Buon primo anniversario al nostro gruppo Whatsapp. Ci credete che siano già trascorsi 365 giorni?😍
Se ci siete, fate un fischio, amiche!Allora, questa OS non contiene spoiler che si rifacciano proprio alla serie se non il personaggio sopra rappresentato. Ho una teoria in mente da parecchio... ma non rivelo troppo o vi spoilero tutta la OS haha
Il Comandante si aggirava con fare circospetto per il fienile, agitando la lama angelica. Michele lo aveva relegato a quel ruolo secondario e lui sapeva molto bene il motivo: era un problema. Lo era sempre stato con tutte le sue domande e i suoi dubbi. Era a capo dell'esercito, ma era l'arcangelo a governare, lui soltanto. Perché non poteva semplicemente seguire gli ordini come tutti i suoi fratelli? Michele sperava di dargli una lezione e, forse, era l'unica ragione per cui era ancora vivo. Nel suo infinito girovagare, un rumore attirò la sua attenzione. Sembrava un fruscio, ma venne presto sostituito da voci concitate.
«Dove mi stai portando?»
«Fidati, Sam. So quel che faccio» rispose una voce, che, era certo, aveva già sentito prima. I due individui entrarono osservando i dintorni con le pistole cariche e pronte a sparare in caso di emergenza. Il Comandante si accucciò, tentando di sfuggire alla loro vista. Sembravano cacciatori, quindi avrebbe dovuto fare attenzione e coglierli di sorpresa. Quando si sentì pronto, si avventò sul più basso, scaraventandolo al suolo e sfoderando la lama, pronto a trafiggerlo. A quel punto, lo osservò meglio.
«Tu» disse, stupito, distraendosi appena. Quel piccolo secondo fu sufficiente perché l'altro lo colpisse alla nuca, mettendolo fuori gioco. Prima di chiudere gli occhi, si scontrò con un paio verde brillante, che lo osservavano confusi. Poi il buio.
Non appena il suo tramite riprese una parvenza di sensibilità e riuscì ad aprire gli occhi, si guardò attorno, massaggiandosi la testa. Lo spilungone non poteva colpirlo con maggiore delicatezza? Maledetto lui. I suoi occhi scuri saettarono sulle due figure che si nascondevano nella penombra. Poteva sentire i loro sguardi su di sé e lo mettevano a disagio. Il più basso avanzò fermandosi davanti al cerchio di fuoco e olio santo.
«Tu» sibilò, ansimando, osservando il biondo. Quella trappola gli stava togliendo tutte le energie, dannazione. Si portò una mano al petto, assottigliando gli occhi nel fissare i due uomini di fronte a lui.
«Io» gli rispose il demente con un ghigno. Aveva anche coraggio di risultare sarcastico?
«Tu sei il tizio che ha liberato la ribelle insieme a quell'inglese con l'accento troppo marcato» spiegò. Che diamine ci faceva ancora qui? E aveva anche cambiato partner? Quelle erano tutte domande secondarie, finché il dubbio maggiore non lo colse alla sprovvista. Ne osservò la postura, la luce negli occhi e gli abiti. Finalmente si decise a parlare nuovamente, quando fu chiaro che i due cacciatori non avrebbero fiatato.
«Siete strani» affermò, facendo una pausa. Si accorse che probabilmente quella frase non avesse senso, così si affrettò a spiegare. «Non siete di questo mondo»
«No, non lo siamo, ma siamo qui per recuperare la nostra famiglia» intervenne finalmente Bei-Capelli. Sul serio, quella capigliatura lo distraeva. Così come quello sguardo da cane bastonato che gli stava rivolgendo. Cosa poteva fare lui per la loro famiglia? Per quanto ne sapeva, poteva trattarsi di chiunque.
«Quindi, se non ti dispiace» interruppe all'improvviso il biondo, voltandosi per uscire. Il suo movimento lo accecò per un istante, facendolo precipitare a terra dolorante.
«Perché la tua anima brilla così tanto?» mormorò. Era certo che non fosse possibile per nessun umano ottenere un'anima così luminosa e pura. Eppure, al contempo, pareva così ferita da fatti inspiegabili e devastanti.
