GIORGIA POV'S:
"...Praticamente siamo stati chiusi dentro."
Finisco, finalmente, di raccontare a Francesco l'accaduto.
"Ah... e cos'avete fatto tutto questo tempo da soli?"
Ci dice.
Io divento paonazza. Cosa dovrei dire, abbiamo giocato a nascondino? No no e no!
"Abbiamo... ecco, uhm... aspettato che arrivasse qualcuno."
Balbetto sperando che Marco non mi smentisca.
"Non hai detto proprio tutto..."
Sussurra Marco al mio orecchio.
Sorrido falsamente.
"Pensavo di aver interrotto un bacio..."
Dice Francesco sorridendo.
"No! Mi era solo entrata una cosa nell'occhio e Marco mi stava aiutando a toglierla."
Quasi urlo.
Ovviamente Francesco non mi crederà mai, non è stupido!
"Ora andiamo. Ciao Francè!"
Dico tirando Marco per braccio.
"Ciao ragazzi!"
Dice Francesco.
"Ti vergogni di me?"
Mi chiede Marco.
"Che?"
Chiedo non capendo.
"Ti vergogni di dire di quel bacio mancato con me? Ti vergogni di me?"
"Cosa? Nono non fraintendere. Io mi vergogno di me stessa... perché nonostante ci siamo lasciati, non riesco a starti distante."
"Nemmeno io..."
«SE L'AMORE FINISCE SOLO DA UNA PARTE, UNO DEI DUE NE SOFFRE. SE L'AMORE NON FINISCE DA NESSUNA DELLE DUE PARTI, TUTTI E DUE NE SOFFRONO, E QUELL'AMORE NON È MAI FINITO.»
"V-vado a cas-a... a domani."
Dico scappando verso casa mia.MARCO POV'S:
DA QUEL MOMENTO IN CUI LEI MI HA DETTO CHE NON RIESCE A STARMI DISTANTE, HO CAPITO CHE DEVO RIPRENDERMELA.
LEI, IN FONDO, NON HA MAI SMESSO DI AMARMI, ED IO NON HO MAI SMESSO DI AMARE LEI.
"Leo, che devo fare, secondo te?"
Dico. Sono passati già 10 minuti da quando stiamo parlando al telefono, senza trovare conclusioni.
"Io so cosa fare! Sono. Un. Genio!"
Urla dopo.
"Finalmente, testa pensante. È da 10 minuti che le tue e le mie meningi si spremono come limoni!"
Dico ridendo, ma un po' in ansia per quello che mi dirà.
"Il piano è pronto. Ora, ascoltami, perché so già che funzionerà..."
10 minuti dopo.
"Tutto chiaro?"
Dice dopo avermi spiegato il piano minimo 5/6 volte.
"Tutto chiaro! A domani."
"Ciao!"
Chiudo la chiamata.
La verità è che vorrei eliminare il numero di telefono di Giorgia dalla rubrica, ma lo so a memoria. Vorrei poterla guardare e non provare niente. Vorrei non sentire il bisogno di stare accanto a lei sempre e comunque.
Quindi o MI FACCIO PERDONARE o MI FACCIO PERDONARE.
"Tieniti stretto quelle persone con cui è meraviglioso ANCHE litigare."
Diceva una frase.
Per lei prenderei le stelle dal cielo, inventerei la luna se non ci fosse, la farei sorridere ogni giorno della mia vita.
LA FARÒ SORRIDERE.-IL GIORNO DOPO:
GIORGIA POV'S:
Sono arrivata a scuola.
"Fa fredd-o."
Dico piena di brividi a Luna e Meri, mentre mi stringo nella felpa e nella giacca.
E menomale che non mi sono vestita in modo leggero!
Ho messo calze corte (nere.), jeans grigi aderenti senza strappi e a vita alta, doctor Martens nere, felpa nera con la scritta bianca 'Nutella is my boyfriend.', un cappellino nero di lana E LA NOSTRA FELPA. La felpa mia e di Marco. Quella felpa grigia con la cerniera che amo tanto... È vero, la amo tanto, ma in confronto a quanto amo LUI è nulla l'amore per questa felpa.
"Tra poco nevica, ci scommetto!"
Dice Luna, mentre Meri risponde:
"Sicuro..."
"Uff."
Dico incrociando le braccia sotto il seno.
"Beh, non è proprio una pecca! Potremmo uscire e giocare alla battaglia di neve fino allo sfinimento, potremmo fare l'angelo e ridere come delle matte..."
Inizia ad elencare Meri sorridendo come non mai.
"Stai scherzando? Io con questo freddo, e soprattutto se ci sarà davvero la neve, me ne starò a casa a dormire!"
Dice Luna.
"Stai scherzando tu, vero?! Cioè, mi stai dicendo che con la neve fuori preferisci restare in casa?!"
Dice Meri.
"No, non scherzo affatto!"
Risponde Luna a tono.
"Ehi, ragazze! Stiamo dando spettacolo davanti a tutta la scuola, e non mi pare il caso..."
Quasi urlo, mentre Luna e Meri si girano e vedono diverse persone intorno a noi che s'impicciano di fatti che non sono loro.
"...e comunque, quando e se nevicherà, si vedrà. Per ora nulla accade."
Continuo, invitandole, con lo sguardo, a smettere di fare questa pagliacciata/buffonata, dato che non ha senso fare lite per cose insensate.
Fanno un cenno con la testa e si guardano entrambi dispiaciute.
"Vi devo anche aiutare a chiedervi 'scusa'? Oppure preferite fare mignolino mignoletto?"
Dico portando le mani ai fianchi, con sguardo autoritario.
Loro non fanno né dicono nulla, così con uno spintone le avvicino l'una all'altra, e subito si abbracciano.
"DRIIIIIN!"
Suona la campana.
"Entriamo in classe dai. Dall'odio all'amore..."
Sussurro l'ultima frase, dato che quelle due non volevano più staccarsi.
"I METODI ALLA 'GIORGIA PARADISO' SONO INFALLIBILI!"
Aggiungo poi vittoriosa.
Entriamo in classe, c'è arte alla prima ora. A questo corso, Marco non si è iscritto, però, fortunatamente ci sono Luna e Meri con me!
"Buongiorno."
Dice la prof di arte.
"Buongiorno."
Rispondiamo alzandoci.
"Mi fate vedere i disegni che avevate per l'altra volta?"
Dice lei, sistemandosi gli occhiali sul naso.
Hai fatto il disegno Giorgia?
No cervello, non me l'hai ricordato! E ora che scusa m'invento? Quella del disegno scordato a casa è vecchia, ormai!
"Prof, Paradiso deve uscire. La vuole il preside."
Dice Marco entrando in classe.
Che ho fatto ora?
"Prego allora. Paradiso vai dal Preside."
Dice la prof.
"Ma non ho fatto nulla!"
Protesto.
"L'accompagno io? Conoscendola, potrebbe scappare..."
Dice Marco.
"Hai ragione. Accompagnala allora."
Usciamo dalla classe.
"Beh, il preside dov'è?"
Dico interrogativa.
"Vieni, di qua."
Dice dandomi la mano, che io lascio.
Entriamo nello sgabuzzino, poi sento il rumore della chiave.
"E il preside sarebbe qui?!"
Sbotto.
"Si, sono il preside. Perdona Marco."
Dice Marco imitando la voce del preside.
"Marco è buio qui, non vedo."
"Meglio..."
Sussurra avvicinandosi.
"Cosa?! Non provare a baciarmi!"
"Me l'hai appena chiesto..."
Sussurra con voce roca.
Davvero gliel'ho chiesto?
"Non è vero. Ora levati, o ti tiro un pugno!"
"Non sai dove sono!"
Dice. Poi è questione di un attimo: il suo corpo vicino al mio, il suo respiro col mio, il suo odore mischiato al mio, le sue labbra con le mie.
È GIUSTO CHE SIA COSÌ.
"Ti odio."
Dico staccandomi dal bacio.
"Io ti amo."
Dice lui, continuandomi a baciare.
Maledetto. Maledetto stronzo.
"Sei illegale Marco Leonardi!"
Sbotto incazzata.
"E ora perché fai l'incazzata?"
"Perché TI ODIO MA TI AMO."
Sussurro, continuando a baciarlo.
"Mi perdoni, vero?"
Dice Marco poggiandomi le mani sui fianchi.
"Sai che ti dico? Che si, probabilmente sarà la scelta sbagliata, ma ti perdono. Ho fatto tante, troppe scelte sbagliate nella vita... una in più o una in meno, cosa vuoi che sia?"
"Solo tu fai al caos mio."
Continuo.
"Ti amo."
Sussurra.
"Anch'io."
Rispondo.
SPAZIO AUTRICE:
OHIII! FINALMENTE, YEEE!
GIORGIA HA PERDONATO MARCO! NON CE LA FACEVO PIÙ AD ASPETTARE... AL TRENTANOVESIMO CAPITOLO GIORGIA L'HA PERDONATO!
SINCERAMENTE ERO PIUTTOSTO INDECISA SU COSA SCRIVERE O MENO PER QUESTO PERDONO. CI HO MESSO UN PO' DI GIORNI, MA CE L'HO FATTA, AHAH.
BACI BACI!
1170 parole.
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"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."
RomanceDAL CAPITOLO 15: "Dobbiamo parlare seriamente, per una volta. Promettendo di non allontanarci, dopo." Dice. "E perché non dovremmo allontanarci? Siamo... siamo come l'acqua e il fuoco, il giorno e la notte, il nero e il bianco, il male e il bene, la...