E con questa OS vi auguro una buona Pasqua!
Cos'avevano di sbagliato quegli inglesi? Mai visto un angelo?
Dean continuava a borbottare e sbuffare da dieci minuti ormai e aveva già subito tre calci da parte del fratello e un paio di occhiate confuse da Cas. Già, solo un paio. Era troppo impegnato a parlare con quei damerini da quattro soldi.
<<Allora, Aureola. Che ne pensi?>> chiese Mr. Ketch. Castiel fece per aprire la bocca, ma venne interrotto.
<<Per la ventesima volta, il suo nome è Castiel. Chiaro?>> ringhiò Dean stringendo la mano attorno al bracciolo della sedia. L'angelo sembrava sempre più confuso, tanto che scosse la testa, tentando di chiedergli silenziosamente cosa non andasse.
<<Come vuoi, Winchester>> gli rispose l'inglese, non togliendo gli occhi di dosso a Castiel. Dire che gli fece una radiografia completa sarebbe stato un eufemismo. L'occhiata fin troppo prolungata non sfuggì nemmeno a Sam, che, finalmente, capì cosa irritasse tanto il fratello. Trattenne un sorriso per poco.
<<Questo è il nostro piano per riavere il Nephilim. Ovviamente, ci servirà tutto l'aiuto possibile, specialmente se dato da una creatura interessante come te, Aureola>> ghignò Mr. Ketch, avvicinandosi ancora, quasi impercettibilmente, a Castiel. Tuttavia, un tonfo attirò l'attenzione dei presenti e gli occhi azzurri dell'angelo vennero calamitati dalla sedia rovesciata e dall'assenza di Dean, di cui potè scorgere solo le spalle, prima che svoltasse nel corridoio. Castiel aggrottò le sopracciglia, cercando un aiuto in Sam, il quale alzò le spalle e gli fece un cenno con la testa verso il corridoio. Lui annuì e si avviò.
Perlustrò la zona delle camere. Dean si rifugiava sempre lì quando qualcosa non andava. Stava per avanzare verso la stanza del cacciatore, quando un cigolio attirò la sua attenzione. Proveniva dalla sua camera. Strano.
<<Dean, sei tu?>> sussurrò, aprendo la porta della sua stessa camera. Il cacciatore era sdraiato sul suo letto, con un braccio sugli occhi e le gambe distese. L'angelo si avvicinò al letto con passo felpato, quasi avesse paura che si svegliasse. Il biondo fece scivolare il braccio lungo il suo fianco, liberando gli occhi e inchiodandolo con i suoi due smeraldi.
<<Cosa ci fai nella mia stanza?>> chiese Cas. Dean non rispose. Continuava a fissarlo senza sosta, cercando risposte a domande che nemmeno conosceva.
<<Dean, cominci a spaventarmi. Ti senti bene?>> domandò, sfiorandogli una guancia con l'indice. Due secondi dopo, era sdraiato sul letto con Dean sopra di lui. Trattenne il fiato, colto di sorpresa.
<<Che cosa...>> mormorò, prima che il cacciatore gli bloccasse i polsi con le sue mani e calasse le sue labbra su quelle dell'angelo. L'impatto fu talmente violento che i denti cozzarono fra loro. Dean strinse la presa sui polsi dell'altro, quando lui tentò di liberarsi, poi prese a baciarlo nuovamente con foga e passione. In quel momento, non esisteva la dolcezza per lui. Solo istinto animale e cieca gelosia.
Come aveva osato quell'idiota anche solo avvicinarsi al suo angelo?
Castiel rimase immobile per un istante, scioccato. Aveva aspettato quel momento, certo, ma mai si sarebbe aspettato una tale violenza nei movimenti del cacciatore, nè tantomeno il sapore del sangue nella sua bocca. Dean si staccò per mancanza di fiato nascondendo il volto nell'incavo del collo dell'angelo e osservando sottecchi il petto del moro alzarsi e abbassarsi con velocità. Gli lasciò un bacio sul collo e poi prese a sfiorargli con le labbra il percorso dell'orecchio alla mascella e viceversa.
Alzò la testa ponendola proprio di fronte a quella dell'amante, che lo osservava con gli occhi blu spalancati. Scese leggermente baciandogli il naso e poi la fronte.
<<Tu sei mio, Cas. Voglio che questo sia chiaro>> mormorò con le labbra ancora premute sulla sua fronte. Sentì la testa dell'angelo spostarsi dall'alto verso il basso e poi al contrario, segno che stava annuendo lentamente. Dean sorrise, lasciandogli ancora un bacetto sulla fronte e stendendosi accanto all'altro.
Castiel era rimasto sdraiato supino e si stava facendo cullare dalle dita di Dean che tracciavano il suo profilo. Erano leggere, quasi inesistenti, ma lasciavano dietro di sé una scia bollente.
<<Dean>> mugugnò, spostandosi più vicino al cacciatore che lo accolse tra le sue braccia. Castiel sentiva il respiro di Dean tra i suoi capelli. Si lasciò accarezzare, si sussurrarono parole dolci, finché il respiro del biondo non divenne regolare.
Nel buio e avvolto dal silenzio, l'angelo del giovedì sigilló una promessa eterna, che il suo cuore avrebbe custodito nei secoli: <<Non sarò mai di nessun'altro, Dean>>