Pianto angelico

1.5K 113 40
                                    

Foto ignorante xD

Dean era nella cucina del bunker e sorseggiava il suo caffè, comodamente appoggiato al bancone. Il sapore amaro del liquido gli inondava i sensi con il suo calore e gli bruciava la gola. In fin dei conti, era l'unica cosa che poteva fare in quel momento. Suo fratello era uscito per interrogare qualcuno o per fare la spesa, non lo ricordava nemmeno. Così, il maggiore dei Winchester se ne stava da solo, o quasi, nel bunker.

Castiel era nella sua stanza da ore. Non gli aveva parlato nemmeno quando si erano incrociati nel corridoio, mantenendo basso lo sguardo. Dean cominciava a preoccuparsi. Non era da lui. Certo, aveva avuto dei momenti bui, ma non aveva mai smesso di parlargli.

Improvvisamente, un rumore stridulo vibrò nell'aria. Sembrava un ultrasuono alieno da tanto era potente. Il cacciatore fu costretto a tapparsi le orecchie, facendo infrangere la tazza al suolo. Lanciò un grido, sopraffatto da un dolore inumano. Quel suono gli stava penetrando nella carne, sentiva le sue membra squarciarsi. Poi, in un lampo di lucidità, ascoltò con più attenzione. Enochiano.

Castiel!

Corse celermente fino alla stanza dell'angelo, non preoccupandosi nemmeno di proteggere il suo udito. Con un calcio, aprì la porta. Castiel sedeva rigidamente su un lato del letto. Il suo aspetto era calmo e posato ma dalla sua schiena, probabilmente in corrispondenza delle ali, si irradiava una luce azzurrina. Le mani era poggiate sul suo grembo, intrecciate fra loro.

<<Castiel!>> gridò Dean, mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo, a causa del dolore alle orecchie. Si inginocchiò davanti all'angelo, mettendo le mani sulle sue spalle. Castiel era scosso da tremiti impercettibili a occhio nudo, mentre i suoi occhi blu sembravano persi in dimensioni lontane e sconosciute.

<<Castiel, ascoltami!>> tentò ancora Dean, ormai in lacrime. <<Devi controllarti! Parlami, amico. Sono qui per te, ho bisogno che tu me ne parli!>>

L'angelo non pareva nemmeno ascoltarlo, assorto nel contemplare il nulla. Il cacciatore soppresse un gemito di dolore.

<<Cas, ti prego. Mi stai facendo male>> mormorò, sfinito. All'improvviso, il rumore cessò. Il petto di Dean prese ad alzarsi e ad abbassarsi con regolarità, ma sentiva ancora quel fischio nella sua testa. Sospirò, più rilassato.

Tuttavia, un movimento delle spalle di Castiel, ancora sotto la pressione delle sue mani, gli fece alzare lo sguardo: l'angelo lo stava fissando con gli occhi gonfi di lacrime e il corpo scosso dai singhiozzi. L'inferno aveva scatenato meno dolore nel cuore del cacciatore che vedere il suo amico alato in quello stato.

<<Ehi, va tutto bene, Cas>> sussurrò, incerto. Mosse una mano, accarezzandogli la spalla da sopra il trench. Castiel scosse la testa.

<<Adesso ti riposi e mi dici cosa non va, okay?>>

<<Non è questo che mi preoccupa al momento>> sibilò l'angelo, diventando serio e rigido. Dean aggrottò le sopracciglia.

<<Cosa intendi?>>

<<Ti ho fatto male, Dean! Come posso perdonarmi questo?>>

Il cacciatore gli sorrise, stringendo la presa sulle sue spalle muscolose, quasi avesse paura che potesse scomparire da un momento all'altro.

<<Non era tua intenzione. Conta questo>>

Castiel sospirò, abbassando gli occhi sulle sue mani, poi chiudendoli con forza. Dean aspettava con pazienza il suo sfogo.

<<Forse dovrei andarmene>> suggerì il moro con un soffio. Pensare di allontanarsi dal bunker gli faceva male, ma avrebbe preferito Metatron all'orribile sensazione di poter fare del male al suo cacciatore dagli occhi color smeraldo.

<<Cosa? Non pensarci nemmeno!>> esclamò l'altro, facendolo sussultare.

<<Scusa, non volevo spaventarti, ma, Cas, è stato un incidente. Non era tua intenzione e io sto bene, a parte un leggero dolore alle orecchie>> sghignazzò Dean. Gli occhi blu dell'angelo si spalancarono.

<<Oh, scusami>> disse, appoggiando la sua mano sulla guancia di Dean. Il cacciatore chiuse gli occhi, sopraffatto da un calore sconosciuto all'altezza del cuore. Castiel piegò la testa di lato ma lo guarì all'istante. Fece per spostare la mano, ma il Winchester lo trattenne.

<<Sto bene così. Stai fermo per qualche istante>> mormorò, socchiudendo gli occhi e lasciando intravedere lo scintillio delle sue iridi. L'angelo si incantò davanti a quella scena, tanto che l'altro si preoccupò e alzò la testa.

<<Stai bene?>>

<<I tuoi occhi sono meravigliosi. Non me n'ero mai accorto>>

Dean arrossì e cercò di celare l'evidente imbarazzo con un colpo di tosse.

<<Sei malato?>> domandò Castiel, tentando di poggiare ancora la mano sulla guancia di Dean, il quale sorrise e scosse la testa. Il cacciatore si mise in piedi, osservando l'amico.

<<Vieni di là?>> gli chiese, indicando la porta. Castiel scosse la testa.

<<Ti raggiungo più tardi>>

Il cacciatore annuì e fece per voltarsi, poi si bloccò, indeciso se seguire il suo istinto o meno. Era ancora vicinissimo a Castiel. La testa dell'angelo era all'altezza della sua pancia e i suoi occhi lo stavano fissando con infinita devozione. Devozione che non meritava affatto.

<<Tutto okay?>>

<<Sì>> sorrise Dean, sporgendosi per lasciare un piccolo bacio tra i capelli scuri di Castiel, che trattenne il fiato.

<<Dean, cosa...>>

<<Ti aspetto di là>> si affrettò ad aggiungere il cacciatore prima di sparire, lasciando Castiel con un tenero sorriso stampato in faccia.

Destiel One shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora