mio seno. Quando me ne accorgo mi giro dall'imbarazzo. Se fosse stata un'altra persona avrei detto qualcosa, mi sarei coperta di più o avrei trovato una scusa per andarmene. Ma in questo momento non riesco a muovere un muscolo. Sento i passi avvicinarsi e inizio ad avere paura. E se fosse di cattivo umore? E se avessi fatto qualcosa che l'ha fatta arrabbiare? I miei dubbi vengono spazzati via dal suo abbraccio da dietro. Mi attira completamente contro il suo corpo e appoggia il suo viso nell'incavo del mio collo. Sussulto per la sorpresa, rilassandomi subito dopo quando inizia a lasciare delicati baci lungo il collo arrivando alla clavicola, mentre con la mano sinistra mi accarezza il braccio sinistro.
-L-Lauren?.. asp-ah..- gemo per il dolore improvviso e il piacere dato dal suo gesto. La sento farmi un succhiotto, uno di quelli pesanti. Quando finisce mi morde il lobo dell'orecchio e si allontana. Mi lascia in piedi in mezzo alla sala come una stupida e si dirige verso la cucina. Rimango ferma per qualche decimo di secondo e poi la raggiungo.
"Vuoi qualcosa?" Chiede senza prestarmi attenzione. Rifiuto e mi siedo. L'atmosfera è piena d'ansia e l'aria è tesa.
-Mi dici cos'hai?- chiedo.
"Nulla" non mi guarda. È intenta a guardare un punto a caso della stanza.
-È per la punizione? Ti turba?- il suo sguardo scatta felino su di me, come se avessi appena detto qualcosa di orrendo.
"Come lo sai? Mi hai seguita?" Il suo tono è beffardo.
-No, ho chiesto spiegazioni in giro- se sa che i miei amici hanno parlato, probabilmente domani li ucciderebbe. Sbuffa e si siede davanti a me.
"Ti rendi conto che dovrò stare un'ora al giorno con lei? Sarà un incubo" si morde il labbro e inizia a far vibrare la gamba. È nervosa.
-Puoi farcela okay? Tu cerca di spiegarle tutto il meglio che puoi, così prima prende un bel voto e prima te la levi di torno- le accarezzo una mano. Sospira ancora e a fatica si alza. Credo che le faccia ancora male il bacino. Mi conduce in camera da letto ed entrambe ci stendiamo una accanto all'altra. Io sono con la testa sul suo petto e con le braccia le circondo l'addome delicatamente. Il suo cuore è calmo e il battito regolare mi rilassa.
-Non andrai con lei vero?- mi lascio scappare. Se prima stava giocando con i miei capelli, ora è del tutto ferma e rigida.
"Non ti fidi?" La sua voce è bassa ed esprime delusione(?).
-No, mi fido, solo.. non mi fido di lei. Ho paura che possa fare qualcosa.. io non voglio.. lascia stare, sono un'idiota- mi stacco da lei e mi volto dall'altro lato. Sento il letto muoversi e poi due braccia calde che mi attirano verso un corpo anch'esso di alta temperatura.
"Non mi porterà via da te okay? Non succederà mai" afferma dolcemente. Non ne sono molto convinta, ma momentaneamente lascio perdere. Restiamo così per un po', finché non ricordo di cosa volevo parlarle. Mi giro verso di lei e prendo un respiro profondo.
-Ehm.. ecco.. posso parlarti di una cosa?- tasto il terreno prima di dirle tutto.
"Certo" mi guarda. Quegli occhi verde scuro mi fanno sempre perdere dentro di loro, sono più magnetici.
-Vedi.. so che non sono affari miei okay? Quindi non ti arrabbiare.. è solo un pensiero..- mi fermo un attimo.
"Continua" e se la prendesse male?
Deglutisco.
-Ho pensato alla tua situazione e a quello che mi hai raccontato su tua sorella, anche se molto vagamente.. quindi.. penso.. che.. sì ecco..-
"Dovrei parlarne con qualcuno che se ne intende?" Finisce la frase per me.
-Lo so che non ho nessun diritto per dirti queste cose.. ma credo possa aiutarti tanto.. quindi puoi pensarci? Per favore..- non la guardo. Ho paura della sua reazione. Sospira e mi accarezza una guancia.
"Va bene"
Un mese dopo
Lauren sta ancora dando ripetizioni a quella stronza, ma in compenso ha deciso di vedere una psicologa due giorni a settimana. È migliorata un po' riguardo al suo comportamento, ma c'è ancora da lavorarsi su. A parte noi nessuno lo sa, nemmeno la mia migliore amica. Non credo sia giusto nei suoi confronti se lo dicessi ovunque. È un venerdì di fine marzo ed io sto aspettando che Lauren finisca di dare ripetizioni a Lucy per andare al cinema. Sono già dieci minuti che aspetto ma nulla. Che sarà successo qualcosa? O che avrà perso la cognizione del tempo? No, non è mai successo. Mi faccio coraggio e vado nell'aula del dopo scuola a cui è stata assegnata. La cerco per circa dieci minuti e quando penso di aver perso le speranze ecco che la intravedo. Sto per bussare quando sento dei lamenti, o forse urli trattenuti. Quando apro la porta mi è tutto più chiaro. La ragazza dai capelli neri è seduta su un banco a gambe aperte mentre si regge con le mani per non cadere all'indietro. Ciò che mi ferisce di più però è vedere la ragazza per cui sto perdendo la testa, lì, in mezzo a quelle con una mano sotto la gonna. Non si sono ancora accorte di me e vedere il tutto alla fine mi fa mancare l'aria, mi fa venire la nausea e salire una gran rabbia.
"Contenta ora? Guai a te se ti fai solo rivedere o giuro che-"
-Se no cosa?- entrambe sobbalzano. La ragazza minuta sorride beffarda, Lauren sbianca.
"Non è come pensi, posso spiegare, asp-" tiro un pugno all'asse della porta. Per quanto faccia male, e fa dannatamente male, il cuore fa male di più.
-Non fiatare- la mia voce è fredda. Quando Lucy trattiene una risata non ci vedo più. Mollo lo zaino a terra, mi avvicino velocemente e la prendo per i capelli spingendola contro il muro. Il tonfo che si sente è incredibile. Senza darle il tempo di capire qualcosa le tiro un pugno, poi due e al terzo cade a terra.
-Ora credo che nessuno ti vorrà per un po', troia-
"Camila, smettila, lasciami spiegare, è un malinteso" ho sentito bene? Spero di no.
-Un malinteso? UN MALINTESO? Ma dico mi prendi in giro? Ti ho trvata a masturbarla e farla venire e avrei frainteso?!!- ingoio la saliva e caccio le lacrime indietro. Come ha potuto? Come?
-Io mi fidavo! Io mi fidavo!-
"Per favore calmati" prova ad avvicinarsi ma io indietreggio. Prova a prendermi la mano per fermarmi ma la schiaffeggio.
-Non toccarmi capito? Mi hai picchiata, mezza violentata ma ti ho perdonata. Ho sopportato ogni tuo sbalzo d'umore, ogni giornata no. E tu? Vai con l'unica persona con cui mi hai detto non saresti stata? Mi prendi in giro?- mi sto per sentire male. L'aria mi manca sempre di più, la testa mi scoppia e credo di poter iniziare a piangere in qualsiasi momento.
"Cazzo! Vuoi ascoltarmi? Non giudicare senza sapere!" Sta urlando anche lei. Senza sapere cosa? Ne ho abbastanza.
-Avresti dovuto parlarmi, avrei ascoltato. Ma non l'hai fatto. Non ti sei fidata. Mi hai delusa. Spero di non vederti mai più- detto questo, prendo il mio zaino e corro via, non so nemmeno io dove e non mi importa. Mi hanno sempre detto che l'amore è un sentimento bellissimo, che ti rende felice. Credo però che non faccia per me: due volte mi sono innamorata ed entrambe le volte mi hanno delusa, ferita, probabilmente usata. Sono stanca. Davvero stanca. Non voglio più innamorarmi, non voglio più amare. Ho chiuso.

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora