Cap.58.

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GIORGIA POV'S:
LA MATTINA SEGUENTE:
"Buongiorno."
Dico.
Tiffany dorme ancora sul divano, Marco dorme ancora nel letto dopo essersi svegliato ieri notte un migliaio di volte per un migliaio di conati di vomito, accompagnato da me.
Gli altri non ci sono.
Vado in cucina, e trovo un bigliettino con su scritto:
"Noi quattro siamo usciti, ma non vi abbiamo svegliato perché abbiamo notato che Marco ieri era parecchio sbronzo e non avete dormito per niente per via dei suoi numerosi conati di vomito. Ci vediamo verso le 12:00 per andare insieme al ristorante.
Un beso.
-Dai Fantastici Quattro."
Cretini! Io volevo uscire, uff.
Però, ora che ci penso... il 27 sera (nonché domani.) si parte!
Comunque ora andrò a farmi una doccia.
Mi lavo con acqua tiepida, poi utilizzo il bagnoschiuma al pino per il corpo, sciaquo, mi lavo i capelli con bagnoschiuma alla vaniglia e balsamo, mi asciugo ed esco dalla doccia.
Mi lego un asciugamano addosso e con il phon asciugo i capelli.
Mi metto l'intimo e mi metto in fretta e furia dei leggins e una felpa larga per stare in casa, così per andare al ristorante cambierò solo i leggins e metterò i jeans. Mi metto le adidas superstar nere con le strisce bianche.
Esco dal bagno e mi dirigo in camera, dove vedo quel che non avrei mai voluto vedere in tutta la mia vita. Una scena orripilante davanti ai miei occhi. Ne sono completamente disgustata, vorrei vomitare per fargli capire quanto schifo provo. Marco e Tiffany che si baciano sul NOSTRO letto d'hotel. Tiffany lo tiene stretto. Mi aveva giurato che se lo sarebbe ripreso, l'ha fatto. Era tutto un piano di Tiffany, e ho fatto bene a far vincere il lato diffidente. Ma si è ripresa Marco, e cavolo, non c'è niente di peggiore. Marco mi ha usata, soltanto usata.
Inizio a singhiozzare, vedo buio. Marco si gira verso di me.
"Questa è la dimostrazione che il per sempre è vero quanto babbo Natale."
Dico abbassando lo sguardo assente, mentre le calde lacrime scendono.
"Tutto ma non questo, tutto ma non questo, tutto ma non questo. E tu cosa mi fai?! Questo!"
Urlo inorridita.
"Ma che stai dicendo Giò?"
Chiede Marco.
"Fai finta di non sapere nulla eh testa di..."
E parte un urlo da parte mia.
"Pensi che non abbia visto?!"
Chiedo piangendo lacrime amare.
"No, cavolo, no. Non è quello che sembra."
Dice Marco.
"Come no?"
Interviene Tiffany.
"Lei mi ha baciato!"
Si giustifica Marco.
"Guarda che non ti ho dato un bacio, ci siamo dati un bacio."
Sbotta Tiffany.
"Oh e insomma; basta, basta, basta! Non vi voglio più sentire!"
Dico prendendo il giubbotto, infilando il telefono in una tasca. Sbatto la porta alle mie spalle.
Sento dei passi che mi seguono.
"Marco non provare a seguirm-."
Mi interrompe una voce femminile.
"Sarò buona con te, okay?"
Dice Tiffany la gallina.
"Oh no, tranquilla. Sei stata fin troppo gentile a rubarmi il ragazzo. E ti dirò di più. Cosa speri di vincere rubando i ragazzi altrui?"
Chiedo.
"Punto uno: principalmente sei stata tu a rubare il ragazzo a me, per prima;
Punto due: ti dirò tutta la verità sull'accaduto di oggi. È iniziato tutto così... Marco mi ha detto di venire a Milano in questi giorni, a questo indirizzo. Vi ho ritrovati qui, e sono rimasta sorpresa, pensando fosse una richiesta da parte tua! Quando sei andata in bagno, oggi, Marco mi ha chiesto di avvicinarmi a lui sul letto, perché avevo il viso sporco, secondo lui. Mi sono avvicinata e mi ha baciata."
MA QUANTO È SQUALLIDO?!
Sento nuovamente dei passi dietro me e Tiffany, ora sarà sicuramente Marco. Mi giro; è lui. Mi rigiro, facendo finta di non averlo mai visto, e dico a Tiffany:
"Beh, Tiffany, cosa posso dirti? Probabilmente mi ha solo usata per un qualche scommessa, forse ha sempre amato te e non me. Tanti auguri e figli maschi."
"Grazie per gli auguri."
Dice Tiffany.
Faccio un cenno con la testa e allungo il passo. Esco dall'hotel con mille pensieri.
GIURO CHE NON LO VOGLIO PIÙ VEDERE!
Ma chi si crede di essere?
Io gli ho messo il cuore in mano, e lui è riuscito a frantumarmelo.
Basta, basta davvero.
È un... un VERME!
"Lo odio!"
Urlo, facendo spaventare le persone che mi passano davanti.
Decido di fare una passeggiata per schiarirmi le idee e cercare di non picchiare gente innocente che cammina in mezzo alla strada.
Mentre sono in cammino senza una meta, squilla il telefono.
"Giò."
"Amo solo te."
"Okay?"
"Devi credermi."
"Qualsiasi cosa ti abbia detto quella pazza, beh, è falso!"
Inizialmente decido di non aprire whatsapp, poi mi viene in mente una risposta.
"E se lei mi avesse detto che mi ami? È falso eh? Ma tranquillo, l'avevo capito."
Esco da whatsapp e spengo il telefono, perché secondo me a breve si bloccherà, poiché mi sta tempestando di messaggi.
La passeggiata continua, e mi guardo attorno con occhi spenti.
È proprio perché sono senza una meta, che non posso perdermi, penso.
Ma dove sono?
Mi sono persa; bene Giorgia, molto bene! Sono un mito!
Okay, perfetto, va tutto alla stra grande. Mi sono solo persa in una città a me sconosciuta. Cosa c'è di peggio? Ma niente!
Vorrei chiamare Marc-... ma seriamente lo sto ancora pensando?
Non si dimenticano facilmente le persone. E se non riesci a toglierlo dalla testa, figuriamoci dal cuore!
Okay, okay, hai ragione cervello.
Ma ora che faccio?
Chiedi indicazioni!
Giusto...
Fermo un ragazzo di fronte a me, molto carino. Avrà 17 anni circa.
"Ehm, mi dica..."
Dice.
Oh, è pure cortese!
"Si, ehm, credo di essermi persa... dove si trova questo indirizzo?"
Chiedo mostrandogli il foglio con l'indirizzo dell'hotel.
"Uhm... non te lo so spiegare, è piuttosto lontano. Ma sei del posto?"
Mi chiede.
"No..."
Ammetto.
"E ti allontani così tanto senza una meta con il rischio di perderti?"
Chiede ancora.
"E poi una bella ragazza come te, non dovrebbe essere sola."
Aggiunge. Il ché mi fa spuntare un mezzo sorriso sincero.
"Grazie."
Dico arrossendo.
"Dai, solo perché sei così carina ti accompagno fino all'hotel, tanto non ho nulla da fare."
Dice.
"Ti dovrò ringraziare molte volte, allora."
Sorrido.
"Anche tu solo?"
Chiedo quando siamo in cammino.
"A quanto pare..."
Risponde.
Silenzio imbarazzante.
"Odio il silenzio. Ma lo amo. Cioè, lo odio perché il silenzio mi fa pensare troppo, ma lo amo perché è così rilassante. Quindi dimmi qualcosa."
Dico sorridendo.
"Cosa dovrei dirti? Non ci conosciamo nemmeno."
Dice.
"Già sentirti parlare è qualcosa."
Dico ridendo.
"Ti faccio io una domanda, allora. Come ti chiami?"
Chiedo.
"Ivan. Tu?"
"Giorgia."
Rispondo.

Siamo arrivati in hotel.
"Beh, io vado allora."
Dice.
"Ma no! Sali pure con me, così ti offro un caffè. O ci sono problemi?"
Chiedo.
"Quali problemi?"
Chiede interrogativo.
"Ah boh, non vorrei che... Cioè, tu fossi fidanzato, e quindi, boh..."
Rispondo impacciata.
Ride leggermente.
Sorrido non capendo.
"Non capisci eh?"
Chiede, e scuoto la testa.
"Sono single."
Dice.
"Aaaaaahhhhh. Capisco. Allora sali?"
Dico.
"Perché no."
Risponde.
"Ma tu, invece?"
Dice quando siamo saliti in camera. Ci sediamo alle sedie.
"Io cosa?"
"Sei fidanzata?"
"Fino a circa un'ora e mezza fa sì."
"Oh... Non avrei dovuto chiedertelo, forse."
"Nah, tranquillo."
"È per questo che eri sola?"
"Sì..."
Dico portandogli il caffè.
"Grazie."
Dice.
La porta si apre.
"Chi è lui?"
Chiede Marco, piuttosto alterato.
"Non t'interessa, ci siamo lasciati. Okay? Va' da Tiffany."
"Non m'interessa nulla di lei!"
Dice.
"Scusate il disturbo, io vado."
Dice Ivan.
"Faresti bene a farlo, ORA."
Dice Marco, calcando la voce alla parola 'ora'.
"Ivan, scherzi? Non farti problemi, lui ora va via."
Dico.
"Vattene."
Dico a Marco fulminandolo con lo sguardo.
"Io me ne vado, ma tu vieni con me."
Risponde.
"Certo."
Dico io incrociando le braccia sotto il seno.
"Se fosse affetto me ne andrei, sappilo. Io invece resto."
Sussurra l'ultima frase.
"Te lo chiedo PER L'ULTIMA VOLTA. Chi è lui e che ci fa qui?"
Dice alzando la voce.
Sbuffo.
"Okay, non te ne vai tu?"
Dico, e lui scuote la testa.
"Perfetto, ce ne andiamo noi. Andiamo Ivan."
Dico per poi rigirarmi verso la porta, seguita da Ivan.
Decidiamo di scambiarci i numeri di telefono, e ci salutiamo. Resto in bilico, non sapendo se rientrare o meno in camera. Decido di non rientrare, giacché mancano 5 minuti esatti alle 12:00, e gli altri stanno per arrivare. Se mi fossi svegliata in tempo e fossi andata con loro in giro, probabilmente non avrei mai visto quel bacio. E non avrei mai conosciuto Ivan.
E invece no, il destino ha voluto farmi soffrire ancora.
Dopo la tristezza, solo tanta rabbia e rancore.

MARCO POV'S:
NO NO NO E NO. Io non la perderò così, sia chiaro. Lei è la MIA ragazza e non mi piace condividere. La vita fa schifo senza di lei, la rivoglio qui con me. Rivoglio i suoi occhi che mi guardano da vicino, che dicono così tanto senza che lei apra bocca. Io, i suoi occhi, gli ho visti ancora, e so per certo che lei mi ama ancora. Avrò modo di spiegarle tutto, così capirà che Tiffany sta facendo di tutto per farci separare, e a me non sta affatto bene. Lei sarà di nuovo, per sempre, MIA.

SPAZIO AUTRICE:
EHII.😏
IO ERO CONVINTA CHE AVREI SCRITTO MENO IN QUESTI CAPITOLI RESTANTI, E INVECE NO!
PERCHÉ QUANDO SCRIVI TI VENGONO TANTE IDEE, SE CI PENSI INVECE NO.
È STREGONERIA, AHAH.
"LASCIARSI GUIDARE DA CIÒ CHE ABBIAMO DENTRO, È LA FORMULA MAGICA!"
MA QUESTI PENSIERI RANDOM? AHAH.
E NULLA, IL CAPITOLO È QUESTO QUII. CHE NE PENSATEE?
UN BACIO!
1609 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora