Cap.37.

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GIORGIA POV'S:
"Merda!"
Dico.
"Cosa c'è ora?"
Dice tranquillo.
"La scuola, cretino! Sono già le 8:00!"
"Perché, oggi non è domenica?"
"È giovedì!"
Dico nervosa.
"Possiamo sempre entrare alla seconda ora."
"Oh, giusto."
Dico tranquillizzandomi.
"Mi vesto, allora."
Continuo.
"Ma io non ho robe!"
Risponde.
"Vai a casa tua, ci incontriamo alle 9:00."
Dico spingendolo verso l'uscita.
"Ma queste robe che ho addosso puzzano di vomito, non posso entrare a casa così!"
"Vuoi dire che tua madre non sa e nemmeno sospetta che spesso sei brillo?"
Dico facendomi sfuggire una risata.
"No, non lo sa."
"Beh, lo scoprirà oggi. Ora và."
Dico incitandolo ad uscire.
"Okay."
Dice uscendo.
Mentre lo vedo allontanarsi dalla finestra, sorrido come un ebete.
Possibile che mi faccia ancora questo effetto?
Ancora, nonostante tutto, dopotutto.
Mi dirigo verso la mia camera: cosa metto?
Escludo al 100% le gonne; fa freddo, essendo a novembre.
Magari potrei mettere un maglione di pull&bear, dei jeans a vita alta e sopra una felpa pesante con la cerniera. Sotto le adidas superstar.
Poi metto un po' di mascara e torno in cucina: sono ancora le 8:45, perciò ascolto della musica.
Presto, tra canzoni e voglia di piangere nell'ascoltarle, arrivano le 9:00.
Mentre esco da casa, chiamo mio padre, che dopo qualche squillo risponde.
"Ciao pà, la zia Gracia come sta?"
"Giò, la zia sta molto male. Penso che la porterò molto presto all'ospedale."
"Mi spiace moltissimo. Fammi sapere come sta, più tardi."
"Okei, ciao."
"Ciao."
Come va? Avrebbe potuto chiedermelo.
Intanto arriva Marco.
"Ehi..."
Lo guardo furiosamente.
"Non mi mangiare."
Dice trattenendo una risata.
"Sono quasi le 9:10!"
Dico iniziando a camminare, per poi allungare il passo.
"Non correre!"
Dice affannato.
"Non dovrei nemmeno correre?! Sono le 9:12!"
Dico senza fiato.

Alla fine arriviamo a scuola con due minuti di ritardo, e quasi morti.
Mi appoggio addosso a Marco.
"Tutto okei?"
Chiede.
"Diciamo... di no."
Dico sfinita.
"Ragazzi, entrate nel mio ufficio."
Dice il preside. Lo seguiamo ed entriamo nel suo ufficio.
"Ragazzi, se siete qui non è per il ritardo. Ci passo su, una volta. E poi non sono in vena di sospensioni e roba varia, non voglio urlare. Devo andare da mia figlia che è in ospedale e vi volevo dire di avvisare la vostra classe, perché voi ragazze cheerleader dovete andare a provare nella palestra dentro la scuola, e i ragazzi devono esercitarsi nella palestra di fuori per la partita di calcio che c'è tra una settimana. Le divise da calcio e per le cheerleader sono in palestra, comprese di scarpe. Mi dispiace di non esserci, però alla partita ci sarò."
Dice il preside.
"Oh, non si preoccupi. Saremo persone responsabili e serie."
Dico cercando di sembrare la più seria possibile.
"Ma solo per oggi!"
Sussurra al mio orecchio Marco, ridendo.
"Scemo."
Dico dandogli un leggero colpetto sulla schiena.
"Allora io vado. Oh, quasi dimenticavo... per qualsiasi comportamento anomalo riferitemelo, e avvisate professori e alunni che mi sostituite per motivi personali. Buongiorno."
Dice il preside prendendo in mano il suo cappotto.
"Certo. Buongiorno."
Rispondiamo in coro.
"Avvisiamo la classe, allora."
Dico quando il preside è uscito.
Prendo il megafono, che è collegato ad ogni corridoio della scuola e dico:
"Buongiorno a tutti. Sono Paradiso, il preside mi ha dato questo impegno, ma non allarmatevi."
"Signori e signore la nuova telecronista."
Dice Marco ridendo.
"Shh Leonardi!"
Dico ridendo, poi mi ricordo che sono ancora collegata e che tutti sentono.
"Dunque, la classe 3ªA si deve recare in palestra, quando saremo lì vi spiegherò tutto. Inoltre, se qualsiasi classe volesse venire per saperne di più, può farlo, se il prof vuole, oppure se nella classe c'è qualche ragazza che partecipa al gruppo cheerleader o dei ragazzi che giocano a calcio. Vi attendiamo in palestra, ora."
Appena finisco di parlare esco dall'ufficio del preside con Marco e ci rechiamo in palestra.
La classe è già qui, e anche qualche altra classe.
"Buongiorno, scusate il ritardo. Che succede?"
Dice la prof di biologia della 3ªB che cerca di tenere a bada quei caproni.
"Oh, non si preoccupi per il ritardo."
Dico, poi alzo la voce e continuo:
"Silenzio! Fate silenzio, vi prego. Sostituitiamo il preside, oggi. Ogni comportamento anomalo sarà riferito ad esso. Tra una settimana ci sarà una partita di calcio, e sappiamo tutti bene quanto il preside ci tenga, quindi voglio calciatori e cheerleader qui, davanti a me."
Le ragazze e i ragazzi vengono davanti a me, e così, dopo esserci cambiati, iniziamo le prove.
"I. MIGLIORI. SIAMO. NOI!
Urla Tiffany sbattendo i pon pon, che assomigliano ai suoi due neuroni bruciati.
"EVVAIIIII!"
Urla ancora.
"I ragazzi saranno così storditi dopo averla sentita urlare così, che perderanno."
Dice Luna.
"Concordo."
Dico ridendo.
"Cos'è che dite, voi due?"
Dice Tiffany alterata.
"Diciamo ciò che pensiamo, a differenza tua."
Rispondo alzando le spalle.
"Carissima, io ti consiglio di star zit-."
Dice, ma la interrompo.
"Tesoro, io consiglio a te di stare zitta, perché la preside sono io, per oggi!"
Tuono.
Improvvisamente, strano ma vero, chiude il becco e non replica.

Le lezioni continuano tranquillamente in palestra; siamo all'ultima ora.
"Prof vado in bagno."
Dico, e lei fa un cenno con la testa, mentre Marco mi segue.
"Che fai, mi segui?"
Dico prima di entrare nello spogliatoio, dove c'è il bagno.
"Non posso?"
"No, non puoi!"
"E perché?"
"Ci siamo lasciati, ricordi?"
Sussurro lentamente, per non piangere, mentre lui fa un cenno con la testa mentre guarda il muro intorno a noi.
"Eppure mi sembri uno che, se vuole una cosa... la prende, insomma."
Dico. Presa dall'imbarazzo, inizio a guardarmi le scarpe, improvvisamente diventate interessanti.
Appena alzo la faccia il mio sguardo ricade sul suo sorrisino.
"Allora inizia a correre, perché se ti prendo sono guai tuoi!"
Dice, e io inizio a correre.
"O-o-oh!"
Dico mentre sto per scivolare sull'acqua bagnata. Mi metto le mani sugli occhi, sicura del fatto che ora cadrò e mi inzupperò il sedere.
SPAZIO AUTRICE:
EHII SCUSATE PER IL RITARDO NEL PUBBLICARE! ORMAI LO SAPETE GIÀ CHE NON RIESCO MAI A PUBBLICARE PER I MIEI VARI IMPEGNI, AHAHA.
LA STORIA VI PIACE? DATEMI UN PARERE NEI COMMENTI, UN BACIOO.
PS.: SCUSATE PER IL MINI CAPITOLO, E MAGARI ANCHE UN PO' NOIOSO, MA RECUPERERÒ, PROMESSO!!
1047 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora