Parte 32

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Mi sveglio sentendomi scuotere leggermente. Qualcosa di estremamente caldo è a contatto con la mia pelle e mi riscalda in un modo assai piacevole. Lentamente apro gli occhi e per poco non rimango accecata dalla luce del sole. Li richiudo di scatto e sbatto un paio di volte le palpebre per abituarmi all'assenza di buio. Sento qualcosa accarezzarmi la spalla, poi il braccio ed infine la mano. Continua a percorrere lo stesso giro, fino a che non si ferma all'improvviso.
"Sveglia piccola, devi andare in ospedale" sento dire da una voce calda. Per i primi cinque secondi cerco di fare mente locale. Cerco di collegare quella voce ad un volto, di far riaffiorare i ricordi della giornata precedente. Piano mi strofino gli occhi e poi mi stiracchio. Improvvisamente mi tornano in mente le parole di Lauren quando le avevo chiesto se sarebbe stata con me al mio risveglio. Non lo so aveva detto. Mi alzo di scatto mettendomi seduta, con una mano mi massaggio la tempia destra, mi pulsa. Mi guardo in cerca della ragazza dai capelli corvini, il panico in me cresce. Sento una piccola risata alle mie spalle e d'istinto mi giro. Lei è lì, sul mio letto, sdraiata a pancia in su che mi guarda. I capelli sono sparsi sul cuscino, scompigliati, gli occhi verdi concentrati su di me. Le coperte coprono metà bacino, lasciando scoperta la pelle di esso ed il resto del corpo. Il reggiseno copre ben poco e questo, non so perché, mi fa crescere un lieve desiderio. Ricaccio indietro quell'insolita sensazione e mi ristendo al suo fianco.
-Che ore sono?- mi accarezza una guancia, poi la fronte ed infine il punto in cui mi sono massaggiata prima. Quei piccoli e semplici gesti mi fanno risalire.
"Le 7:30" sospira.
-Non mi va di alzarmi- mi lamento.
"Nemmeno io, ma dobbiamo. Hai l'appuntamento con i medici alle 8:30" il tono stanco, di chi ha dormito poco.
-Sei qui- ignoro ciò che ha appena detto. Sono troppo sorpresa di ritrovarla ancora al mio fianco. È rimasta. Ancora.
"Sì, lo so" sembra non capire.
-Sei qui- dico in un sussurro, quasi per convincermi che non sia un sogno.
"Vuoi che vada?" Sembra dispiaciuta ma anche irritata. Perché fraintende sempre quel che dico?
-No.. solo... Ieri..- la conversazione che abbiamo avuto riempie i miei pensieri, rendendomi un po' triste.
"Oh.. ricordo.. dimenticalo okay? Sono qui no?" Dice dopo aver pensato. La guardo senza capire.
-Okay..- toglie le lenzuola e si alza.
"Preparati dai, è tardi" va' verso la sua borsa e ne tira fuori un cambio. Io cerco qualcosa nel mio armadio, ma stranamente ho solo jeans stretti, maglioncini o camicette. Ma dove cavolo sono gli altri vestiti? Inizio a girare l'intera stanza, quando finalmente trovo uno scatolone con quello che mi serve. Prendo un paio di jeans a cavallo basso strappati, una felpa nera con scritto 'Amati e lasciati amare' e l'intimo. Vado in bagno e inizio a svestirmi per farmi una doccia. Lauren entra dopo di me e fa una corsa vicino alla doccia.
"Non lavarti i capelli!" Esclama mentre arriva. I miei movimenti si fermano quando lei entra nel mio campo visivo. Le cadono i vestiti da mano e le pupille si dilatano. Il respiro accelera in fretta invece di diminuire e le mani si chiudono a pugno, finché le nocche non diventano bianche.
-Mi stavo facendo la coda.. va bene vero?- sembra non sentirmi. La vedo ingoiare e poi scuotere la testa. Si lecca le labbra per inumidirle e poi posa il suo sguardo nel mio, dato che stava fissando il mio corpo. Lentamente inizio a diventare nervosa e mi giro in imbarazzo. Da quel che ricordo nessuno mi aveva guardata così, è la prima volta. O forse sì, ma non ricordo nemmeno il volto di quella persona. O meglio, mi aveva guardata in modo diverso rispetto alle mie amiche, ma mai così.
-Ehm.. mi faccio la doccia.. okay?- entro piano.
"Ah?" Sembra essersi riscossa.
-Vado.. in doccia.. ehm.. prendi quel che serve...- chiudo la tendina. Vorrei usare la vasca, ma ci metterei anni. La sento rispondere in modo vago e poi aprire l'acqua quando io chiudo la mia per insaponarmi. Una volta lavate e vestite, usciamo dalla stanzae andiamo al piano di sotto. Sono le 8:00. Mio padre non c'è, mia madre è in cucina.
-Buongiorno.. uhm.. siamo pronte- dico con la voce un po' stanca. Anche se ho dormito tanto, anche solo fare queste cose richiedono un sacco di energie. O forse sono stanca mentalmente dato il mio pensare troppo. Lauren si allontana un attimo per rispondere al telefono ed io ne approfitto per guardarla. Ha i capelli mossi e lunghi, gesticola leggermente e ha le sopracciglia un po' corrugate. I suoi occhi sono di un verde più scuro del solito e tristi, ma qualcosa sembra rinvigorirli. Stacca la chiamata e si volta verso di me, notando che la sto fissando. Abbasso lo sguardo d'istinto lo sguardo e mi sento le guance avvampare. Solo io posso farmi scoprire così. Mi porge il cappotto e mi sorride, come se non fosse successo nulla. Lo prendo e lo infilo, lei fa lo stesso.
<Suppongo venga anche tu> dice mia madre raggiungendoci in salotto. Lauren annuisce e mia mamma sospira. Mi guarda per un attimo e poi riguarda occhi verdi.
<Andiamo allora e grazie di averla svegliata> sembra quasi gentile. Raggiungiamo l'ospedale in pochi minuti e quando stiamo per entrare, un infermiere ferma Lauren.
<Non puo' entrare se non è un familiare> mi fermo di scatto e un senso di ansia si impossessa di me.
"Cosa? Sono sempre entrata con lei" ribatte lei. Sembra seccata ma è come se cercasse di contenersi.
<Mi spiace ma mi è stato detto così. Sono regole> si sta' innervosendo. Non so perché, ma il suo passarsi la mano tra i capelli e il suo sbuffare mi dicono che qualcosa non va. È come se sentissi che è un brutto segno quando la si contraddice.
"Sta scherzando? Da quando c'è questa regola?" Alza la voce. Mia madre si dirige verso l'infermiere con mia sorpresa la difende. Nonostante gli dica che puo' venire, che ha il suo permesso, l'infermiere rifiuta ancora una volta di farla venire con noi. So' che non dovrebbe essere una tragedia, ma i sentimenti di paura che provo restando senza di lei rendono le cose difficili. Non voglio andare da degli sconosciuti con qualcuno di cui non mi fido molto. Puo' sembrare strano, ma è da quando mi soni svegliata che non so di potermi aprire con mia madre, di essere arrabbiata con lei per un motivo che non ricordo.
-Per favore!- quasi urlo. Tutti si girano.
-La prego la faccia entrare.. i-io... ho bisogno che ci sia..- mi manca l'aria. Occhi verdi corre verso di me e mi abbraccia per non farmi cadere.
"Ssh, è tutto okay.." prova a tranquillizzarmi, la sua mano sulla mia schiena. La sposta dall'alto verso il basso e in modo inverso, quasi volesse consolarmi.
-Non voglio stare sola.. non voglio..- la testa mi fa male.
<Senta, ma figlia ha un trauma cranico, una parte della sua vita l'ha dimenticata e questa ragazza è al momento il suo punto di riferimento. Ora, o lei la lascia entrare o io chiamo i suoi superiori, avvertendoli che ha provocato in lei una crisi di panico> lo minaccia. Quando si arrabbia fa davvero paura. Il ragazzo ci guarda, deglutisce.
<O-ok.. ehm.. s-sì, p-pu-o' passare..> scappa via. Mia madre si avvicina a noi e mi accarezza il capo, evitando accuratamente la ferita.
<È tutto okay, ho risolto tutto, tranquilla piccola mia> sembra molto preoccupata, ma nei suoi occhi leggo anche un altro sentimento, ma non positivo. Lentamente riprendo a respirare e mi stacco dalle braccia di Lauren.
"Ce la fai?" Chiede preoccupata quest'ultima. Annuisco debolmente e ci dirigiamo nella sala a noi assegnata. Poco prima di entrare le prendo la mano.
-Ho paura..- confesso, mia madre sta parlando con la dottoressa che deve farmi gli esami.
"Andrà tutto bene, io rimarro qui" la stringe.
-Davvero?- domando. Il suo viso viene coperto da un sorriso, come se quella parola le avesse salvato la vita. I suoi occhi per un attimo sembrano meno spenti.
"Davvero" e detto ciò, ci fanno entrare nella stanza. Faccio un respiro profondo ed entro dopo di loro.
1 mese dopo
Sono in macchina con Lauren verso la scuola, lei al volante ed io che guardo fuori. La ferita si è ormai cicatrizzata e i capelli tagliati stanno crescendo, per fortuna si nota poco il loro mancamento, ma sapere che non sono ancora ricresciuti del tutto mi infastidisce. Devo prendere degli antidolorifici per gli improvvisi mal di testa dati da sforzo, non devo stressarmi troppo e devo stare a contatto con tutto ciò con cui sono sempre stata a contatto, per fari sì che la mia memoria ritorni piano piano. Sono tornata più o meno da tre quattro giorni e le cose non sono andate benissimo. Una ragazza bassina dai capelli neri è venuta ad infastidirci e per poco Lauren non le alzava le mani. Non l'ho mai vista in quello stato, o forse, non lo ricordo.
"Arrivate" il suo sguardo è preoccupato. Si morde in continuazione le labbra da circa cinque minuti e la mano sul volante lo picchietta in modo ossessivo.
-Non devi essere così in ansia, oggi andrà meglio- le sorrido. Poggio la mano sulla sua sporgendomu un po'. Siamo abbastanza vicine da sentire il suo respiro sulle guance. Mi guarda intensamente, le pupille leggermente dilatate.
"F-faremo tardi, andiamo" cambia discorso ed esce in fretta dall'auto. Rimango ferma per qualche secondo, chiedendomi cosa ho fatto o detto di male. Che non le piaccia il contatto fisico? No, non credo, mi sta sempre molto vicina. Scendo anche io e lei, dopo aver chiuso la macchina, mette un braccio attorno alle mie spalle. Mi avvicina a sé con fare protettivo ma anche come se volesse marcare il territorio. Se siamo amiche non dovrebbe fare queste cose, anche se, da quando ho ricordi di lei, abbiamo fatto e detto cose che tra amiche non si fanno e dicono. Forse il nostro era un rapporto più profondo che non si puo' etichettare? Ho gli sguardi di tutti addosso e questo mi infastidisce.
<Ehi bellezze!> dice una ragazza guardandoci.
"Ehi bellissima" dice la ragazza dai capelli corvini in risposta, mi da' fastidio. La guardo un po' storta e lei, accorgendosene, torna a guardere la ragazza al mio fianco.
<Non si ricorda nemmeno di noi?> conosco questo gruppo e lei?
"No.." dice in modo sconsolato. Perché sembra che abbia dimenticato qualcosa di importante?
-Ehm.. io sono Camila, ma penso che ci conosciamo già, anche se non mi ricordo di voi- dico timida. I due ragazzi dietro la ragazza dalla carnagione mulatta ridono.
<Tranquilla, ti ricorderai di noi in pochissimo tempo> dice il più altro tra i due. Sorrido amichevolmente. Entriamo insieme a scuola e al mio armadietto trovo i miei amici ad aspettarmi. Normani mi abbraccia affettuosamente e poi anche Thomas.
-Mi siete mancati tantissimo- ammetto. Loro ridono imbarazzati.
"Io ho una verifica, la accompagnate voi?" Dice Lauren allarmata. La mia amica annuisce e si rilassa. Perché è così impaurita?
"Allora ci vediamo in mensa" li saluta con un cenno del capo.
-Auguri- l'abbraccio. Mi bacia la fronte e mi accarezza una guancia.
"Grazie, a dopo piccola" e se ne va con il resto della sua compagnia. Rimango imbambolata per qualche secondo e poi mi riscuoto. Perché mi sento così? Non è normale. Ricordo il mio orientamento sessuale, ma mi sembra impossibile che lei possa provare qualcosa per me. No, okay, forse sto farneticando.
<Mila!> mi richiama Thomas.
-Ah?- non ho ascoltato nulla di quel che ha detto. In realtà non avevo neanche sentito che mi stesse parlando.
<Non stavi ascoltando, vero?> scuoto la testa ridendo.
<Stava guardando qualcuno di più interessante> disse Normani alzando e abbassando le sopracciglia.
<Beh direi che è destino no?> dice lui e ridono. Inutile dire che non ho capito nulla del loro discorso. Ci dirigiamo nell'aula di musica e iniziamo la lezione. Mi avevano detto di imparare a cantare un brano a scelta, ma io avevo ancora paura di cantare. Solo a parlare per più di un minuto facendo due frasi mi ci sono volute due settimane. Non sono pronta a sentire se le mie corde vocali sono quelle di una volta. L'ho imparata al piano, quello ricordo ancora come si suona per fortuna.
<Sign. Camila, tocca a lei> mi avverte la prof. Mi alzo e la mia amica mi accarezza un braccio per incoraggiarmi. Mi siedo sullo sgabello e poso le dita sui tasti. Inizio a suonare "All of me" e mentre la melodia risuona nella stanza, i miei pensieri vanno a Lauren, ancora una volta. Verso la fine, quando premo l'ultimo tasto, mi sento girare la testa. Come partono gli applausi mi appoggio al legno dello strumento. Sento una melodia familiare in testa, delle parole.
<Camila!> Normani urla. Sento un brusio e poi nulla, tutto si fa nero.

Sto suonando il piano, sono in classe. Sto cantando una delle mie canzoni preferite e i miei occhi sono rivolti verso una persona. Una ragazza più precisamente. È in piedi, il braccio destro appoggia al muro ed è incrociato con il sinistro. Mi fissa intensamente, sul volto un sorriso. Cerco di concentrarmi per capire chi sia. Gli occhi sono verdi, bellissimi. I capelli scuri e mossi, le labbra leggermente carnose. So che la canzone la sto cantando per lei, lo sento. Ma non riesco a sentire bene la melodia. Improvvisamente, una luce illumina la stanza e per un attimo vedo il suo volto. Smetto di suonare e minalzo di scatto. Lauren? Perché è in questa classe? Perché mi guarda così? Perché sto suonando pensando a lei? E che canzone è? Un attimo dopo vedo me stessa uscire, come se ora fossi una persona a parte. Mi seguo e poco dopo vedo qualcosa che mi stupisce. Lauren mi va' dietro e poco dopo mi bacia. Rimango a fissarmi per un po', finché non prendo atto di una cosa. E se non fosse un sogno? E se quello che ho sempre sospettato fosse vero? E se questo fosse un ricordo?

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora