Cap.47.

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GIORGIA POV'S:
"Allora..."
Dice il padre di Marco.
"Come la vuoi pagare?"
Chiede.
"In nessun modo!"
Dico a bassa voce serrando i pugni, con occhi bassi.
"Piccola, non si risponde così... vedrai, ci sono vari modi di pagarla cara. Uno alla fine lo sceglierai!"
Dice l'assistente.
"Preferisci morire soffrendo la fame e la sete, con torture comprese fin quando non muori, oppure ti spariamo, ma sempre con torture comprese prima di ucciderti?"
Dice con cattiveria il padre di Marco.
Le nocche mi diventano bianche a furia di stringere i pugni, e tengo lo sguardo basso.
Giuro, mi sto cagando sotto.
Gli occhi iniziano a lacrimare, e tante lacrime ricoprono ora il mio viso, tanto che mi sto bagnando felpa e pantaloni.
"Non piangere, piccola."
Dice l'assistente squilibrato alzando il mio mento con la sua mano lurida.
Vuole forse uno schiaffo? Non m'istigasse! Se m'incazzo io divento una bestia. Forse il ragazzo vuole morire... vabene, lo accontento subito!!
"Non. Mi. Toccare!"
Sbotto.
"Non fare l'acida amore."
Continua.
Se si potessero fulminare le persone con uno sguardo, sarebbe già stato fulminato da me da un bel pezzo.
"Amore a me non lo dici!"
Dico.
Nonostante la paura, non mi faccio mettere i piedi in testa!
Tanto comunque devo morire, no? Almeno muoio con dignità!
"Prendi una decisione. Come vuoi morire? Perché se decido io, è peggio eh! NON SONO VENUTO QUI A PERDER TEMPO, O A VEDERE VOI DUE CHE VI STRILLATE CONTRO! SONO QUI PER. UN. SOLO. MOTIVO: UCCIDERTI!"
Dice incazzato il mio tormento. Ha detto che vuole uccidermi, e lo farà.
"Lasciatemi in pace."
Quasi li prego, calmandomi.
"Ma certo... che no!"
Dice l'assistente.
"Evacuare da galera a galera per trovarti, e poi lasciarti andare? È da matti!"
Sbotta il padre di Marco.
"Allora voi cosa siete? Non siete matti? Volete dirmi che avete un cervello nel cranio? Mh, non credo!"
Urlo, per perdere quasi la voce.
Ho urlato per non piangere. Sto veramente trattenendomi da un pianto isterico.
"Non ti azzardare, lurida bambinetta! Kim, prendi il coltello!"
Urla il pazzoide.
"Che... che volete farmi?"
Balbetto.
"Oh, tesoro, nulla. Perderai solo un po' di sangue."
Dice sorridendo Kim, mentre il pazzo avanza.
"Oh avanti. Lasciatemi. Voglio andare via!"
Strillo dimenandomi, a tal punto che cado con la sedia per terra, procurandomi un acuto dolore al fianco sinistro, su cui sono anche poggiata.
"Giochiamo a preferiresti... preferiresti morire tu, oppure preferiresti che morisse Marco?"
Chiede quell'essere che uomo non merita d'esser chiamato.
"Io preferirei che entrambi ne uscissimo vivi."
Dico dimenandomi nuovamente.
"Sei per caso demente? È inutile dimenarsi, sei legata con una corda!"
Dice Kim.
"Passiamo ai fatti, ora."
Intanto l'essere immondo avanza sempre più verso me. Sempre più. Sempre più...
E poi una coltellata al fianco destro.
Non bastava il livido al fianco sinistro per la botta, ora anche la coltellata al fianco destro.
E poi una al braccio, poi alla gamba. Sono completamente ricoperta di sangue, ovunque; e poi, e poi... vedo tutto nero, non c'è nulla intorno a me.
Sto morendo? Che succede? Perché è tutto nero? Chi ha spento la luce?

MARCO POV'S:
Sto per fare qualche casino, ma devo trovare Giorgia.
Non sarà che mio pad-...
Nah, quell'essere non è mio padre.
E se l'avesse rapita? E se le stesse facendo del male? Devo correre in caserma.
In caserma, 15 minuti dopo:
"Buonasera. Qui, in questo carcere, c'è ancora Leonardi? Il famoso rapinatore? Aveva un'assistente bassino, più o meno così..."
Dico indicando in media la sua altezza, in preda dall'ansia.
"Buonasera, scusi il disordine ma pare essere evacuato un famoso rapinat-... Si, proprio Leonardi."
Dice il poliziotto.
"Voi non... non potete capire! Io mi fidavo di voi! Pensavo c-che, non l'avrei più rivisto, e invece ora mi dite che è evaso. Ha rapito la mia ragazza, G-G-iorgia. Voi la dovete trovare. Io non lo accetto! Voglio la mia ragazza viva. Io le avevo promesso che l'avrei portata all'altare, fatemi mantenere questa promessa. Vi prego..."
Dico piangendo lacrime amare, sbattendo i pugni sulla scrivania.
"Stia calmo..."
Dice il poliziotto.
"È impazzito? Stia calmo?! Scherza? Sono fin troppo calmo!"
Sbotto enormemente furioso.
"Evacuano due rapinatori, in questione mio padre e un tizio nano, che hanno rapito la mia ragazza, e dovrei stare calmo?!"
Continuo.
Il poliziotto sospira.
"Ragazzo, se vuole trovare la sua ragazza si calmi, sennò se la cercherà da sola!"
Dice mantenendo la voce bassa.
"Okay, okay, mi calmo."
Dico riprendendo a respirare regolarmente.
"Mi portate un bicchiere d'acqua?"
Chiede ai suoi colleghi.
"Subito."
Dice uno di loro, che ritorna un minuto dopo con il bicchiere mezzo pieno.
"Dallo a lui."
Dice il poliziotto indicandomi, e il suo collega mi passa subito il bicchiere.
"Grazie."
Dico a bassa voce.
"Allora, qual'è il cognome della ragazza."
Dice il poliziotto sedendosi alla sedia, fissando il pc.
"Paradiso. Giorgia Paradiso."
Dico.
"Dobbiamo avvisare i suoi genitori."
Risponde.
"No no no no no!"
Dico esasperato.
"E perché mai no? Deve capire che i genitori devono essere al corrent-..."
"Non. Può. Capire."
Lo interrompo.
"Il padre sta da sua sorella, nonché la zia di Giorgia, perché appunto è malata. Sua madre è all'estero. Non è il caso di chiamare e... e farli preoccupare. Lei ha dei genitori? Si metta nei loro panni. E poi non vorrei che si facessero una cattiva idea su di me, solo perché l'essere in questione che ha rapito Giorgia è mio 'padre'."
Concludo, mimando le virgolette in aria.
"N-no, non ho dei genitori..."
Dice fissando l'aria con assenza.
"Un tempo li avevo... era tutto così bello, con loro."
Una lacrima scende sul suo viso, e lui l'asciuga velocemente, cercando di non farsi notare.
"Ehi? Mi scusi, signore."
Sussurro.
"No, scusi lei. In fondo tutti abbiamo momenti di debolezza. Certo, non mi aspettavo di mostrarlo qui a lavoro, ma va beh."
Dice.
"Allora, diamoci da fare e troviamo questa ragazza! Ha bisogno d'aiuto, del nostro aiuto. E riguardo ai genitori, li avviseremo solo una volta trovata la ragazza."
Continua.
Ci alziamo contemporaneamente dalla sedia, e diamo il via alle ricerche.
SPAZIO AUTRICE:
EHII.
CHE. ANSIAAA.
TROPPA SUSPENSE!
MI SCUSO NUOVAMENTE PER LA LENTEZZA NELL'AGGIORNARE...
...SORRYYYYY!
AH, UNA COSA: IL CAPITOLO È UN PO' STECCHITO, PERÒ APPUNTO SERVE PER LA SUSPENSE!
UN BACIONEE.
1042 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora