Cap.12.

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GIORGIA POV'S:
"Se il buongiorno si vede dal mattino, allora buonanotte."
Dico tra me e me.
Oggi c'è scuola, ma io voglio restare a casa a dormire.
"Ciao mamma, ciao papà."
"Ehi tesoro. Noi stiamo andando a lavoro. Ti vedo un po'... pallida. Ti senti bene?"
Dice mia madre.
"Ehm, in effetti ho mal di testa."
Mi tocca la fronte.
"Ma... ma tu scotti! Và subito nel letto a riposarti, hai la febbre."
"Okei."
Prendo il telefono e vado su whatsapp.
"Lù oggi non vengo a scuola, ho la febbre.😔❣"
"Uff.😒 Riprenditi presto Giò.❣"
Non riesco nemmeno a vedere il display, mi fanno male gli occhi.
Lo appoggio sul comodino e chiudo gli occhi.
*Inizio sogno.*
"Ahahah. Ma davvero credevi che lui ti amasse? Povera illusa. Giorgina credeva che Marco l'amasse."
Urla Tiffany nei corridoi, mentre abbraccia Marco.
"Ahahahahah."
Scoppia a ridere tutta la scuola.
"Ci ha creduto! E questa è la dimostrazione che non ti amo."
Dice Marco, mentre inizia a baciare Tiffany.
*Fine sogno.*
"N-n-no. M-marc-co a-ama T-ti-ffa-n-ny."
Balbetto.
Mi alzo dal letto all'improvviso e un forte mal di testa s'impossessa di me. Scendo le scale con la poca forza che ho e vado in cucina. Prendo una bottiglietta da mezzo litro e salgo la prima scala, quando...
DIN DLONNNNN.
"Chi sarà?"
Dico tra me e me.
Apro la porta, cercando di vedere qualcosa dallo spioncino.
"Ehi. Quando eravamo piccoli ricordo che amavi i muffin al cioccolato. Te ne ho portato qualcuno. Dimmi che ti piacciono ancora!"
Dice Alex, porgendomi il vassoio con i muffin della pasticceria.
Non ho molta fame, ho appena avuto la febbre.
"Eeehi. Si, mi piacciono ancora. Grazie mille. Vuoi... salire in camera mia?"
Chiedo.
"O-okay."
Dice lui.
Saliamo in camera mia, e porto i muffin insieme.
Inciampo su una scala, ma lui mi prende al volo.
"Grazie."
Sussurro.
Arriviamo in camera mia.
"Come mai qui? E, perché? Cioè, come fai a sapere che sono malata? E poi non avevi scuola?"
Gli chiedo.
"Ahaha, quante domande. Sembri mia madre in questo momento! Sono qui per te, Luna mi ha detto che oggi non venivi a scuola perché sei malata e sono uscito prima oggi. Il prof era assente."
Risponde.
'Sono qui per te.'
"S-sei qui per me?"
Balbetto.
"Beh, si. E poi avevo bisogno di vederti, okay?"
Ammette.
"Okay."
Rispondo.
"Forse okay sarà il nostro per sempre!"
Diciamo contemporaneamente.
"COLPA DELLE STELLE!"
Diciamo insieme.
Scoppiamo a ridere.
Anche se sto male, con lui sto bene. Lo reputo un bravo ragazzo, è simpatico e anche carino.

Dopo aver passato del tempo a chiacchierare e a mangiare i muffin insieme, dice:
"Io devo andare Giò, a domani."
"Okay. A domani. Comunque i muffin erano ottimi!"
Rispondo sorridendo.
Sono sola in casa, perciò inizio a pensare... perché Alex avrebbe dovuto chiedere di me a Luna? Forse glielo ha detto lei. Si, sicuramente.
Mi tocco la fronte. È bollente, scotta.
In realtà, da quando Ale è andato via, sto peggio. Forse perché, in sua compagnia, non sentivo il dolore. Prendo il termometro e lo metto sotto il braccio: 39º.
Lo metto al suo posto e decido di tornare nel letto.
DIN DLONN.
"Oh ma chi è a quest'ora?!"
Dico irritata.
Vado ad aprire la porta, e quando vedo chi si trova davanti a me, per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Lui.
"Perché sei qui?"
Dico acida.
"Ho saputo che sei malata."
"Da chi?"
"Un uccellino."
"Un uccellino che dovrebbe tenere la bocca chiusa. È stata Luna, non è vero?"
Dico sbuffando.
"No. Lei lo ha detto alla prof quando gli ha chiesto dov'eri. Io ho solo sentito. Posso entrare?"
No.
"Ehm..."
Rispondo. Nel frattempo è già entrato.
"Fa piuttosto freddo oggi, non credi?"
Dice.
"Mh. E tu sei venuto qui per parlarmi di questo? Ti ricordo che ho la febbre, e per giunta a 39. Va a casa tua e non stancarmi, voglio dormire."
Dico io, piuttosto alterata.
"In realtà no, non sono qui per questo."
Dice, toccando il divano con la mano come per dirti: siediti.
Tranquillo, è casa mia. So cosa fare! Mah...
Mi siedo, e il suo braccio mi circonda il fianco, come se avesse paura che potessi andare via. Sussulto a quel gesto, forse perché aveva le mani fredde, forse perché era semplicemente lui a farmi sempre questo effetto.
"D-dim-mi."
Balbetto.
"È per questo gesto che ho fatto che balbetti?"
Curioso eh.
"N-no, è solo perché ho la febbre."
Mento, cercando di sembrare credibile.
Risulta stupido persino a me.
Non sono mai stata un'ottima attrice, né lo vorrei mai essere. Ogni mio gesto è spontaneo.
A che serve mentire?
Mi dice la mia vocina.
Beh, servirebbe in casi come questi!
Penso.
"Comunque, di cosa volevi parlarmi? Seriamente..."
Dico.
"Okay, in realtà volevo dirti, o meglio..."
DIN DLONNN.
MA DAI!
Sempre nel momento meno opportuno.
"E ora chi è?"
Dissi, alzandomi dal divano con poca voglia, mentre il braccio freddo, ormai caldo di Marco, non mi circondava più la vita.
"E-ehi! Disturbo?"
Mi dice Alex... Alex?!
"Figurati! Entra pure."
Rispondo.
"Lui?!"
Dicono in coro.
"A quanto pare..."
Dico sospirando, mettendomi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
"P-perché sei qui Ale?"
Dico, rompendo il silenzio creatosi fra di noi.
C'è tensione, e si sente.
I due si mandano occhiatacce in continuazione.
"Volevo sapere come stavi, tutto qui. Piuttosto, perché lui è qui?"
Risponde.
"L-lui è qui perché aveva bisogno di un evidenziatore, il suo si è scaricato. Sai, la prof di scienze sa essere molto esigente in questo. 'LE PARTI PIÙ IMPORTANTI SONO DA EVIDENZIARE.'"
Dico, copiando la voce della prof.
"Marco, se vuoi l'evidenziatore comunque è al piano di sopra."
Continuo, deglutendo. Alex non mi crederà mai.
Ma poi, perché dare spiegazioni? Sembrano quasi... gelosi!
Ma che dico?
"Ehm, non so dov'è. Vieni con me al piano di sopra così me lo dai?"
Dice Marco, ed io faccio un cenno con la testa.
"Arrivo tra un attimo Ale."
Dico, senza ricevere risposta.
"E così ti sei fidanzata con... Alex o come cavolo si chiama."
Dice Marco una volta arrivati al piano di sopra.
"Ma che ti salta in mente? E comunque si, si chiama Alex, e siamo solo amici. Okay? E poi perché t'importa? Sei fidanzato con Tiffany... E comunque cosa dovevi dirmi?"
Dico.
"Ora come ora non ha senso dirtelo."
"E invece ora me lo dici! Sai, non entri in casa mia per farmi scenate e basta!"
"L'evidenzatore."
Dice con strafottenza.
"Tieni, e sparisci dalla mia vita. Parla, ora o mai più. Sennò va via direttamente eh."
Sbotto.
"Okay, vado via."
"Si, vai vai. L'unica cosa che sai fare è scappare dalle persone o dalle questioni importanti, e a loro volta, le persone si allontanano da te."
Scendo velocemente le scale e vado da Alex.
"Ehm. Allora... sto meglio, se è questo che volevi sapere."
Dico, quando Marco è uscito.
"Okay, quindi vado."
Dice. Sembrava più una domanda, che un'affermazione, a dir la verità.
"N-no, non andare. Vuoi, vuoi restare?"
Dico guardando l'orologio: le 12:00.
"I miei arrivano alle 13:30."
Dico.
"Okay, ma posso restare fino alle 12:15, poi devo tornare a casa."
Risponde sorridendo.
SPAZIO AUTRICE:
EEEHI! POVERA GIORGIA, CON LA FEBBRE E DUE RAGAZZI... POSSIAMO DIRE GELOSI, AHAHAH. ALLA FINE MARCO NON HA PIÙ DETTO NULLA A GIORGIA. COSA VOLEVA DIRLE? LO SCOPRIRETE! COMUNQUE, COSA PREFERITE? GIOREX: GIORGIA+ALEX
O
GIOMARCO: GIORGIA+MARCO.
SCRIVETELO NEI COMMENTI!
1254 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora