Human!Cas che vive al bunker coi Winchester
«La caccia dovrebbe durare solo qualche giorno. Nel peggiore dei casi, staremo via una settimana» spiegò Sam, posando la tazza di caffè vuota nel lavandino della cucina. Castiel annuì.
«Stai tranquillo, me la so cavare» rispose. Era sicuro che non avrebbe avuto problemi, anche se non era ancora molto allenato in cucina. Era stato un angelo, per l'amor del cielo. Sapeva badare a sé stesso e non comprendeva tutta questa estrema protezione nei suoi confronti. Da un lato lo faceva sentire a casa, dall'altro un poppante senza forze. Per un attimo poté giurare che Sam avesse mormorato "non sei tu che mi preoccupi al momento", ma lasciò correre perché si era certamente sbagliato.
«Bene, siamo pronti» annunciò Dean, posando i borsoni ai piedi delle scale. Dal rumore metallico provocato, l'ex angelo intuì che avessero più armi che vestiti. Tipico. Scosse la testa: non era il momento di diventare preoccupato per una questione così banale.
«Sam ti ha spiegato tutto?» chiese il biondo, sistemandosi la giacca.
«Sì, non preoccuparti»
«Non sono preoccupato» sussurrò il cacciatore con un'alzata di spalle. Squadrò per un momento l'amico da cima a fondo prima di parlare.
«Dovrebbe fare freddo questa settimana, quindi cerca di non andare troppo fuori e tieni accesi i caloriferi. La manopola di accensione è quella bianca, accanto al calorifero. Cerca di non aprire agli estranei. E, ti prego, non cimentarti in strani lavori che riguardino l'idraulica o qualsiasi altra cosa»
«Dean-» cercò di interromperlo l'altro, senza successo. Sam si morse un labbro tentando di trattenere una risata.
«Il frigo dovrebbe essere abbastanza pieno per una settimana, ma se non fosse così chiamaci subito»
«Dean» ritentò Castiel, alzando la voce. Quando il biondo continuò, alzò gli occhi al cielo, esasperato.
«Sai cosa fare in caso saltasse la corrente elettrica e dove si trova il generat-»
«Dean!» urlò. Finalmente, il cacciatore tacque, sorpreso dalla veemenza nel tono dell'altro. Gli angoli agli occhi del moro si addolcirono e le sue labbra si aprirono in un sorriso.
«Starò bene per una settimana. So cavarmela» disse, non distogliendo lo sguardo da quello di Dean. I suoi occhi blu erano così aperti e sinceri che l'altro trattenne il fiato, cercando di non far esplodere la bolla che si era creata.
Guardando entrambi per qualche secondo di troppo, Sam decise di intervenire per la sua salute mentale o avrebbe dovuto a breve fare un'iniezione di insulina con quegli occhi a cuoricino. Si avvicinò all'ex angelo e gli poggiò una mano sulla spalla, focalizzando l'attenzione su di sé. «Ora possiamo salutarlo o pensi di fare la mamma chioccia ancora per molto?»
«Taci, Samantha»
«Ciao, Cas. Ci vediamo tra una settimana e tieniti in contatto. Non vorrei che a Dean venisse un infarto» lo salutò Sam, abbracciandolo brevemente. L'uomo ricambiò e annuì con un piccolo sorriso, soffocando una risata imbarazzata.
«Spiritoso» sibilò Dean, alle spalle del fratello. Lanciò un'occhiataccia a quest'ultimo per poi farsi strada verso l'amico e sorridere. In un istante, si avvicinò e, con una mano appena appoggiata sulla sua guancia, gli lasciò un tenero bacio a stampo e una carezza. Sorridendo, gli fece l'occhiolino e si voltò quasi subito, mancando il modo in cui gli occhi blu di Castiel si erano spalancati, seguiti dalla bocca. Il moro lanciò un'occhiata al fratello più alto che gli lanciò un sorriso di intesa e agitò la mano. La porta del bunker si chiuse poi alle sue spalle.
L'Impala uscì dal bunker con facilità ed eleganza. Guidarla dava sempre un senso di pace a Dean e gli permetteva di liberarsi da ogni pensiero. Specialmente dal pensiero di quegli occhioni, il cui colore del cielo lo distraeva costantemente. Un giorno avrebbe voluto vederli da vicino, sentire la pelle dell'altro sotto le sue dita, assaporare quelle labb-
Per poco, non fece uscire l'automobile dalla carreggiata, guadagnandosi uno strillo indignato dal fratello.
«Sam» lo chiamò con gli occhi sbarrati. Si assicurò di percepire lo sguardo dell'altro su di sé prima di continuare. «Ho appena baciato Cas?» soffiò, incredulo. Oddio, il suo primo bacio con l'angelo e nemmeno l'aveva fatto di proposito. Quanto poteva essere idiota? Sam emise un verso a metà tra una risata e un grugnito che lo fece irrigidire.
«Già» ribatté il fratello con un ghigno, godendosi il leggero rossore sulle sue gote e lo sbiancare delle nocche da tanto stringeva il volante.
«Oh»
Il minore dei Winchester non commentò, ma ad un'ultima occhiata non gli sfuggì l'espressione sognante che suo fratello aveva stampata in faccia.