Parte 18

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Io e la ragazza al fianco di Lauren ci guardiamo per tanto, troppo tepo, tanto che lei inizia ad irritarsi.
"Non è successo nulla. Comunque Camila lei è..-"
<Camila... oddio...> dice Ray, la mia ex ragazza, colei che mi lasciò perché non mi amava più, colei che mi fece soffrire come mai prima. Lei, l'ultima da cui mi feci toccare. Fino a quando però, Lauren non mi ha mezza violentata, ovvio.
"Vi conoscete?" Chiede sorpresa. Le parole mi arrivano ovattate. Ray e Lauren, insieme. Ray fisicamente è sempre la stessa, tranne per i capelli. Ora li porta corti fino alle spalle e biondi. Non le stanno male.
<Sì, vedi.. È complicato> quella frase aumenta la mia rabbia.
-Complicato? Sei seria?- sbotto. Entrambe mi guardano con occhi sgranati, ma Lauren sa benissimo perché sono così di cattivo, anzi pessimo umore.
"Camila, non puoi scaricare la tua rabbia verso di me su di lei" mi ammonisce, ma il suo tono è stanco.
-Sì che posso. Perché dici che è complicato da spiegare se non lo è?- la guardo e Ray guarda in basso. Perché stare con me sembra così orribile? A me non sembra di essere tanto male.
-È così difficile dirle che stavamo insieme? E che mi hai lasciata dopo mesi e mesi di relazione perché ti sei accorta che non mi amavi? Io non credo- sto quasi urlando. Lauren si volta verso di lei e la guarda sconcolta. Ray alza il suo sguardo verso di me.
"È lei?" Chiede alla bionda. Fa un cenno con la testa.
"Che enorme casino" sospira.
-Bene, ora che avete constatato che stare con me è un disastro, che vi annoio e chissà quant'altro me ne vado- stringo i pugni.
<Aspetta cosa?> Ray sembra caduta dalle nuvole.
<Voi due..>
"Ti spiego dopo" dice Lauren.
-Sì brava, dille come mi hai umiliata e distrutta. Mi fate schifo- Sono arrabbiatissima. Vedo Ray guardare Lauren in modo spaventato e preoccupato, come se si aspettasse qualcosa.
"Non dire cose di cui potresti pentirti. Tu non sai nulla, Camila" si sta arrabbiando.
<Lauren, basta, è meglio se ti calmi> sono stufa.
-Beh, quando avrai voglia di dirmi cosa è successo sai dove abito. Vi lascio ai vostri comodi ora- le pianto e me ne vado. Credo starò a casa anche domani. Quando rientro trovo i miei genitori seduti sul divano, con affianco Thomas e Normani. I miei amici corrono verso di me e mi abbracciano forte. Come mi sono mancati.
<Camila dobbiamo parlare, siediti> dice mio padre. Faccio come mi dice svogliatamente.
<Dobbiamo parlare di Lauren> a sentire pronunciare quel nome mi pietrifico. Il mal di testa si fa sentire ancora di più. Guardo tutti in malo modo.
-Bene, parliamo-
<Ecco.. c'è una cosa che vorrei dirti, ma che non devi dire che te l'ho detta> mi dice Thomas esitante. Mi sto preoccupando, l'ansia sale, le gambe iniziano a tremare.
-Ok- è tutto quello che riesco a dire. Thomas sospira e Normani glis tringe le mani per fargli forza.
<So perché ha fatto quello che sai con Lucy> il cuore si ferma. Lui lo sa. Come fa a saperlo?
<Giura che non dici nulla> insiste.
-Ho detto okay- sbotto. Voglio sapere. Prende un respiro profondo.
<Giovedì, l'ho incontrata per caso in un bar vicino scuola e stava parlando con un signore, sembravano molto legati. Ho visto l'uomo darle qualcosa e poi andarsene. Subito dopo mi sono accorto di Lucy che filmava il tutto e che poi si è avvicinata a lei. Quando se ne è andata, Lauren era visibilmente preoccupata ed arrabbiata> si ferma un attimo. Io mi riscuoto, non essendomene accorta subito perché concentrata.
-Vai avanti..- mi mordo le labbra nervosamente.
<Quando le ho chiesto cosa fosse successo, mi ha detto che quella.. ehm.. beh comunque, che è stata ricattata. Nel video sembra che l'uomo le venda dell'erba e dato i suoi precedenti non sarebbe difficile far credere al preside della scuola o alla polizia che spaccia. Il resto poi lo sai..> si rilassa. Si vede che si sente meglio e che ci teneva a dirmelo. Prendo un momento per riflettere.
-Cosa le ha dato l'uomo?-
<Era suo zio, le ha dato il numero della cugina che in questi giorni verrà a trovarla> spiega lui.
-Quindi mi stai dicendo che sta ricattando Lauren pur di averla per sé?- annuisce.
-Perché non me l'ha detto? Potevamo ragionarci insieme, potevamo trovare una soluzione..- sono delusa. Non si è mai fidata.
<Mila, questo devi chiederlo a lei quando deciderà di parlartene> dice calma Normani.
<Abbiamo voluto che sapessi perché non pensassi più che lei ti stesse prendendo in giro> continua lei. È vero, mi sento meglio, ma comunque non tollero il fatto che mi abbia tenuto questa cosa nascosta. Li guardo tutti in modo atono, mi sento così stanca e il dolore alle tempie non aiuta. È come se mi stessero martellando nel cervello.
-Se volete scusarmi vado a dormire, sono stanca- mi alzo lentamente. Mia madre guarda l'orologio e si acciglia.
<Ma sono le 19:30 e devi ancora mangiare> tutti mi fissano.
-Non ho fame, mangerò domani- e detto questo vado in camera mia. Sento la porta chiudersi piano di sotto e i miei che accendono la tv. Sono grata loro di non darmi pressione e di non intervenire. Sanno sempre quando ho bisogno davvero di aiuto o no. Stanca mi butto sul letto e mi addormento di botto. Al mio risveglio noto subito qualcosa di diverso. Dietro la mia schiena c'è qualcosa che emana una calore piacevole, quasi nostalgico. Sento un profumo che stento a credere e mi dico che probabilmente sto sognando quando però sposto piano i piedi freddi e vengo a contatto con una paio di 100 gradi, capisco che non è la mia immaginazione.
"Finalmente ti sei svegliata" mi paralizzo momentaneamente. Perché è nel mio letto? Di fianco a me? Come è entrata? Cosa vorrà? Mi alzo e mi volto di scatto verso di lei. Ha gli occhi assonnati e rossi. Che abbia fumato? Che abbia pianto? O forse è solo stanchezza.
-Che ore sono?- ho la voce impastata, quanto la odio. Trattiene una risata.
"Le 3 del mattino" risponde naturalmente. Cosa cazzo ci fa a quest'ora qui?
-Da quanto sei qui? Chi ti ha fatto entrare? Cosa vuoi?- non so decifrare il tono della mia voce.
"Quante domane da parte di una appena sveglia" mi sta prendendo in giro.
-Smettila e rispondimi- smette di sorridere e mi guarda storto.
"Sono qui da due ore, ho usato la chiave che tieni nascosta nei vasi di piante in giardino e voglio parlarti" risponde calma. È sdraiata sul lato sinistro, ha il viso appoggiato ad una mano e mi guarda fissa, come se fossi una droga di cui è in astinenza. Sospiro e mi metto a gambe incrociate verso di lei.
-Parla- e gli occhi, fino ad ora spenti, sembrano riprendere un po' di luce. Si mette nella mia stessa posizione e prende un respiro profondo.
"Io non volevo fare nulla, okay? Sono stata obbligata. Lucy aveva un filmato dive sembrava che ricevessi droga per spacciarla e mi ha minacciata di consegnarlo se non avessi fatto ciò che voleva. Ma quando ci hai viste è stata la prima e l'ultima volta che è successo. Non mi sono fatta toccare un centimetro di pelle, non l'ho baciata, non ho fatto nient'altro che farla venire. Non ho provato nulla se non disgusto e disprezzo. Posso anche fari vedere le mie mutande se sono ancora nei panni sporchi, sono asciuttissime" all'ultima frase trattengo una risata perché lei l'ha detto con serietà. Mi guarda in attesa di una risposta.
-Perché non me ne hai parlato giovedì? O venerdì mattina per lo meno. Pensavo ti fidassi di me- deglutisce e si inumidisce le labbra. Quel gesto mi fa spostare momentaneamente lo sguardo sulla sua bocca. Se ne accorge e per dispetto le morde.
"Se l'avessi fatto probabilmente l'avresti aggredita e non avrei mai saputo dove avesse nascosto il video. Inoltre ha stampato una foto non molto bella e modificata, con la tua faccia. Se avessi saputo qualcosa sarebbe stata vista da tutta la scuola" abbassa lo sguardo.
-Che foto?- questa tizia è malata.
"Una tipa nuda che si masturba, ma al posto della faccia della tizia c'è la tua" lo dice un po' schifata e non le do' torto.
-E perché ora me lo stai dicendo?-
"Thomas mi ha detto che te l'avrebbe detto, così in questi giorni ho cercato di scoprire dove teneva il video e la foto"
-Li hai trovati?-
"Sì, alla fine sì.." sembra strana. Sospiro.
-Quindi tu ti fidi di me?-
"Certo che mi fido"
-E non hai fatto altro che quello con lei vero?- annuisce sorridendo. Mi sento una bambina.
-Okay- tira un sospiro di sollievo.
-E di Ray cosa mi dici?- mi guarda un po' strano.
"È mia cugina, nessuno di cui tu ti debba allarmare" okay, figura di merda. Mi mordo distrattamente il labbro e picchietto le dita sulle gambe.
-Quindi sai tutto di noi?- che vergogna.
"Vuoi sapere se mi ha raccontato di quando siete state a letto?" Un'espressione divertita in viso. Divento probabilmente bordeaux e annuisco. Scoppia una fragorosa risata ma poi la zittisco ricordandole l'ora. Mi guarda con uno strano sguardo.
"Non mi ha detto mai nulla su cosa facevate" tiro un sospiro di sollievo.
"Ma mi ha detto che sei molto sensibile lì sotto e che hai un fantastico sapore" okay l'aria si sta facendo pesante. I suoi occhi sono di un verde bramoso e il respiro diventa pesante. Per quanto mi manchi baciarla, mi manchi abbracciarla, mi manchi tutto, non voglio cedere ora. Forse più avanti.
-Bene, capisco- c'è tensione.
"Mi dispiace per tutto, davvero" è sincera.
-Lo so, lo so-
"Quindi.. mi perdoni?" Mi implora con gli occhi.
-No- le sorrido malefica.
"C-come?" È sorpresa.
-Zitta ora, dormi- mi stendo e le do le spalle.
"Da quando mi dai ordini?" Sì, lo faccio apposta.
-Da ora- sorrido. Non risponde e si stende anche lei. Poco dopo mi attira a sé, facendo aderire il suo corpo con la mia schiena. Sento i brividi e la voglia di lei salire, ma mi impongo di stare ferma. Il suo profumo mi inebria le narici e lo inspiro a pieni polmoni.
"Non ti viene bene fare la dura" mi sussurra all'orecchio.
-Lo so- sussurro. Mi abbraccia e mi stringe ancora più a sé e rimaniamo così, finché non ci addormentiamo.

Possessive || Camren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora