Parte 15

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Mi sveglio con un odore di caffè che mi invade le narici e mi infastidisce, tanto che soffio con il naso come fanno i cani e mi lamento come i bimbi appena svegli. Mi strofino gli occhi, mi stiracchio e lentamente mi alzo. Seguendo quell'irritante profumo trovo la cucina e mi metto a sedere su una sedia. Lauren è di fronte a me che mi da' le spalle, essendo concentrata a versare il caffè nel termos.
"Buongiorno dormigliona" la sua voce è bassa e tranquilla. Mi strofino le mani sulle braccia per riscaldarmi un po'.
-Buongiorno a te.. che ore sono?- odio la mia voce roca appena sveglia. Si siede davanti a me con una tazza di caffè e sospira stanca. La guardo studiando ogni piccolo movimento. Porta la tazza alle labbra e beve un sorso. Mi fisso su queste, pensando a quanto mi manchi baciarle.
"Le 18:00, hai dormito parecchio" mi dice divertita. Oddio è così tardi? Mamma mi ucciderà. No, aspetta, domani non ho lezione. Esulto mentalmente e sorridendo involontariamente mando un messaggio a mia madre, dicendole che forse non tornerò a casa a dormire.
"Perché sorridi?" Chiede.
-Domani non c'è scuola e posso stare qui a dormire- urlo leggermente contenta, tanto da farla ridacchiare. Scuote poi la testa, ma sul suo viso improvvisamente compare una smorfia di dolore.
-Tutto bene?- mi alzo preoccupata e vado verso di lei.
"Sì è tutto okay" sorride stanca. Non mi convince. I brividi di freddo si fanno sentire ed io ammetto che ho fatto una cavolata a non mettermi qualcosa di più pesante.
"Hai freddo?" Annuisco imbarazzata. Si alza dalla sedia dopo aver finito di bere, ma noto il suo volto contrarsi, come se quel movimento le avesse spezzato il fiato. Lascio che mi conduca in camera sua, ma prima che possa fare qualsiasi cosa la butto sul letto e la blocco. Vedo la confusione nei suoi occhi ma non ci bado ed inizio a toccarle piano tutto l'addome. Improvvisamente mi blocca la mano destra vicino al suo fianco sinistro. La guardo seria e lei ricambia lo sguardo consapevole. Alzo la maglietta  e per poco non tiro una bestemmia. Un livido enorme e violaceo le contorna il punto da me sfiorato e un po' di pancia.
-C-c-come è suc-ces-so? Q-quando? È stata quella vero?- balbetto dalla rabbia. Come ha potuto tenermelo nascosto? E poi perché?
"È tutto okay, non è niente" cerca di rassicurarmi.
-Non è niente? Ma non hai visto cos'hai lì?- sto gesticolando all'impazzata. Si alza di colpo e a fatica, mi blocca le mani e intreccia le mie dita tra le sue. Il suo sguardo è sorprendentemente dolce.
"Camila, calma, respira. So cos'ho, ma è okay capito? Passerà. Tranquilla ora e fammi prendere qualcosa per riscaldarti che stai tremando come una foglia" dice sicura e fredda. Smetto di muovere le mani freneticamente e abbasso lo sguardo.
-Posso almeno metterti qualcosa per diminuire il dolore?- stringo i pugni. Annuisce ed io scatto in bagno a cercare qualche medicinale efficace. Trovo il lasonil (apposta per le contusioni, botte con lividi ed altro) e ritorno nella sua stanza. Lei è dove l'ho lasciata, nella stessa posizione.
-Stenditi- ubbidisce.
"Posso farlo anche da sola" ribatte.
-No, non ti vedi e la metteresti male, faccio io- sorride.
"Agli ordini crocerossina" arrossisco per il soprannome. Dopo averle spalmato la pomata a aver aspettato che si asciugasse, mi metto sul letto di fianco a lei. Vorrei tanto chiederle cosa è successo per scatenare questo casino, ma credo sia il momento meno adatto.
"Ti devo ancora dare qualcosa per scaldarti" mi ricorda.
-Fallo tu- mi esce spontaneo. Non mi accorgo subito di averlo detto dato che lo stavo pensando, finché lei non mi avvicina a sé e ci copre con un piumone, trovato ai piedi del letto ben piegato. Mi abbraccia con un braccio e appoggia il suo capo al mio. Mi sento leggermente in imbarazzo per la posizione, ma nello stesso tempo sono felice. Il cuore batte rapido e spero lei non lo senta.
"Mi dispiace" dice improvvisamente. Giro il volto verso il suo e la guardo senza capire. Le sue iridi verdi emanano tristezza.
-Per cosa?- la mia voce è un soffio.
"Per non essere alla tua altezza, per combinare solo guai, per i miei sbalzi d'umore, per-" la bacio dolcemente.
-È tutto okay- dico appena mi stacco.
"No, non lo è. È tutta colpa mia, se-" la ribacio, interrompendola.
-Ho detto che è tutto okay, quindi smettila di incolparti- annuisce poco convinta. Mi rimetto con il capo sulla sua spalla e chiudo gli occhi.
"Posso almeno raccontarti cosa è successo?" Inizia ad accarezzarmi il capo. Non l'aveva mai fatto. Annuisco. Si schiarisce la voce e parla.
"Stavo parlando con i tuoi amici, per sapere a che ora finissi, quando quella tipa dai capelli neri è venuta da me con la sua amichetta" fa una pausa e nello stesso tempo, per qualche secondo, ferma la sua mano sul mio capo. Quando riprende a parlare ricomincia il movimento precedente.
"Ha iniziato a dire cose senza senso, poi pretendeva che io andassi con lei da una parte perché doveva parlarmi e mi aveva giurato che tu sapevi tutto. Dire che ero irritata è poco, poi quando ho sentito che eri d'accordo mi sono quasi messa a ridere" sorride.
-Perché?- sono curiosa.
"Mi avresti uccisa solo vedendomici parlare, figuriamoci se mi avresti mai dato il permesso di andare con lei" ride. Ha ragione.
"Comunque, quando ho rifiutato e ho fatto per andarmene, lei ha detto qualcosa che non doveva dire e sono scattata. Lo so che la violenza non è tutto, ma è stato più forte di me. L'amica di lei ha cercato di difenderla e Normani è intervenuta, ma si è beccata qualche pugno e Thomas l'ha tirata via. Sono rimasta quindi da sola e anche se mi hanno colpita ho avuto la meglio" sento rabbia e orgoglio attraverso il tono della sua voce.
-Cos'ha detto?- voglio sapere cosa l'ha fatta scattare. Non odo risposta. Ripeto la domanda, ma ancora nulla. Quando mi volto, vedo che si è riaddormentata. Sospiro e richiudo gli occhi. Non puo' andare avanti così, ha bisogno di aiuto. Ma come posso aiutarla? Un'idea folle mi attraversa la mente. Prendo a fatica il mio telefono dalla tasca e mando un messaggio ai miei due amici.
Da me per Thomas:
Domani alle 15:30 a casa mia, dobbiamo parlare, è urgente.
Poggio il cellulare sul comò di fianco a me e chiudo gli occhi mentre penso se quel che sto per fare sia la cosa giusta o no. Nel mentre prendo sonno.
Quando mi sveglio è molto presto, le 7 del mattino e Lauren non c'è. Trovo un biglietto sul comò e lo leggo. Sono andata a scuola per parlare con il preside. Fai come se fossi a casa tua. Sospiro sollevata e mi alzo dal comodissimo letto. Arrivata a casa mia, mi fiondo in cucina a fare colazione, mentre scrivo a Lauren che sono a casa. Una volta finito, metto il telefono in carica e vado a farmi una doccia. Spero capiranno la mia decisione.

...

Mancano pochi minuti all'incontro ed io ho un'ansia pazzesca. Ho studiato, pulito, parlato con Dinah due ore al telefono per essere più sicura che mai di ciò che sto per fare e lei, per fortuna, è sembrata a favore. Spero sia così anche per loro. Sento bussare il campanello e mi riscuoto. Ingoio la saliva e vado ad aprire. Davanti a me trovo Normani e Thomas per mano, che si guardano strani. Li faccio accomodare e chiedo ad entrambi come stanno.
<Rispetto a quelle due a Lauren bene> dice Thomas. Annuisco in risposta.
-Lauren mi ha raccontato tutto, tranne cosa ha detto Lucy per farla arrabbiare tanto. Quindi lo chiedo a voi- si guardano dubbiosi.
<Non ti arrabbierai vero?> chiede il mio amico. Lo guardo strano.
<Allora, in poche parole ti ha dato della rammollita, ha detto che sei solo una bambina del cazzo e che se la tira e che Lauren merita di meglio e blabla. Poi quando la tua 'bella' se ne stava andando.. beh quell'idiota avrebbe potuto stare zitta> Normani si ferma. Dio ma cos'ha detto sta tipa di tanto orrendo? Mi sto innervosendo.
-Quindi?- silenzio.
-Cristo! Mi dite che cazzo ha detto?- esplodo. Entrambi saltano dalla sedia. <Okay, ma calmati va bene? Fai paura> afferma la mia amica. Mi scuso e sbuffo.
<Ha detto testuali parole: "Brutta puttana dove credi di andare? Cos'è, la nuova troia con cui giochi è così vogliosa che non puo' aspettare due minuti?" e Lauren è tornata indietro e le ha mollato uno schiaffo> silenzio. Nessuno parla per non so quanto tempo.
<Lei non è una troia. È ciò che di più bello potesse capitarmi> dice improvvisamente Thomas. Lo guardo confusa, disorientata.
<Lauren ha detto questo dopo lo schiaffo. Poi è iniziata la rissa e il resto lo sai> sgrano gli occhi. L'ha fatto per me. Per difendermi e lei si è ridotta così. Le parole riferitemi dal mio amico mi rimbombano nella testa. 'Ciò che di più bello potesse capitarmi'. Perdo un battito. Per un attimo mi perdo nei miei pensieri, quando poi ricordo il motivo per cui li ho fatti venire da me.
-Grazie ragazzi, ad ogni modo vorrei dirvi una cosa molto importante- mi guardano seri.
<Okay, dicci> rispondono all'unisono. Prendo fiato e coraggio.
-Riguarda me e Lauren- si fanno più attenti.
-Ci ho pensato a lungo in questi mesi..- faccio una pausa, l'ansia mi sta consumando. Come la prenderanno? Saranno d'accordo? E se non lo facessero cos'altro farò? Adesso o mai più.

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora