Buon Natale 🎄❤
«Ancora niente?» chiese Sam, lanciando un'occhiata al fratello che strinse la presa sul volante e sbuffò.
«Sam, sto bene. Non ho ancora vomitato rospi né mi sono trasformato in uno di loro»
«Va bene» ribattè il minore, seccato. Quanto odiava il suo lato sarcastico!
«Sono solo preoccupato» incalzò, prima che il fratello inchiodasse di colpo facendolo quasi schiantare sul parabrezza. Lo fissò, stranito.«Si può sapere perché sei così preoccupato?»
«Quale parte di "Rowena ti ha lanciato un incantesimo" non è chiara?»
«Nessuna» ringhiò il biondo, riprendendo la marcia. «Ma sto bene. Non ho nessuna paura di questo eritema»
Sam si accigliò, confuso, prima di iniziare a ridacchiare.
«Vuoi dire "anatema"?» rise. Dean sbuffò ancora, colpendolo alla cieca e sibilando un "idiota". Il breve tragitto fu pressoché tranquillo nonostante l'irritazione onnipresente del maggiore. Le stelle splendevano in cielo schiarendo la buia e fredda notte.
«Ciao» salutò Castiel, comodamente seduto sul divano quando i due entrarono nel bunker. Osservò di sfuggita i fratelli posare le borse, ma non notò il modo in cui Dean si bloccò al suono della sua voce. O come si avvicinò di scatto a lui. Quando se ne accorse, il cacciatore era a pochi centimetri.
«Dean, cosa...» mormorò prima che il biondo lo tirasse a sé per la cravatta e facesse unire le loro labbra. Fu un bacio famelico, violento e per nulla dolce. Le loro bocche si esploravano per la prima volta con brama e desiderio, le loro mani correvano lungo il corpo dell'altro scoprendosi.
«D'accordo, questo è imbarazzante» mormorò Sam dall'altra parte della stanza, osservando il fratello e Castiel darci decisamente dentro. Non si erano spinti oltre il bacio, certo, ma sembrano due adolescenti in preda agli ormoni.
«Rowena non sa nemmeno cos'ha scatenato» sospirò, uscendo dalla stanza e lasciando i due da soli.
«Io odio le streghe» sibilò Dean, privato di ogni capacità di fermarsi. Tolse il trench a Castiel e lo gettò via, insieme alla cravatta blu come gli occhi dell'amante. Quell'abbinamento lo fece uscire ulteriormente di testa, spingendolo a slacciare la sua camicia candida e aiutando Cas a fare lo stesso con la sua a quadretti. L'angelo si era lasciato coinvolgere senza fiatare. I baci dell'altro lo facevano impazzire, la sua pelle calda a contatto con la sua gli toglieva ogni freno inibitore. Tuttavia, alla parola "streghe" si immobilizzò facendo accigliare Dean.
«Che ti prende?» sibilò, tremando. L'incantesimo non gli dava tregua e trattenersi dallo strappare ogni indumento rimasto addosso all'angelo era difficile.
«Streghe?» domandò il moro, allontanando l'altro.
«Rowena mi ha lanciato un incantesimo. A quanto pare, è qualcosa che mi lega a te perché il solo suono della tua voce mi ha fatto impazzire» spiegò con voce roca leccandosi le labbra. Quelle di Cas sembravano così allettanti e morbide.
«Togliti» sibilò il più basso, spingendolo appena.
«Cosa?»
«Sei sordo? Ho detto di toglierti»
Castiel riuscì a ribaltare la situazione è si alzò dal divano interponendo una distanza di sicurezza tra loro due. Il suo petto muscoloso si alzava ed abbassava velocemente e attirava l'attenzione di Dean come le ali ai fiori. E lui sperava di fare tanto miele.
«Qual è il problema? Ci divertiamo finché non scomparve questa cosa»
Non appena le parole lasciarono la bocca del cacciatore, l'angelo si bloccò e sospirò, ferito.
«Vaffanculo, Dean» mormorò, marciando verso la sua camera. L'altro rimase fermo solo per un secondo prima di gettarsi all'inseguimento e raggiungerlo sulla soglia della camera. Con rabbia lo spinse all'interno e lo bloccò contro la porta.
«Si può sapere che ti prende?»
«Ho di meglio da fare che soddisfare i tuoi sbalzi ormonali, Dean» disse gelido, liberandosi dalla sua presa. Ma il biondo non sembrava demordere e lo spinse ancora contro la superficie lignea.
«Non mi sembrava ti stessi lamentando prima» ghignò Dean avvicinandosi. Castiel chiuse gli occhi con forza piegando il capo di lato. Non voleva vederlo in volto o avrebbe fatto cose di cui si sarebbe pentito.
«Non sarò una delle tue scopate» bisbigliò. Il biondo irrigidì i muscoli allenando appena la presa. Nella sua attuale posizione, Castiel non vide i lineamenti del suo viso distendersi e le sue labbra aprirsi in un caldo sorriso.
«È questo il problema?» chiese con dolcezza accarezzandogli la guancia con le nocche rovinate. Nonostante tutto, l'angelo andò incontro a quelle carezze beandosi del contatto.
«Non saresti mai solo una scopata, Cas» sussurrò infine sulle sue labbra prima di baciarlo piano. Sentiva il desiderio crescere nel suo petto e in ogni parte del suo corpo, ma si trattenne cercando di metterlo a suo agio.
Castiel aprì gli occhi, in quel momento lucidi e con le pupille dilatate. Spinse il cacciatore fino al letto, dove lo bloccò e iniziò a spogliarlo.
«Adoro quando sei intraprendente»
Castiel sorrise, baciandogli il petto e scendendo in una lenta tortura fino all'estremità delle mutande. Giocherellò a lungo con l'elastico finché Dean non mugulò, contrariato, e iniziò ad alzare i fianchi.
«Sono pronto» ansimò guardandolo intensamente. Castiel si sentì mancare per un momento, prima di sfilargli anche l'ultimo indumento. Altrettanto fece con il suo e si posizionò sopra il cacciatore.
«Sei sicuro?» chiese, poco esperto.
«Mai stato più sicuro» assicurò. A quel punto, dopo aver preso un bel respiro, Cas lo penetrò con lentezza. Si sentiva come se dovesse maneggiare un manufatto prezioso e delicato. E in fondo, per lui Dean era così. Odiava sapere di essere la causa del suo dolore e della sua sofferenza. Tutto quello che voleva in quel momento era dargli piacere.
«Oh, sì» grugnì il cacciatore quando l'angelo iniziò a muoversi a ritmo regolare. Finalmente la brama intensa si era quietata sostituita solo dall'amore cieco e dalla fiducia reciproca. Nemmeno si accorse dell'immenso piacere che provò, talmente preso dagli occhi blu dell'amante.
«Ti amo, Cas» mormorò osservandolo aprirsi in un sorriso raggiante. Castiel si abbassò strofinando il naso contro il suo e lo baciò a stampo.
«Anch'io, Dean, anch'io»
Una settimana dopo...
«Rowena, devi togliere questo dannato incantesimo. Sono stanco» minacciò Sam. Era contento per i suoi fratelli ma averli in mezzo ai piedi mentre pomiciavano stava diventando estenuante. La rossa, però, sembrò confusa e presa in contropiede.
«Che vai blaterando, spilungone?»
«Quei due stanno diventando due sanguisughe» ringhiò, avvicinadosi con atteggiamento minaccioso. Si arrabbiò ancor di più quando Rowena rise, capendo finalmente il problema.
«Dolcezza, non è colpa mia» disse semplicemente, voltandosi e iniziando ad andarsene.
«Che intendi?»
«L'incantesimo dura solo ventiquattro ore, Sam» ghignò, aprendo la porta. «Divertiti» lo derise, lasciandolo solo e sconfortato.
Forse dovrei solo prendere un cane, pensò mentre già intravedeva due sagome baciarsi accanto all'Impala.
