Sogni

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Ho sognato di tornare alSalice Argentato. Camminavo nel giardino, seguendo la traccia delpiccolo sentiero lastricato che, proprio come i bei tempi lontani,era sepolto dal profluvio delle infestanti, e sfioravo le fronde delgrande salice che non si era mai ammalato e non era mai statoabbattuto. Il prato non era tagliato, cespugli e alberi non eranopotati e tutto era tornato l'antica foresta in miniatura che era inorigine, con gli arbusti affastellati gli uni sugli altri e ilvischio avviluppato ai tronchi. Mi sono svegliata in preda a unaleggera nostalgia: non triste, ma di piccole morse allo stomaco. Lagratificante sensazione di aver potuto vivere quei momenti.

Da anni immaginavo distilare uno straccio di manoscritto sulla mia avventura. All'inizionon mi sentivo pronta: oltre a non possedere strumenti adatti,attraverso i miei filtri soggettivi troppe vicende importantiavrebbero trovato posto soltanto marginale. Più cheprotagonista, mi definirei una dei tanti testimoni di quegli eventiche cambiarono la mia vita di ragazzina.

Così ho rinunciato araccontare i fatti in prima persona. Sono passati ormai più diquindici anni, ma ciascun protagonista della mia stessa avventura haacconsentito a fornirmi il suo contributo soggettivo. Non potrei faraltro che narrare la storia dall'esterno, tessendo un filo comuneche dia consonanza ai ricordi in parte velati dal tempo.


Spero di trasmettere allettore la stessa ansia, la stessa trepidazione che io e i mieicompagni di avventura ci trovammo ad affrontare in un susseguirsi dieventi assurdi, quasi inverosimili. E inoltre, ora che il tempo hamitigato antichi dissapori e infatuazioni, spero di riuscire acaratterizzare realisticamente i personaggi, come erano allora e comepoco siano cambiati, malgrado le diversità della loroadolescenza.



Le Fronde del SaliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora