GIORGIA POV'S:
"Presa!"
Dice.
Apro lentamente gli occhi, mentre lui ride.
"Cosa fai, ridi di me?!"
Dico.
"E comunque, preferivo cadere."
Continuo.
"Infatti sei caduta, però tra le mie braccia!"
"Ma quanto sei scemo?"
Dico ridendo.
"Mh, beh, tanto."
Risponde fiero.
"Il tuo prototipo di ragazzo come dovrebbe essere?"
Mi chiede guardandomi.
DOVREI DIRGLI CHE IL MIO PROTOTIPO DI RAGAZZO DOVREBBE ESSERE TALE E QUALE A MARCO LEONARDI, CIOÈ LUI? No grazie!
"Mh, sicuramente dev'essere sé stesso. Semplicemente sé stesso. Non m'importa dell'aspetto fisico, io guardo il carattere. Oh, anche gli occhi. Gli occhi sono importanti. E chissenefrega se sono azzurri, verdi, grigi o marroni, devono colpirti dentro. Devono scatenarti un vortice, le farfalle o persino gli elefanti nello stomaco. A chi importa del colore?"
Chiedo, pensando di aver esternato troppe le mie emozioni senza il mio consenso. O meglio, quando parlo con lui non ho freni, non mi controllo.
"Mh... tanto si sa che il colore degli occhi che preferisci è il verde!"
Dice ridendo.
"Riferimenti puramente casuali."
Continua facendomi l'occhiolino.
"Ah ah ah."
Dico fingendo una risata.
"E comunque no, gli preferisco marroni come i miei, gli occhi."
Dico sorridendo.
"E tu? Cioè, la tua ragazza ideale come dev'essere?"
"Non rimanerci male, ma ecco... non sei esattamente il tipo di ragazza che ho immaginato per tutta la mia vita..."
Dice Marco ferendomi, ma quando faccio per girarmi, continua:
"Perché non ho mai immaginato che una ragazza potesse entrare in tutta la mia vita. Non ho mai pensato a relazioni serie, mi sono sempre detto: 'okay, è come le altre. Ci scommetto che mi fidanzerò con lei in una settimana.'
E così ho iniziato a scommettere.
Ma la cosa peggiore è che guardavo solo l'aspetto fisico. Non che tu non sia bella, ma loro erano..."
"Barbie bionde ossigenate con labbra simili a gommoni e soprattutto scoperte?"
Dico al posto suo.
"Esatto."
Risponde ridendo, contagiando anche me.
"E a te piacevano veramente quelle finte barbie?"
Dico. Lui fa spallucce.
"Ero stupido."
"Non che ora tu non lo sia..."
Sussurro ridendo.
"Forse dovremmo rientrare."
Continuo.
"Forse si..."
Risponde.
Rientriamo in palestra.
"Come mai siete stati così tanto in bagno?"
Dice la prof.
"Ehm... i bagni erano occupati, abbiamo dovuto aspettare un po'."
Dico la prima scusa che mi viene in mente.
"Va bene dai."
Dice.
"Voglio provare a fare un canestro!"
Dico.
Provo la prima volta, mancato del tutto. Provo anche una seconda volta, e persino una terza, ma senza risultati.
"Non ci riesco!"
Piagnucolo.
"Si vede tanto che faccio pallavolo e non basket, eh?"
Continuo guardando Marco.
"Eh già."
Risponde sorridendo.
"Drinnnn!"
Suona la terza campana, dobbiamo uscire.
"Prof, aspetti! Il tempo di fare l'ultimo canestro e arrivo."
Urlo.
"Va bene, vi aspettiamo fuori dalla palestra allora. Ma solo un canestro, e poi rimettete a posto la palla!"
Dice, e io faccio un cenno con la testa.
"Aspetta, vieni qui..."
Dice Marco quando tutti escono.
Si mette dietro di me e prende le mie mani. Praticamente fa la mia ombra, e questa volta riesco a fare canestro.
"Brava!"
Dice.
Intanto guardo le mie braccia, piene di brividi.
"Hai freddo?"
Mi chiede.
"N-no."
"Ma hai i brividi..."
Sussurra.
«L'amore è la prova che i brividi non sono portati solo da freddo.»
Vorrei dirgli, ma non ne ho il coraggio. Lo so, sono terribilmente codarda!
"Dai, metto a posto il pallone e usciamo."
Dice, capendo che io non gli avrei mai dato una risposta.
"Si, beh, un po' di freddo ce l'ho."
Dico, non mentendo del tutto.
"Tieni."
Dice porgendomi la sua giacca nera col cappuccio, così calda, morbida e che profuma di lui.
"Hai ancora la mia giacca, vero?"
Mi chiede.
"Vuoi dire la mia giacca? Sì, è a casa."
Rispondo ridendo.
"Si, beh, la tua giacca. O se preferisci la nostra giacca..."
Dice fissandomi.
"Dai, usciamo da questa palestra puzzolente di sudore."
Dico io non rispondendo alla sua affermazione.
Apro velocemente la porta della palestra e vedo che la mia classe non c'è.
"Mà, non ci hanno aspettato, se ne sono andati!"
Urlo, e lui corre verso di me.
"Che... merde!"
Dice serrando i pugni.
"Usciamo da qui, prima che ci chiudano dentro!"
Dico correndo verso l'uscita.
"Oddio..."
Sussurro spingendo la maniglia della porta d'ingresso.
"Che succede?"
"Che succede? Che succede?! Succede che ci hanno chiuso dentro!!"
Dico irritata.
Marco forza la maniglia antipatica, che non vuole aprirsi.
"Non c'è nulla da fare, siamo stati chiusi dentro. Hai il telefono? Io l'ho dimenticato a casa..."
Mi chiede.
"Si, si si si! Come ho fatto a non pensarci! Il telefono!"
Dico dandomi uno schiaffo sulla fronte.
Prendo il telefono, e mentre sto per comporre il numero di Luna...
"Mi è morto il telefono."
Dico irritata.
Se faccio volare il mio telefono sotto i piedi e poi lo schiaccio succede qualcosa?
Si, che poi si rompe.
Ah ah ah, non ci arrivavo cervellone!
"Che facciamo?"
Mi chiede Marco.
"Cosa vuoi fare, giocare a nascondino? Ci sediamo qui e ci stiam-."
M'interrompe dicendo entusiasta:
"Si, giochiamo a nascondino! Però se ti trovo, ti bacio..."
Sussurra l'ultima frase.
"Se non mi trovi sono dietro la colonna."
Dico indicandogliela.
Okay, non so perché io glielo abbia detto, in fondo non siamo più fidanzati. Siamo stati insieme solo 2 o forse 3 giorni, dopo emozioni intense da settembre.
Eh boh, ho detto ciò che pensavo.
"Conto io, fino a 20! 1...2...3...4..."
E continua così fino a 20.
Mi nascondo nello sgabuzzino, immaginando la scena: Marco che va convinto dietro la colonna e non mi trova, poi, dopo varie ricerche mi ritrova qui, e io gli faccio prendere un infarto! IRONICO, OVVIO, SENNÒ COME FAREI A VIVERE SENZA DI LUI?
"Chi vedo vedo!"
Dice ridendo, dato che sono l'unica a giocare.
"Ehi, dove sei finita? Non eri dietro la colonna?!"
Urla.
Inizio a ridere a crepapelle.
"Ho capito dove sei!"
Dice. Poi sento dei passi vicini, sempre più vicini, e poi la porta dello sgabuzzino si apre all'improvviso.
"Buu!"
Urlo.
"Oh mammina, che spavento!"
Dice imitando la voce di una ragazza.
"Non imitare Tiffany!"
Dico tra una risata e l'altra.
"Anche perché è inimitabile! Ma vedi come si veste?"
Dice anche lui scoppiando a ridere.
"Ora ti posso baciare?"
Mi chiede supplichevole.
"Ma anche no! Non mi hai trovata al primo tentativo, quindi..."
Dico.
"Niente bacio!"
Continuo.
"Uff."
Dice mettendo il broncio.
"Non fare così... ritenta, sarai più fortunato!"
Dico ridendo.
"Ma tu mi hai imbrogliato!"
Dice incrociando le braccia.
"Capita...Però fidati, per me conta più un abbraccio che un bacio. Vabbè, te lo do lo stesso sto bacio, perché odio vederti col broncio; però andiamo di là. Odio il buio."
Dico in un sussurro.
È vero, odio il buio perché m'incute terrore. Mi dà di rabbia e cattiveria. È vero che lo odio perché la maggior parte delle volte piango di notte, quando la porta della camera è chiusa, magari mentre ascolto la musica, mentre inzuppo il cuscino. Certe volte piango per nostalgia, certe volte per il dolore, ma un autore diceva: 'il dolore esige di essere sentito'.
"Okei, andiamo di là."
Dice Marco dandomi la mano.
Andiamo vicino all'entrata della scuola ed è lì che gli do il famoso bacio: un bacio volante.
"E questo era un bacio?"
"Si, se si chiama bacio un perché ci sarà."
Dico alzando le spalle.
"Ma era un bacio volante!"
"Uff, certo che non ti accontenti mai!"
Dico.
"Voglio, non vorrei, perché so che ci baceremo, e lo voglio con tutto me stesso, un vero bacio, okay? Questo bacio qui è come mangiare l'antipasto in confronto a un pranzo intero! È come mangiare un morso di cioccolatino quando finiresti volentieri la busta! È come la pasta senza sale! Non ha un fottuto senso!"
Quasi urla, ed è in questo momento che vorrei tanto accorciare le distanze...
"Shh."
"Come? Dovrei stare anche zitto?!"
"Zitto e baciami."
Dico, e lui lo fa. Si sta avvicinando, quando...
"Ehi ragazzi, che ci fate qui?"
Ci dice Francesco, che è appena entrato nella scuola.
Perfetto, ora dovremo dare anche spiegazioni! Preferivo di gran lunga iniziare quel bacio!
SPAZIO AUTRICE:
EHIEHIEHI!! PENSO CHE TUTTI VOI CHE STATE LEGGENDO QUESTA STORIA VI STARETE CHIEDENDO: "MA SE SI AMANO, PERCHÉ NON SI PERDONANO A VICENDA E SI METTONO INSIEME?!" BEH, SEMPLICE. PERCHÉ NON PUÒ ESSERE TUTTO PERFETTO, INSOMMA. NÉ NELLE STORIE, NÉ NELLA VITA REALE!
(AH, COME AVRETE NOTATO, IL CAPITOLO È UN'ATTIMINO PIÙ SENTIMENTALE, INTERESSANTE E ANCHE PIÙ LUNGO RISPETTO AL CAPITOLO 37.)⚠
PICCOLIIISSIMO SPOILER: A BREVE GIORGIA PERDONA MARCO, VE LO DICO PERCHÉ PENSO SIATE STANCHI DI VEDERLI DISTANTI!
UN GRAZIE GIGANTE PER COLORO CHE SEGUONO QUESTA STORIA, GRAZIE GRAZIE GRAZIE! UN BACIO A TUTTI!
1447 parole.
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"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."
Roman d'amourDAL CAPITOLO 15: "Dobbiamo parlare seriamente, per una volta. Promettendo di non allontanarci, dopo." Dice. "E perché non dovremmo allontanarci? Siamo... siamo come l'acqua e il fuoco, il giorno e la notte, il nero e il bianco, il male e il bene, la...