GIORGIA POV'S:
"Finalmente questo giorno è arrivato!"
Dico a Luna e Meri.
"Sì, ci vestiamo insieme? Insomma, non solo vestirci. Dobbiamo farci i capelli, truccarci... oddio quante cose!"
Strilla Meri.
"Dobbiamo andare solo ad una festa in un pub..."
Dico.
"Solo?!"
Chiedono in coro.
"Paradiso, Dylan e Ebhart, di cosa stavamo parlando?"
Dice la prof di storia.
"Noi della festa, voi non lo so."
Dico alzando le spalle.
Tutti ridono, la prof sta esplodendo.
"FUORI TUTTE E TRE!"
Urla.
"Con piacere."
Sussurro.
"Sei un disastro."
Sussurra mentre ridacchia Marco alle mie spalle.
"Sono il disastro che ami."
Dico facendoli l'occhiolino.
Sono un disastro, ma tu amami.
"Arrogante."
Dice.
"Senza cervello."
Rispondo.
"Lunatica."
"Stronzo."
"Dovete continuare ancora?! FUORI ANCHE TU, LEONARDI!"
Strilla la prof.
"Ahia, i timpani."
Sussurro.
Usciamo tutti e quattro fuori con una nota.
"Raga ho perso il conto delle note che ho avuto... i miei mi ammazzeranno a fine anno. Sarò bocciata, me lo sento! Purtroppo non riesco a fare a meno di rispondere così."
Dico.
"Chiedile scusa."
Dice Marco.
"Che?! La colpa è sua!"
Dico.
"Si, lo so, si vede che non vi sopportate proprio. Tu però dille che è un periodo un po' così e ti dispiace anche se non è vero."
"Beh, si, è un periodo un po' così, ma non mi dispiace. Mi manderà da uno psicologo!"
Rispondo.
"Giò, ha ragione Marco."
Dice Luna.
Spalanco gli occhi.
Nemmeno una delle tue due migliori amiche è dalla tua parte!
Tu zitto! Sicuramente Meri è d'accordo con me.
"Hanno ragione sia Luna che Marco."
Dice Meri.
Spalanco nuovamente gli occhi, quasi quasi escono dalle orbite.
"State dando ragione a lui piuttosto che a me?!"
Urlo.
"CHIEDILE SCUSA!"
Sbottano.
Alzo le mani in segno di arresa e sussurro debolmente un:
"Okay..."
Entro in classe.
"Prof, potrei parlarle? È urgente."
Dico.
"E va bene. Solo due minuti."
Esce fuori chiudendo la porta alle sue spalle.
"Potete andare in classe, voi."
Dice la prof riferendosi a Luna, Meri e Marco.
"Dimmi."
Dice quando sono rientrati.
"Beh, sa prof, è un periodo po' così, sono deconcentrata per questo. Le chiedo di perdonarmi per questo mio assurdo comportamento e per i miei commenti poco adeguati."
Dico.
Da quando sei così garbata?
Da quando non voglio essere bocciata!
Vedo che la prof fa un cenno con la testa.
"Non so se lei sappia cosa significa aver paura di perdere qualcuno, ma probabilmente si..."
La prof m'interrompe.
"Si, lo so bene. Ho perso mia figlia, che è andata via di casa 10 anni fa e non è più tornata da me nemmeno per un saluto, e mio marito. Beh, lui mi ha semplicemente lasciata, nonostante dovessi lasciarlo io per il suo comportamento... Sono sola con mia madre in casa, ma lei è molto ammalata, devo lavorare per pagargli le cure."
Dice tirando su il naso; non ha gli occhi lucidi, forse non vuole piangere davanti a me, forse ha semplicemente consumato le lacrime.
Perché tutti l'avevano allontanata? Perché dice che lei doveva lasciare il marito per il suo comportamento? La picchiava? La figlia se ne sarà andata di casa per questo? Troppe domande, nessuna risposta.
"Beh, io ho paura di perdere mia madre, è andata via stamattina e resterà a Parigi per una settimana, e forse sto perdendo la persona che amo..."
"La persona che ami è Leonardi vero?"
"S-si, beh, lo amo, ma lui, boh, non so se mi ama. Iniziò tutto per una scommessa che lui fece e cose così. E poi, non so se posso raccontarglielo, probabilmente la sto annoiando a morte..."
"Leonardi? Leonardi è perso di te! Come fai a non notarlo? Ahh, si fa troppi problemi la mente umana. Come ti guarda. Volevo trovarlo io un uomo così. Continua pure."
Mi incita a continuare.
"Ho sognato che mia madre su quel treno ci moriva. Ho talmente paura. Tante cose messe insieme che non mi fanno concentrare."
Dico tralasciando l'argomento di Marco.
"Capisco."
Sospiro, e lei fa lo stesso.
"Se ti chiedi perché sono rimasta sola, beh, lo sai..."
In realtà no, non lo so.
"Sono molto lunatica. Cinque minuti fa ti urlavo contro, ora chiaccheriamo come due amiche che si confidano tutto."
Continua.
"Oh..."
Dico.
"Ha amiche?"
Chiedo di getto.
"Ne avevo una, poi è andata via da questa città. Te l'ho detto, sono sola."
Non provo pena, assolutamente. La cosa più brutta quando sei triste è quando qualcuno prova pena per te. Ti senti una nullità.
"Rientriamo, dai."
Dice, e così facciamo.La giornata passa in modo tranquillo. Con la prof ho risolto, tutto apposto. Appena esco dalla scuola mando un messaggio alla mamma.
"Ehi mamma, come va?"
"Bene, sono ancora in treno."
"Oh, beh, fammi sapere se ci sono novità. Un bacio!"
"Anche a te un bacio amore."
Blocco il telefono e lo rimetto in tasca.
"Venite a casa? Portate i vestiti però."
Chiede Luna.
"Ma noo, veniamo senza!"
Dico ironicamente.
"Ah ah ah."
Dice Luna.
"Ci vediamo alle 16:00."
Continua.
"Okay."
Diciamo io e Meri.
Ognuno va a casa propria.
Appena arrivata mi preparo un po' di pasta col sugo; non voglio nemmeno mangiare, ma devo.
Finisco di mangiare la pasta, poi prendo il vestito e la borsa con dentro fazzoletti, telefono che metterò a caricare a casa di Luna e 5€, non si sa mai.
"Le scarpe!"
Mi ricordo improvvisamente.
Non le ho comprate! Ho solo quelle vecchie che sono da buttare. Tra l'altro il tacco si è spezzato, non so nemmeno io come. Un attimo, ho quelle che mi ha regalato Marc-.
No, no, no e no!
Non posso metterle! Preferisco le scarpe da ginnastica alle scarpe stupende regalate da uno stronzo stupendo. Però se metto le Adidas o le Dottor Martins Luna e Meri mi ammazzano! E va bene, metterò le scarpe col tacco.
Le prendo e le metto vicino al vestito. Guardo l'orologio: le 15:30. Ho perso troppo tempo a pensare! Mi preparo presto e scendo di casa tardi perché mi ricordo delle cose sempre all'ultimo momento, mi conosco bene ormai.
Vado in bagno. Mi lavo i denti e metto il profumo. Poi mi ricordo che non ho preso i miei trucchi dalla pochette, perciò corro a prenderli. Sicuramente farà freddo, non ho preso la giacca! Apro il mio armadio e la cerco, senza trovarla però. Poi vedo nell'armadio di mamma per cercare un'altra giacca, dato che lei ne ha tante. Ed eccola lì, la mia giacca di pelle. Perché l'aveva presa lei? Prendo velocemente tutte le cose ed esco di casa. Sono le 15:55. Strano ma vero, sono in orario.
SPAZIO AUTRICE:
EHII. GIORGIA HA FATTO PACE CON LA PROF, FINALMENTE! PER IL RESTO SCOPRIRETE TUTTO NEL PROSSIMO CAPITOLO DOVE CI SARÀ LA FESTA E... E... EH VABEH NULLA, NIENTE SPOILER, AHAHA.
(ORA AVETE SCOPERTO DA DOVE MI È VENUTA L'IDEA DEL TITOLO: SONO UN DISASTRO, MA TU AMAMI.)
UN BACIOO!
1147 parole.
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"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."
RomanceDAL CAPITOLO 15: "Dobbiamo parlare seriamente, per una volta. Promettendo di non allontanarci, dopo." Dice. "E perché non dovremmo allontanarci? Siamo... siamo come l'acqua e il fuoco, il giorno e la notte, il nero e il bianco, il male e il bene, la...