Cap.26.

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GIORGIA POV'S:
"Buongiorno..."
Dico svogliata rivolgendomi a Luna, che è rimasta a dormire qui ieri sera.
Si, abbiamo pianto parecchio, e le nostre occhiaie non si nasconderebbero con tutto il correttore che abbiamo.
"Bruttogiorno."
Dice lei.
"Ieri era un brutto giorno, oggi no, non deve esserlo, se tu lo vuoi. Su, alzati, dobbiamo andare a scuola!"
Dico, cercando di essere ottimista.
"Vuoi davvero andare a scuola? Ti elenco i motivi per non andarci: non abbiamo studiato, abbiamo due occhiaie da far paura, siamo stanche perché ieri ci siamo addormentate a mezzanotte, potremmo incontrare Marco che ti assillerebbe... bastano queste motivazioni?"
"L'ultima è quella che mi fa... più paura, ecco."
Lei s'infila sotto le coperte e dice:
"Buonanotte!"
"Aspetta aspetta. Tu quante assenze hai fatto? Io... tra ospedali ne ho fatte tantissime Lù! Non posso assentarmi!"
Dico disperata. Mi alzo dal letto e mi vesto velocemente. Metto un jeans stretto e strappato solo sulle ginocchia, con sotto le Vans Old School grigie e sopra un maglioncino di lana viola. Lo amo, me lo ha regalato mia nonna. Mia nonna che non c'è più. Per questo non lo metto troppo spesso, mi ricorda troppo lei. Ha ancora il suo odore, me lo fece a mano, e per questo lo amo ancora di più.
"Mi manchi tanto nonna."
Dico in un sussurro con un velo di tristezza.
Una lacrima scende, ma io l'asciugo velocemente, facendo finta di nulla.
"Io a Marco ho raccontato la mia vita! Ti rendi conto? Lui doveva starmi accanto! Come ha potuto... cose che, forse, nemmeno a te ho detto."
Dico tra le lacrime.
"Giò, se vuoi sfogarti..."
"Devo andare a scuola. Tu che fai Lù?"
Rispondo asciugando le lacrime.
"Non voglio assentarmi per uno come Matias, andiamo!"
Giorgia viene a cercare qualcosa dal mio guardaroba.
"Che fai?"
Dico ridendo.
"Che domande sono? Cerco delle robe."
Risponde ridendo.
Alla fine prende il mio jeans nero, una felpa bianca e le sue scarpe, le Convers alte bianche. Anche ieri, restando a dormire da me, ha usato il mio pigiama. Lei rosa, io azzurro. Ha piegato su una sedia le sue robe e sotto ha messo le sue scarpe.
Le robe sono da lavare, perciò ha usato le mie.
"È tardi, sono già le 7:45!"
Scappiamo giù a fare colazione con solo del latte e caffè. Subito dopo corriamo a lavarci i denti e a mettere il profumo.
Anche volendo mettere la giacca grigia con la cerniera, non posso:
1) sta asciugando, la mamma l'ha messa a lavare.
2) Marco potrebbe pensare che m'importa ancora di lui.
3) è vero che m'importa ancora di lui!
Alla fine, metto il parka.
Usciamo di casa, sono le 8:00.
"Accelera Lù, Marco solitamente scende a quest'ora di casa."
E andiamo a passo svelto a scuola. Di lui non c'è traccia!
Vabbe', meglio così. Da una parte. Ma dall'altra ci sto male.

Il tempo passa tranquillamente, e di Marco non c'è veramente traccia. Siamo arrivati alla 2ªora.
Il professore di inglese sta spiegando una cosa di cui non ho capito un tubo, per dirlo in modo carino. Per fortuna Luna mi aiuta a ripetere questi argomenti per la verifica.
"Scusi..."
Dice un ragazzo mai visto prima d'ora con un bouquet in mano.
"Si, prego. Di cos'hai bisogno?"
Chiede il prof.
"Dovrei consegnare questo... a una certa Giorgia Paradiso."
"Sono io!"
Dico alzandomi in piedi.
"Tieni."
Dice lui.
"Scusi per il disturbo. Buongiorno."
Dice ed esce.
"Che ragazzo educato. Voi siete così quando entrate nelle altre classi?"
Dall'inglese siamo arrivati a questo... mentre il prof continua il suo discorso, continuo ad osservare e ad odorare queste bellissime rose.
Chi può essere? Escludo Alex, non siamo più fidanzati. Claudio? Nah, non sa quanto io ami le rose rosse... solo una persona può essere stata.
C'è un biglietto, lo leggo:
"Perdonami. Firmato: Marco."
Lancerei le rose all'aria, se non fossero i miei fiori preferiti!
"Continuiamo la lezione!"
Dice il prof.
"Ma buongiorno prof!"
Dico in un sussurro.
"Paradiso! Hai qualcosa da dire?"
"Nono prof."
"Perché non mi ripeti la lezione?"
Se posso scegliere, la risposta è no. Ma dato che ho combinato troppi danni quest'anno, provo a dirgli una frase di senso compiuto.
"Allora..."
Inizio a dire.
"DRINNNNN."
Hai una fortuna!
Eh già, caro cervello. Ti vuoi accendere o mi vuoi far continuare a fare pessime figure?!
Se mi accendi tu...
Accenditi!
"Per questa volta l'hai scampata. La prossima volta t'interrogo sull'argomento. Buongiorno."
"Buongiorno."
Anche la terza ora passa tranquillamente. Ora c'è la ricreazione, perciò vado in giardino con Luna.
"Lù?"
"Giò dimmi."
"Mi compri un portagioie?"
"E perché?"
"Così quando avrò una gioia la metterò lì."
Dico ridendo, e lei fa lo stesso.
Mangiamo tranquillamente i nostri panini, poi rientriamo nella scuola. Nel corridoio c'è una ragazza che urla:
"Venite, venite. Il giornalino della scuola è qui. Tante novità per voi! Leggete, leggete! Tante novità per voi..."
E ripete tutto da capo.
Per curiosità ne prendo uno.
In prima pagina c'è scritto:
"Leonardi e Paradiso sono stati insieme pochi giorni. Si pensava fosse un qualcosa di serio tra i due, e invece no. Lei lo ha mollato. Qui ci sono delle foto che lo confermano."
Guardo attentamente le foto.
Nella prima ci siamo io e lui nell'ambulanza, dato che i soccorritori avevano dato la notizia alla radio e avevano anche filmato. Siamo praticamente finiti in tv, quindi ci sta che abbiano questa foto. Ma la seconda... è lui che bussa alla porta di casa quando ci siamo lasciati!
Chi fa queste foto?
"Tu! Perché scrivi articoli su di me?!"
Sbotto.
"Sono interessanti le cose che si sentono su di te e Marco. E la gente questo vuole: le cose interessanti."
Dice alzando le spalle.
"La tua vita deve fare proprio schifo se perdi tempo a giudicare la mia!"
Dico, e a quest'affermazione non risponde.
"Ah ah ah. Vi siete lasciati, allora."
Dice Tiffany.
"Ah ah ah. Si."
"Posso riprendermelo, finalmente!"
Dice lei.
"E tienitelo!"
Dico irritata.
"Con piacere."
Dice lei.
Torno in classe a passo svelto e smetto di ascoltare quella vipera, oca, cagna, gallina... lei da sola la fa una fattoria!

La giornata è finita. All'uscita c'è un ragazzo che distribuisce bigliettini per un concerto, sta sera.
"IL CONCERTO DEI MODÀ!"
Urliamo in coro io e Luna.
"Ci devo assolutamente andare!"
Dice lei.
"Oh, anch'io! Che ne dici se chiedo a Meri di venire con noi?"
Chiedo a bruciapelo.
Inizialmente fa una faccia che dice NO da sola, poi cambia sguardo e dice:
"Mh, perché no..."
"La chiamo, allora."
Fa un cenno con la testa, e mentre c'incamminiamo per casa parlo con Meri.
"Allora... sta sera alle 21:00 c'è il concerto dei Modà..."
"Ho sentitooo. Ci andiamo?"
"Siii. Con noi viene Luna, okay?"
"Okay. A che ore passo da te?"
"Vieni direttamente alle 18:00 a casa, ci vestiamo insieme!"
"Va bene, a più tardi."
"Okei, ciao."
Dico e riattacco.
"Viene."
Dico sorridendo.
"Il dolore che sto provando per Marco non fermerà la mia voglia di vedere i Modà e di cantare le loro canzoni. E poi vengono qui, nella nostra città! Come perdere un'occasione simile?"
Dico.
"Concordo."
"Vieni a casa."
"Okay, avviso mia mamma."
E la chiama.

Entriamo in casa e mangiamo velocemente la pasta e la carne, poi saliamo di sopra.
SPAZIO AUTRICE:
EHII!❣
BEATE GIORGIA E LUNA, I MODÀ NELLA LORO CITTÀ!
AD OGNI MODO, GIORGIA NON CEDE. NON VUOLE PERDONARE MARCO. SARÀ LA COSA GIUSTA? LO SCOPRIRETE! UN BACIO.❣
1242 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora