Visto che l'ultima OS mi piaceva, ho deciso di prenderne il pezzo iniziale e cambiarne il finale. Che dite?
Distrutto. Sopraffatto.
Ti prego, Chuck. Ti prego, torna. Ho bisogno che tu torni. Ho bisogno di lui.
<<Figlio di puttana. Ti abbiamo esposto il piano. Te l'avevamo detto. Avevamo tutto sotto controllo. E poi sei apparso alla Terminator e ti sei fatto ammazzare. Un'idiota, cazzo!>>. Dean ignorò il tremolio della sua voce e le lacrime che caddero bollenti sulle sue guance, focalizzandosi sul cielo scuro e nuvoloso. Respirò a fondo, i suoi occhi cedettero per un momento.
Se n'era andato. Se n'era veramente andato questa volta. Certo, si sentiva così ogni volta, ma era diverso. Le sue ali erano impresse sul terreno intorno a lui e Chuck... beh, Chuck se n'era andato con Amara. Non aveva dubbi che stavolta non gli sarebbe stato di alcun aiuto.
Quindi era così. Quella era la fine. L'ultima morte di Castiel. E ora avevano anche Lucifero da battere. Le cose andavano troppo bene: mamma era tornata e Castiel rasentava la normalità. Dean era stato troppo felice. Grave errore di calcolo. Aveva creduto che dopo la morte di Ketch sarebbe andato tutto bene. Che, in qualche modo, si sarebbero potuti focalizzare solo sul Nephilim, senza pensare a quel mostro di suo padre. Avrebbero sistemato il bunker e Cas e la mamma si sarebbero stabiliti nelle loro stanze in modo permanente. Dean avrebbe cucinato, più o meno, e avrebbero cacciato. Tutti insieme.
Scosse la testa, lasciando che un singhiozzo sfuggisse al suo controllo. Aveva visto la lama attraversare il petto di Castiel, la sua grazia brillare e il ghigno sul volto di Lucifero. Aveva visto il tramite dai capelli scuri accasciarsi a terra e le ali bruciare. Lucifero aveva sogghignato mentre le ali dell'amore della sua vita bruciavano accanto a lui.
Si strofinò la faccia con la mano, osservando ancora l'angelo. L'aveva sempre saputo. Una risata malinconica gli sfuggì: chi fa una cassetta per un amico? Certo, Castiel non l'aveva capito, ma Dean si era sentito meglio. Come se glielo avesse detto indirettamente.
Castiel era morto e la mamma era intrappolata nell'altra dimensione con Lucifero. Sam sospirò pesantemente e lanciò un'occhiata alla figura inginocchiata accanto a Cas. Sapeva che suo fratello non avrebbe abbandonato l'angelo. O almeno, il suo corpo. Deglutì, rassegnandosi alla tempesta che lo aspettava da lì a pochi istanti. Il Nephilim era una questione che doveva essere risolta, ma Dean non era nelle condizione per farlo. Salì le scale e raggiunse la camera dove stava Kelly: era ancora distesa, ma sembrava felice. Chiuse i suoi occhi e continuò a perlustrare la casa. Ci mise un istante a individuare quelle impronte bagnate e a seguirle. Il bambino, o meglio, il ragazzo era nell'angolo. Sollevò i suoi occhi gialli e prese a fissare il Winchester.
<<Sei Castiel?>> gli domandò con tipica voce adolescenziale. Sam scosse la testa, deglutendo. Quella calma era anche più spaventosa di un possibile confronto.
<<Allora, lui dov'è?>> continuò.
<<È-è morto>> fece una pausa, incerto. <<Tuo padre l'ha ucciso>>
Una scintilla di rabbia attraversò i suoi occhi dorati, terrorizzando il cacciatore. Doveva aver a che fare anche con Lucifero Jr.? L'avrebbe torturato anche lui? Oh, Chuck!
<<Portami da lui>> ordinò. Sam fece un passo indietro.
<<È intrappolato in un'altra dimensione>>
<<Non mio padre! Portami da Castiel, Sam>> ringhiò, avvicinandosi. L'altro nemmeno si chiese come sapesse il suo nome; semplicemente lo guidò fino al corpo dell'angelo.
Dean era rimasto inginocchiato a terra e aveva nascosto il volto nel collo del moro, sussurrando una serie di parole incomprensibili dall'esterno. Il pollice accarezzava con dolcezza il dorso della mano dell'altro, mentre Sam era certo che avesse le guance bagnate da fiumi di lacrime. Non si accorse neanche delle due nuove presenze.
<<Spostati>> sbottò il Nephilim. Il biondo alzò lo sguardo, senza però spostarsi dal corpo.
<<Scordatelo>>
Jack sembrò sorpreso, prima di indurire gli occhi, cosa che non impressionò affatto il cacciatore.
<<Spostati, ho detto>> ribadì, mentre gli occhi tornavano ad essere dorati e scintillanti. Sam iniziò a tremare e poggiò una mano sulla sua spalla.
<<Dean, perché non ti togli?>> gli suggerì, con voce tremante. Aveva ancora in testa le immagini dell'Inferno e voleva solo proteggere il fratello.
<<Senti, coso. Ho appena perso il mio angelo, quindi puoi anche ficcarti le tue minacce su per il culo. Per quanto ne so, non potrai farmi più male di come già mi senta ora>> sibilò, alzandosi e avanzando verso il ragazzo.
<<Dean, che diamine fai?>> sussurrò Sam. Jack, nel frattempo, non si era mosso e indossava sempre la sua aria di sufficienza.
<<Lui era il mio protettore. Crescermi era una sua responsabilità>>
<<No, non lo era. Non lo è mai stata>> ribattè il biondo. <<Era sempre stato questo il suo problema: troppa bontà>>
<<Non vedo quale sia il problema>>
<<Il problema sussiste quando questa bontà fa decadere ogni istinto di autoconservazione a favore degli altri>> spiegò, poi abbassò la voce: <<Quando lasci chi ti ama e ti considera la cosa più preziosa al mondo>>
Calò il silenzio, finché gli occhi di Jack non si illuminarono, schiarendo la notte. Dean socchiuse gli occhi. Quando fu certo che tutto fosse finito, li riaprì: il Nephilim era scomparso.
<<Dean>> soffiò Sam.
<<Non ora, Sam>> sbottò, voltandosi. Davanti a lui, due occhi dal colore del mare lo osservavano dolcemente. Per poco, non si soffocò con le sue stesse lacrime.
<<Cas>> pianse il cacciatore abbracciandolo e stringendolo a sè.
<<Ciao, Dean>>