GIORGIA POV'S:
"Giò io non me ne vado."
Dice Marco incrociando le braccia.
"Marco non dire scemenze. Vai dai."
Dico tentando di spingerlo verso la porta, cosa quasi impossibile per i suoi muscoli.
"Oh Giorgia, forse tu non hai capito... non me ne vado di qua."
Dice.
"Mà sto benissimo, tranquillo. Ho smesso di vomitare. Vedi?"
Dico.
"E se inizi a vomitare appena arriva tuo padre? Devo prendermi le mie responsabilità."
"Anch'io. Sono io che ho esagerato a bere."
"Sono io che non ti ho vietato di farlo."
"Dobbiamo litigare per questo?"
Dico.
"Se è necessario..."
Sussurra Marco avvicinandosi.
"Oh che sei pericoloso. Vattene prima che finiamo per baciarci e poi mio padre entra, ci vede, ti prende a calci e ti butta fuor-."
Dico, e senza concludere la frase, mi ritrovo appiccicata a Marco.
"Marco se mio padre ci vede, non so cosa potrebbe capitarti..."
Sussurro.
"Prima o poi capirà che non hai più 10 anni e che non giochi più alle Barbie in sua assenza."
Sussurra.
"G-già."
Sussurro, mentre le sue labbra si avvicinano alle mie. Sento i brividi percorrere la mia schiena.
"Mi mancano i tuoi baci."
Sussurro sinceramente, e mentre le nostre labbra si stanno per sfiorare...
"DIN DLONNN."
Subito mi stacco, in preda al panico.
"Giò sono papà, apri. Non ho le chiavi."
Sento.
"Ora scendi dalla finestra!"
Sussurro a Marco.
"Arrivo!"
Dico.
"Che faccio?"
Chiude Marco.
"Corri in camera e chiudi la porta."
Sussurro.
Mentre Marco sale per le scale, vado ad aprire la porta.
"Papàà."
Dico.
"È andato tutto bene oggi?"
Chiedo forzando un sorriso.
"Si, si, tutto bene. E a te?"
"Si, benissimo... ho visto la partita con Luna e Meri, due mie amiche. Le ho invitate qui."
Dico cercando di non destare sospetto.
"E quelle? Sono bottiglie di birra?"
"Eh?"
Chiedo in preda al panico. Mio padre è molto rigido riguardo a queste cose.
"Non è che c'era qualche maschio con voi?"
Chiede.
Inizio a sudare freddo.
"Guarda che lo so che non sei più una bambina di dieci anni che gioca alle bambole in mia assenza."
La stessa frase di Marco.
"In effetti no, non lo sono più."
Ammetto.
"Lo so che ti manca la mamma."
Dice.
Sospiro.
"Ma non è un buon motivo per bere alcolici..."
Continua.
Vorrei controbattere, dire che c'erano anche tre maschi con noi, e lì ci sono tre bottiglie soltanto di birra, perché ogni ragazzo ha condiviso la birra con la propria ragazza. Vorrei dirgli che ho bevuto solo un bicchierino, nonostante io sia astemia. Vorrei dirgli che mi sono sentita un po' male dopo, ma avevo bisogno di sentire l'ebbrezza e la libertà che ti può dare solo un alcolico.
Vorrei dirgli che il mio ragazzo è qui, che sarebbe il pretesto giusto per presentarglielo, ma non dico nulla.
Faccio un cenno con la testa.
"Però non voglio che tu pensi che le mie amiche siano due ubriacone. Insomma, le conosci. Sono due persone per bene!"
Dico.
"Si, si. Beh, anche a me è capitato, da ragazzo, di bere un po' per cercare di dimenticare. Delusioni d'amore? Si beve. Ti fidanzi? Si beve. Era tutto un buon motivo per bere. Rischiavo di diventare un alcolizzato, ma poi sono arrivati tuo nonno e tua nonna, i miei genitori, a farmi smettere. Non avevo più una vita mi dicevano, mi facevano pensare mentre molto chiuso in camera."
Si apre.
Cavolo. Non conoscevo questo suo... lato!
"Beh, vai a dormire piccola grande donna."
Dice papà dandomi un bacio veloce sulla fronte.
Si, mi manca la mamma.
"Vuoi il bacio della buonanotte in camera?"
Dice mentre sto salendo le scale.
"Ma papà! Non ho più dieci anni!"
Dico, notando il suo sguardo deluso.
Incomincio a correre verso di lui.
"Scherzavo."
Dico dandogli un bacio sulla guancia.
"Notte papi."
Continuo salendo le scale.
"Notte Giorgy."
Dice. Mi chiamava così, da piccola. Amavo il cartone Giorgy. E fa nulla se ora son cresciuta e questo nomignolo non mi piace più. Il papà è sempre il papà.
Può dirmi tutto quello che vuole, ne ha il diritto.
Arrivo in camera, e quasi prendo un colpo. Mi ero dimenticata di Marco!
Chiudo la porta e sussurro a Marco, parecchio alterata:
"Ora esci dalla finestra!"
"Scherzi?"
Dice sorridendo.
"No! E se non esci tu ti butto io giù! Sta a te decidere..."
Rispondo seria.
"Prego, cala la treccia Rapunzel!"
Risponde ridendo.
"Shhh, mio padre potrebbe sentirci!"
Dico. Poi sento dei passi sempre più vicini, i passi di mio padre.
"Giù!"
Dico a Marco.
"Giù dove?"
"Sotto il letto, muoviti!"
Mi infilo sotto le coperte e cerco di coprire Marco con le coperte stesse.
"Mi stai schiacciando!"
Dice con il viso spiaccicato al suolo, si sente dalla voce.
"Suvvia, non peso poi così tanto... E comunque ben ti sta!"
Dico, poi sento la porta aprirsi.
"Giorgy... non devi dirmi niente?"
Dice mio padre.
STA CALMA GIÒ.
NIENTE PANICO.
AVRÀ SCOPERTO CHE DURANTE LA SUA ASSENZA HO FINITO IL BARATTOLO DI NUTELLA??
"GIURO, NON SONO STATA IO A FINIRE LA NUTELLA. SONO INNOCENTE!"
Mento.
"Hai finito la nutella?"
Mi guarda con aria di disapprovazione.
"No!"
Per evitare di far continuare troppo la chiacchierata, lo ammetto.
"E va bene, okay. L'ho finita tutta io."
"Grazie per avermelo detto, ma non è per questo che sono qui..."
Dice, tralasciando un po' di suspense.
"E dunque qual'è la motivazione?"
Chiedo in panico, senza motivazione. Perché andare in panico, insomma? Cioè, è che tutto mi mette ansia ultimamente, ma non so neanche perché...
"Che regalo vuoi per Natale?"
Mi chiede tutto d'un fiato.
Forse non ha veramente capito che non sono più la bimbetta di 10 anni fa, ma non fa niente.
A me la cosa sta anche bene, in parte.
"Che regalo dovrei volere? Non un bambolotto, questo è certo."
Dico ridacchiando per smorzare il clima di tensione.
"Intendo, scarpe o robe?"
Dice.
"Mh, ho abbastanza robe e scarpe. Non preoccuparti papi."
Dico.
"Okay, okay, vorrà dire che me la vedrò da solo. A domani Giorgy."
"A domani babbo."
Dico ridendo.
Ahhhh, a domani.
Papà esce, e Marco sbuca fuori dicendo che sta per morire d'asfissia.
"Oh, addirittura!"
Inizia così una discussione, fatta poi di risate."Allora resti qui?"
Chiedo.
"Vuoi farmi andare via all'una di notte?"
"No, tu resti qui. Troppe ragazze in giro a quest'ora."
"Ahhhh la mia gelosona!"
"La ragazza gelosa resterà sempre la più bella!"
Controbatto mettendo il broncio.
"E se tipo ti baciassi quel broncio?"
Dice.
"E se tipo io ci stessi?"
Dico, e improvvisamente ci ritroviamo appiccicati.
Si sente il battito accellerato del mio cuore. Si sente il suo profumo da uomo che aleggia per la stanza. Si sentono due corpi ma un'anima sola.
Mi da un bacio, poi dico:
"Dove dormi allora? Per terra no, nell'armadio nemmeno... vai nel bagno!"
Dico indicando il bagno che ho in camera, dove c'è la vasca da bagno.
"Ti metto due/tre coperte nella vasca e dormi."
Continuo.
"Okaaay."
Dice. Gli sistemo il suo 'letto' e chiudo la porta del bagno.
Da una parte è un sollievo tutto ciò, poiché sto scrivendo una storia ma nessuno lo sa. Ho intenzione di pubblicarla alla fine, però. Ora che Marco è in bagno posso scrivere sul mio quaderno. Non vedo l'ora di completare questo libro!SPAZIO AUTRICE:
EHII. SCUSATE SE POSTO UN PO' IN RITARDO MA...
(SPOILERRRRR!)
...STO SCRIVENDO UNA NUOVA STORIA IN CONTEMPORANEA A QUESTA! VEDIAMO SE ALLA FINE LA PUBBLICHERÒ O MENO.
IL TEMA NON È L'AMORE PERÒ.
(SUSPANCEE.)
AMATEMI, AHAHAH.
UN BESOS A TODOS.
MA CHE DIAMINE STO DICENDO? AHAHAH.
1259 parole.
STAI LEGGENDO
"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."
RomanceDAL CAPITOLO 15: "Dobbiamo parlare seriamente, per una volta. Promettendo di non allontanarci, dopo." Dice. "E perché non dovremmo allontanarci? Siamo... siamo come l'acqua e il fuoco, il giorno e la notte, il nero e il bianco, il male e il bene, la...