È da circa due ore che vado avanti e indietro per la stanza, sto per impazzire. È quasi ora di pranzo e Lauren dorme ancora. Non so come dirglielo, cosa dirle, se dirglielo ora. Tra tanti momenti in cui decidere una cosa del genere, proprio questo? Sbuffo e mi passo una mano tra i capelli, spostandoli sulla destra. Mi accorgo di avere le doppie punte e credo di doverli tagliare al più presto. Vado in bagno e apro l'acqua del lavandino, mi sciacquo il viso e mi fisso nello specchio. Gli occhi sono tristi, le ridi marrone scuro, i capelli mossi leggermente spettinati. Dovrò solo guardarla poco negli occhi e cercare di sorridere per le prossime ore, almeno finché non saremo certe che quel ragazzo sta bene. Ritorno in camera e quando la guardo, per un attimo tutto ciò che affolla la mia mente scompare. Ha l'aria serena, la pisizione sempre la stessa, così come l'ho lasciata. Le labbra sono socchiuse, il respiro regolare, qualche ciocca di capelli le ricopre il volto. Mi avvicino per coprirle il corpo nudo, volendo evitare che si prenda qualche accidente. Le lascio un bacio leggero sul capo, mi metto una tuta essendomi messa soltanto l'intimo e mi avvio in cucina. Cerco qualcosa da poter cucinare, dato che il frigo e i mobili sono mezzi vuoti. Trovo due uova, un pacco di pasta già aperto e delle carote crude. Opto per della pasta al sugo, che trovo nella credenza, con uova e verdure per secondo. Mi metto ai fornelli e inizio a preparare il pranzo. Per quanto io però sia brava, ho qualche problema a pelare le carote e a rompere le uova, dato che ho una mano non funzionante. O almeno non ancora. Appoggio l'uovo che ho in mano da circa due minuti sul marmo del piano cottura rassegnata e sbuffo. Improvvisamente due braccia circondano il mio corpo, infondendogli maggior calore. Sorrido al gesto e appoggio le mie mani sulle sue, il volto nell'incavo del collo.
"Buongiorno cuoca provetta" la voce roca, rido.
-Buongiorno a te- mi sorride.
"Hai bisogno di una mano?" Mi bacia il collo e si allontana. Annuisco e sospiro pesantemente. Mi sorride dolce e mi fa sedere, mentre lei fa ciò che io al momento nonriesco a fare. Dopo mezz'oretta è tutto pronto e iniziamo a mangiare. Come farei senza lei?
-Dobbiamo fare la spesa... non c'è più nulla ormai- le faccio notare. Mi guarda un attimo, annuisce, poi ritorna a mangiare. Subito ricordo la conversazione con mio padre e il mio stomaco si chiude. Non posso dirglielo. Non ora per lo meno. Devo tener duro fino a stasera.
"Tutto okay?" Domanda improvvisamente. No, non lo è, ma farò finta lo sia.
-Ah? Sì sì, sono solo stanca, non sono riuscita a dormire molto- mi giustifico, anche se in parte è così. Mi guarda diffidente, ma non aggiunge altro. A fine pasto, puliamo e andiamo a vestirci. Mentre aspetto si prepari, chiamo mia madre per sapere come sta, è davvero da parecchi giorni che non la sento, sarà davvero triste, soprattutto dopo la novità. Uno squillo, due, tre.
<Camila! Temevo non chiamassi più!> dice sorpresa e contenta.
-Scusami, ma sono successe un paio di cose e non ho davvero avuto tempo- sono davvero rammaricata. Non se lo merita proprio.
<Hai saputo...?> lascia in sospeso la domanda.
-Sì, ma ne parleremo domani con calma, tutti insieme, non puo' decidere anche per me- mi lamento.
<Mi dispiace piccola mia> immagino il suo viso triste.
-Non è colpa tua. Volevo solo dirti che ci ho pensato molto e sono giunta ad una conclusione- non sento risposta dall'altra parte, così continuo.
-Non approvo il fatto che il vostro rapporto rimanga segreto, come papà ti ha detto del tradimento, voi dovreste raccontargli tutta la storia. Per il resto, se hai deciso finalmente di darvi una possibilità senza ripensamenti, non sono nessuno per vietartelo. Per me va bene- sento dei singhiozzi.
<Grazie Camila, davvero, non sai cosa voglia dire per me.. per noi...> sorrido, trattenendo le lacrime. Come la invidio. Probabilmente io non potrò nemmeno più prenderla per mano. La saluto e attacco, posso farcela, devo tenere duro.
"Sono pronta, andiamo?" È alle mie spalle. Devo restare calma e fare come ho sempre fatto prima di conoscerla: fingere. Tiro fuori il mio miglior sorriso e non la guardo negli occhi. La sorpasso e mi avvio all'uscita. Sarà davvero dura.. . .
Siamo quasi arrivati in ospedale, l'ansia si fa sentire da entrambe. Negli ultimi minuti non so quante volte si sia toccata i capelli, cosa che sta iniziando ad innervosirmi.
-Lauren- la richiamo una volta parcheggiata l'auto.
"Mh?" Mi guarda, sposto il mio sguardo sulla cintura, che slaccio per scendere.
-Se continui cosi, diventerai pelata- scendo dal veicolo. Mi segue e ci dirigiamo all'interno dell'edificio imponente. Solo rivederlo mi fa sentire male, mi gira la testa.
"Mi dispiace, sono solo molto nervosa" mi prende la mano, gesto che mi aiuta a rimanere in piedi.
-Lo so, ma ora vedremo se sta bene o no- arriviamo alla reception.
<Buon pomeriggio, desiderate?> domanda la segretaria, anche se non so se si possa chiamare così.
"Volevamo chiederle un'informazione..." esita un momento.
<Ditemi pure> ha delle occhiaie da paura, segno che non dorme da ore, ma è comunque gentile.
"Sa dirci se un ragazzo è stato ricoverato qui stanotte per un duro colpo alla nuca?" È troppo generica. Ci guarda un po' stranita, poi inizia a cercare, tra un po' entra nel monitor talmente è attaccata allo schermo. Io e occhi verdi tratteniamo il fiato, le nostre mani intrecciate che si danno forza a vicenda. Spero davvero non sia qui.
<Non leggo di nessun ricovero, se non uno, ma di una ragazza> ci guardiamo sorridenti.
-Meno male, grazie mille, ci avevano detto che un nostro amico aveva avuto un incidente e ci eravamo preoccupate. C'è stata davvero d'aiuto- sorrido alla signora, che comprendendo, ricambia.
<Di nulla ragazze, ma siete fortunate ad avere trovato me. Queste informazioni non potrebbero essere date a delle sconosciute> ridacchia. Ringraziamo di nuovo per poi uscire.
-Visto? È tutto a posto, non gli hai fatto male- le dico mentre ci dirigiamo alla macchina.
"Sono sollevata, davvero, non avrei sopportato anche questo" è dannatamente seria, ma comprensibile. Sarebbe stato la ciliegina sulla torta trovarlo qui. Saliamo in macchina, nessuna delle due dice più di una parola. Quando torniamo a casa sua, entriamo e ci mettiamo sul divano. Devo prendere coraggio, ora o mai più.
-Devo dirti una cosa..- non riesco a guardarla.
"Dimmi piccola" sembra davvero rilassata. Vorrei sparire in questo momento.
-Io l'ho saputo poche ore fa.. non sapevo come dirtelo.. nemmeno ora se per questo...- quel debole sorriso che si era formato sulla sua bocca, scomapre. Alzo piano il capo, incontrando il suo sguardo indecifrabile. Credo che dopo questa notizia sarà a pezzi davvero.
"Calma.. non sarà poi così grave dai. Non avere paura" cerca di incoraggiarmi, quando si vede lontano un miglio che è spaventata. Non avrei mai creduto di vedere tutti questi lati di lei, che per altre persone non esistono nemmeno.
-Io..- prendo un respiro profondo.
-Torno a Dallas, questo sabato, stabilmente-.
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Possessive || Camren
FanfictionATTENZIONE: la STORIA NON È MIA. TUTTI I DIRITTI SONO SOLO E SOLTANTO DI @HowIceAndFire Si avvicina a me tanto da far aderire il suo corpo con il mio. Trattengo il fiato. Guardo desiderosa le sue labbra, poi guardo lei. -Ti odio- sussurro -Odio que...