Dialogo, questo sconosciuto

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<<Sì, Sam>> rispose Castiel, lanciando un'occhiata a Dean, concentrato alla guida. <<Non preoccuparti, stiamo bene. Saremo di ritorno tra poco>>

Annuì ancora, lentamente, come se il minore dei Winchester potesse davvero vederlo, poi lo salutò. Chiuse la chiamata e passò il telefono a Dean.

<<Dice che non sarà sveglio quando arriveremo>> comunicò l'angelo, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Il biondo fece un rapido cenno di assenso, poi strinse più forte il volante. Castiel si accigliò.

<<Cosa ti turba?>> sussurrò il moro, sfiorandogli la spalla con una mano. Il cacciatore si irrigidì e, quasi inconsciamente, allontanò il proprio corpo da quel contatto. L'altro aggrottò le sopracciglia. Cos'era successo? Perché si comportava come se fosse arrabbiato? Scrutò sottecchi il suo profilo: i capelli scompigliati, la fronte rugosa a causa della concentrazione, la mascella squadrata. Dean sbuffò.

<<Smettila, Cas. È irritante>> mormorò con tono stanco, quasi sconfitto. Castiel distolse lo sguardo nervosamente. Cosa aveva sbagliato? La caccia era andata bene e, per una volta tanto, non aveva causato problemi. Avevano lavorato con facilità e il mostro era stato ucciso. Dunque, perché quell'atteggiamento?

Era forse ferito e non voleva dirglielo? Gettò una rapida occhiata al suo volto e al busto, ma sembrava intatto. Se possibile, Dean strinse maggiormente la presa sul volante e fece scattare la mascella. L'angelo si affrettò a distogliere lo sguardo e si appoggiò al finestrino. Il paesaggio correva veloce e i fari delle poche auto presenti facevano risplendere i suoi occhi eterei. Il finestrino si appannò a causa del suo fiato caldo: fuori si doveva gelare. All'improvviso, sentì un peso addosso.

<<Ora sei tu che mi stai fissando>> sussurrò, non volgendo però alcuno sguardo al cacciatore, che sospirò.

<<Sono uno stronzo, mi dispiace>> disse, lanciandogli un'ultima occhiata. L'angelo non si mosse.

<<Perché non puoi semplicemente dire cosa ti preoccupa?>> chiese, staccandosi dal vetro. Dean rise con amarezza.

<<Perché fa parte del mio fascino>> rispose, sarcastico.

<<Vaffanculo, Dean>> borbottò l'altro, stupendolo. Doveva essere davvero irritato per dire una parolaccia così. Quanto poteva essere bastardo da uno a se stesso?

<<Senti, non c'è nulla che non vada. Non so nemmeno perché tu stia insistendo>>

<<Sei ridicolo>>

Il suo tono di voce fu talmente basso che il cacciatore dovette chiedergli di ripetere.

<<Ho detto che sei ridicolo! Non puoi semplicemente fidarti di me?>> sbottò. Il Winchester non rispose e non accennò a muoversi.

<<Bene, buono a sapersi>>

Davvero non si fidava di lui? Avrebbe solo voluto scendere da quella dannata macchina, che per Dean probabilmente contava più di lui!

Il silenzio si fece pesante. Li copriva come una coltre di nebbia: si vedevano, ma non davvero. Credevano di riconoscersi, ma non riuscivano ad andare oltre la superficie. Che situazione altamente imbarazzante! L'angelo se ne stava in silenzio, affranto. Non pretendeva che Dean diventasse chissà cosa per lui, ma gli aveva detto che era parte della famiglia. Da dove veniva tutta quella freddezza?

Arrivarono parecchi minuti dopo e Castiel scese. Avrebbe avuto voglia di sbattere la portiera, ma si trattenne. Idiota!

<<Sei innamorato di me?>> sbottò Dean alle sue spalle. L'angelo trattenne il fiato. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Si girò cercando di controllarsi.

<<Come, scusa?>>

Il cacciatore si avvicinò con passo studiato. <<Sei innamorato di me?>> mormorò, a un soffio dal moro, il quale indietreggiò di un passo.

<<Come sei arrivato a una conclusione tanto assurda?>> tentò di ironizzare. Dean si stampò in faccia un sorrisetto sarcastico.

<<Sì, tutto ciò è assurdo>> constatò, eliminando nuovamente la distanza tra i loro corpi. <<Insomma, non ti piacerebbe mai se ti accarezzassi i capelli...>> e a ciò seguì la sua mano tra i capelli spettinati dell'angelo <<non ti verrebbe mai la pelle d'oca se sentissi le nostre pelli a contatto>> seguì l'altra mano sotto la sua camicia <<non sospireresti se ti sfiorassi qui>> mormorò avvicinando le labbra al collo dell'altro. Castiel non riuscì a trattenersi e, con le lacrime agli occhi, sospirò sentendo il fiato caldo di Dean. Si staccò, sistemandosi la camicia.

<<Perché ti comporti così?>> domandò l'angelo con voce spezzata. Dean addolcì lo sguardo, carico di desiderio. Si avvicinò, incerto, e sfiorò le labbra di Castiel con le proprie. Lo guardò negli occhi per avere il suo consenso e, quando non trovò nessuna incertezza, rese quel contatto completo. Non approfondì. Fu un bacio a stampo, leggero quanto le ali di una farfalla, ma ebbe l'effetto di un gorilla nel cuore di entrambi.

<<Perché io sono fottutamente innamorato di te, Cas>>

L'angelo sorrise e lo abbracciò al chiaro di luna, sotto le stelle che, tacite, assistevano all'unione di due anime.

Destiel One shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora