Mi spiace se è breve, ma spero che possa rallegrare chi so io. E poi sto diventando una fan sfegatata del fluff.
Dean aprì gli occhi lentamente. Una luce calda glieli fece richiudere all'istante e dalla sua bocca semiaperta uscì un lamento sommesso. Odiava ogni singola volta che dimenticava la lampada del comodino accesa, perché era una certezza matematica che la mattina i suoi occhi sarebbero stati rivolti da quella parte. Sforzandosi nel mantenere lo sguardo basso, riaprì le palpebre e osservò il volto rilassato davanti a sé. I capelli di Castiel erano un disastro, un cespuglio nero e arruffato, mentre da quelle meravigliose labbra uscivano soffi regolari, segno che stesse ancora dormendo beatamente.
Il cacciatore sorrise, imbambolato, e gli scostò con lentezza un ciuffo di capelli caduto sulla sua fronte. Non credeva di aver mai visto nulla di simile. Lì, nel letto con Castiel, era il luogo in cui si sentiva più al sicuro. Lontano dai mostri. Lontano dal mondo e da tutti i problemi in esso compresi. Era il posto in cui finalmente si sentiva amato per quello che era, non per quello che poteva fare o per cosa aveva da offrire.
Facendo attenzione a non svegliare il compagno di dormita, prese a scostare le lenzuola, finché entrambi non furono scoperti del tutto. L'aria fresca lo fece rabbrividire, ma non se ne curò e fece scivolare le mani lungo l'interno coscia dell'angelo. Con grazia massaggiò la zona, sfiorandola e di tanto in tanto applicando maggiore pressione. La leggera peluria gli solleticava il palmo della mano, mentre i polpastrelli scorrevano instancabili verso l'alto, verso il basso, e poi ancora verso l'alto. Era uno dei suoi modi preferiti per svegliarlo, ma per un istante si bloccò e osservò il suo volto etereo, avvolto dal cuscino candido.
Quella mattina, Cas era fin troppo adorabile sdraiato in posizione prona, con le braccia sotto al cuscino e la fronte corrugata come se stesse cercando di capire una di quelle frasi tratte dai film che piacevano molto a Dean. Il biondo sorrise, furbo, prima di sollevarsi sulle proprie mani e mettersi a cavalcioni sull'angelo. Cercò di non fare troppa pressione per non svegliarlo, per poi scendere a baciare ogni vertebra e seguire quel calore e profumo che solo Cas sapeva dargli. Inizialmente, sfiorò solo la sua schiena, ben consapevole che l'angelo non avesse il sonno pesante, poi continuò con maggiore decisioni, anche ricorrendo a baci umidi su quali soffiava ogni volta, facendo emergere dei brividi involontari.
Nonostante la sua buona volontà, fu praticamente impossibile tenere le mani a posto e prese a farle scorrere lungo i suoi fianchi e lungo la cassa toracica, stringendo e massaggiando di tanto in tanto. Sembrava maniacale nel voler coprire ogni lembo di quella pelle abbronzata e liscia, ma Cas era suo e ancora non riusciva a crederci. Quella creatura buona e assolutamente irreale era sua, nel corpo e nell'anima. Detestava essere possessivo, ma era impossibile non lasciarsi prendere dalla gelosia ogni volta che qualcuno allungava eccessivamente lo sguardo o flirtava con l'angelo.
Quando si fu stancato di mantenere la posizione, si allungò coprendolo col proprio corpo, fino a far sfiorare il proprio petto con la sua schiena e lo baciò sotto l'orecchio. Il volto di Castiel prese a distendersi, finché i suoi liquidi occhi blu non si aprirono. Dean poté giurare di aver visto la sua grazia scintillare nella penombra. Nessun essere umano poteva avere occhi così luminosi, era impossibile.
«Buongiorno, angelo» sussurrò, nascondendo un sorriso tra la spalla e il collo di Cas, che lo guardò confuso e ancora assonnato.
«Buongiorno-» fece una pausa, stringendo gli occhi, come se stesse contemplando cosa dire poi. «-umano»
Dean non riuscì a trattenere le risate e si lasciò cadere sul corpo dell'amante, stringendo le braccia intorno al suo busto e strofinando la fronte sulla sua nuca, dove lasciò un tenero bacio, che sciolse la tensione nel corpo del moro.
Ah, quanto adorava il risveglio mattutino!
