GIORGIA POV'S:
Lentamente riapro gli occhi. Sono ancora sdraiata per terra, legata alla sedia. Il sangue scorre ancora, mentre vedo delle grandi chiazze di sangue per terra. Potrei morire, me lo sento.
Se resisto è per Marco, per i miei genitori e per i miei amici.
Ma se qualcuno non mi salverà, morirò, in un modo o in un altro.
Noto che intorno a me non c'è nessuno, né il padre di Marco, né il suo assistente nano.
Il mio stomaco brontola.
La testa gira.
Non mi sento il corpo, ormai completamente addormentato.
Ho i brividi a stare su questo pavimento freddo.
Ho la gola secca.
Le lacrime sono finite.
Ho sperato tanto, troppo, che qualcuno mi salvasse da 'sto inferno, ma ciò che posso fare è continuare a sperare.
Si sono almeno accorti che non ci sono più a casa? Che non rispondo al telefono? Qualcuno si è chiesto il perché? Mi cercano? O già mi hanno dimenticata? O forse si sono rassegnati...
Non lo so, non so nulla!
VOGLIO USCIRE DA QUI!
Improvvisamente sento un rumore, il rumore della porta che cigola, che si apre.
Da lì entra il padre di Marco con una bottiglia di vino, che si beve in due secondi. È evidentemente brillo. Inizia a ballare in un modo che dire osceno è poco. Mi invita a ballare, ma rifiuto educatamente per evitare una reazione brusca da parte sua.
"Se non balli t'ammazzo."
Ruggisce poi.
"Tanto volevi g-già uccidermi..."
Balbetto a bassa voce.
Spalanca gli occhi rossi, avvicinandosi pericolosamente.
Quando praticamente si appiccica a me, esce un coltello dalla tasca. Oh, non di nuovo!
Questa volta me lo punta al collo, rischiando di tagliarmi una vena.
Gli tiro un calcio, facendolo allontanare. Alla fine mi ha tagliato un po', comunque.
"Chi ti credi di essere, eh, ragazzina?!"
Urla.
"Lasciami in pace."
Quasi lo prego, piangendo per il tono di voce altissimo.
"Basta, facciamola finita! Ti ammazzo ora o mai più. Aspettami qui, però. Il mio 'nuovo assistente' è di là..."
Dice tralasciando un po' di suspense.
Sarà una pistola? Un coltello gigante, di quelli che si usano per tagliare la carne? Oddio, potrei morire d'ansia.
MARCO DOVE SEI?MARCO POV'S:
Abbiamo perquisito tutta la zona, io, il capo con me, ed altre pattuglie. Mentre, completamente insoddisfatti, stiamo tornando in caserma, noto una casa abbandonata, tutta rotta.
"Lì non abbiamo controllato!"
Dico indicando la casa.
"Ma chi vuoi che ci sia lì?"
Risponde il capo.
"Giorgia! Potrebbe essere lì. Magari le stanno facendo del male! Io, io devo andarci!"
Dico sicuro di me.
Il capo scuote la testa in segno di disapprovazione.
"Fa come vuoi."
Dice poi, come se volesse che non entrassi lì.
"Allora vado!"
Dico aprendo lo sportello.
"Sappi che potresti trovare CHI-UN-QUE lì!"
Risponde aprendo anch'esso lo sportello.
"Appunto, potrei trovarci anche Giorgia! Mi faccia andare, so quel che faccio."
Dico andandomene.
Il poliziotto mi blocca e mi porge la pistola.
"Tienila, ti sarà utile, forse."
Dice, ed io acconsento.
Entro nella casa abbandonata. C'è uno strano odore (anzi, puzza!) di... boh, muffa! Alcuni pezzi di pavimento mancano; per il resto, non c'è nulla. Ci sono molte stanze, tutte senza porta, tranne una. Ed è proprio lì che voglio andare. Mi sto dirigendo verso quella porta, quando sento dei singhiozzi familiari.
Afferro la maniglia e la spingo con forza, sperando, o forse no, che lì ci sia Giorgia.
Vorrei che fosse lei per mettere fine alle sue sofferenze, perché se la trovo la porto via con me e non la lascio più. Lo giuro.
Però spero anche che non sia lei, perché sta singhiozzando in un modo che fa veramente... tenerezza?
Chiunque sia questa persona, devo salvarla.
Improvvisamente vedo una ragazza, la mia ragazza, sdraiata per terra. La riconosco perché ha le stesse robe di prima. Praticamente sono le 22:00, ore di sofferenza per lei.
"G-Giò?"
Balbetto.
"Marco!"
Sussurra piangendo.
"Ehi amore sono qui sta tranquilla ehi shh sta calma."
Dico, senza pause e nulla.
"M-mà, sta arriv-ando. Non urlare. Ti prego scappiamo. Ho paura."
Dice in modo confuso.
"Ti porto via con me, tranquilla!"
Dico sciogliendo il nodo che la lega alla sedia.GIORGIA POV'S:
Entra il padre di Marco nella stanza, con i suoi vecchio e nuovo assistente.
"Tu!"
Dice il padre di Marco.
Inizia una rissa fra i due.
Intanto l'assistente giocherella con il classico coltello. Mi taglia un polpaccio.
"Marco. Ho paura! Sto, sto morendo."
Balbetto.
"No, non morirai qui, non così."
Mi rassicura Marco avvicinandosi a me, mentre mi bacia i capelli.
Intanto continuo a perdere sangue.
"Ah ah ah. Che grande storia d'amore!"
Dice il padre di Marco.
Intanto il ragazzo prende il suo coltellino e continua a tagliare.
Non solo taglia in nuovi punti, ma anche in quelli vecchi; perdo ancora più sangue.
Marco sferra un pugno in faccia all'assistente, che inizia a perdere sangue dal naso.
"Siete finiti."
Dice dopo quell'essere.
Oddio, assomiglia al sogno che ho fatto tempo fa!
Stringo forte la mano di Marco, poi suo padre esce una pistola e spara, senza risultati. Forse vuole solo spaventarci!
Vedo il fuoco negli occhi di Marco. Improvvisamente, forse avendo un colpo di genio, prende una 'cosa' dalla tasca: una piccola pistola. Marco colpisce prima il padre, ad altezza gambe.
Si sente solo un forte BOOOM!
Poi il padre di Marco cade a terra, pieno di sangue, privo di sensi.
Marco mira l'assistente, precisamente ai piedi: spara anche lui.
Un altro BOOOM!
Un altro corpo che cade a terra.
"Che sta succedendo?"
Dice un poliziotto, entrando allarmato nella stanza.
"Gli ho sparato per legittima difesa!"
Si difende Marco.
"Si, si, mi fido, tranquilli. Chiamiamo un'ambulanza?"
Chiede.
"Dobbiamo."
Dice Marco disgustato.
"E poi lo facciamo anche per Giorgia, no?"
Dice Marco indicandomi.
"Piccola mia, va meglio?"
Dice Marco rivolgendosi a me.
"Ora, ora che ti vedo... sto meglio."
Dico tenendomi la fronte per il forte mal di testa.
"È colpa mia, è colpa mia. È. Solo. Colpa. Mia! Scusa amore."
Dice fortemente pentito per una cosa che non ha fatto.
"Amo, non hai fatto nulla tu."
Dico.
"Infatti, il problema è questo: non avrei dovuto lasciarti sola. Ma non sapevo che quel verme era evaso e lo stavano ricercando, e, e..."
Dice.
"Ehi, va tutto bene amore. Io sono viva, tu pure. Siamo vivi, ed io ti ringrazio."
Dico guardandomi la ferita, che presto o tardi, sarà solo una cicatrice.
Intanto l'ambulanza è arrivata: finalmente l'inferno è finito!SPAZIO AUTRICE:
EHI EHI EHII! COME ANDRÀ A FINIRE QUESTA STORIA? LO SCOPRIREMO PRESTISSIMO!
ANCORA GRAZIE A TUTTI PER TUTTO, AHAHA.
PS.: IL SOGNO DI GIORGIA, CHE POI VIVE DAVVERO, LO RITROVATE NEL CAPITOLO 19.
UN BACIOO!
1118 parole.
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"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."
RomanceDAL CAPITOLO 15: "Dobbiamo parlare seriamente, per una volta. Promettendo di non allontanarci, dopo." Dice. "E perché non dovremmo allontanarci? Siamo... siamo come l'acqua e il fuoco, il giorno e la notte, il nero e il bianco, il male e il bene, la...