Ricordi

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Non è esattamente una Destiel, ma sarà una cosa dolorosa. Preparatevi.
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CASTIEL

Guidai tranquillamente l'Impala lungo la via principale. L'aria che entrava dal finestrino mi sferzava il volto e lo rinfrescava, mentre l'aroma dei pini mi riempiva i polmoni. I miei occhi erano vigili sulla strada, ma la mia mente era assente.

Duecentocinquanta. Erano già passati duecentocinquant'anni dalla morte di Dean e Sam Winchester per mano di Metatron. Sì, quel figlio di puttana era riemerso e aveva fatto piazza pulita. Lo scriba mi aveva ferito gravemente, consapevole che non avrei potuto riportarli in vita se fossi stato fuori gioco. Strinsi le dita attorno al volante, furioso. Le mie nocche si sbiancarono e, una volta appurato che stessi per spezzare l'oggetto, lo rilasciai con calma. Ero ancora così arrabbiato con lui e con me stesso per non averli salvati. Sam era già morto quando avevo parlato con Dean. Avevo dovuto mentirgli sulla sorte del fratello, anche se non mi aveva creduto per nemmeno mezzo secondo. Il ricordo della tragedia era ancora vivido nella mia mente.

<<Dean!>> urlai senza fiato, mentre arrancavo lungo il corridoio. Ti prego, Padre, fa che sia ancora vivo, pensai.

<<Cas>> sentii improvvisamente. Era stato solo un sussurro, ma a me sembrava una richiesta d'aiuto disperata. Inoltre, sapevo bene a chi appartenesse quella voce. Accelerai il passo, stringendo i denti mentre l'ennesima fitta mi fece crollare. Forse ero troppo debole. Forse incontrarmi era stata solo una sfortuna per i Winchester. Ma il suo urlo disperato mi fece rinsavire, così mi precipitai nella stanza. Dean se ne stava in un angolo, scosso dalla tosse e con una smorfia dovuta al dolore. Quando mi vide, mi sorrise a fatica, prima che un altro attacco di tosse lo interrompesse.

<<Come stai? Dove ti hanno ferito?>> domandai preoccupato e avvicinandomi per controllarlo. Il cacciatore fece un sorrisetto divertito. Che aveva da ridere?

<<Sei incredibile! Stai cadendo a pezzi e chiedi a me come sto?>> disse. Io roteai gli occhi.

<<Non abbiamo tempo per il tuo sarcasmo. Dobbiamo andarcene>>

<<Non me ne vado senza Sam>> sibilò aggiustandosi il giubbetto di pelle. E lì, in quel momento, mi trovai di fronte ad un bivio: mentirgli o farlo rassegnare alla morte del fratello? Mi morsi il labbro cercando di trattenere le lacrime, che, ero sicuro, mi avrebbero bagnato il viso se lo avessi guardato quegli occhi, gli stessi che mi fissavano interrogativi.

<<Castiel, stai bene?>> mormorò domandò.

No, non sto bene. Mi senti uno schifo perché non riuscirò a salvarvi, perché sono sempre io la causa dei vostri mali, perché nonostante i miei sforzi finisco sempre per incasinare tutto.

<<Sì, sto bene>> risposi invece, osservando quell'interessante pavimento grigio. Di scatto crollai a terra, come attirato verso il suolo. Dean stringeva la manica del mio impermeabile ormai lacerato.

<<Stai mentendo>> sussurrò, affranto. Io scossi la testa, incapace di negare a parole. Non potevo vedere quegli occhi perdere, ancora una volta, la loro luminosità.

<<Non abbiamo tempo, Dean>> mormorai, trovando il coraggio di guardarlo. Lui annuì e provò ad alzarsi. Io mi voltai verso l'entrata, pronto per qualche pericolo imminente, anche se non avrei potuto fare molto per difenderci. Poi accadde tutto in un attimo.

<<Grazie, Cas, per tutto. Farai sempre parte della mia famiglia>>. Quelle parole sussurrate mi avrebbero tormentato per sempre, seguite dal tonfo del corpo del cacciatore dagli occhi verdi. Stringendo le labbra, mi girai: il suo corpo senza vita era addossato alla parete con gli occhi semi aperti e vitrei. Un singhiozzo scappò al mio controllo, mentre mi chinavo su di lui e ne osservavo i lineamenti, in quel momento accentuati dal pallore. Con un gesto delicato, gli chiusi gli occhi. Per sempre. Poi, come a garantirgli il Paradiso, gli lasciai un bacio sulla fronte, sospirando.

Destiel One shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora