Cap.43.

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GIORGIA POV'S:
...E tutto è stupendo...
Ho il cuore in gola, mamma mia.
Mamma, ma veramente Marco mi ha portata qui?
È un bellissimo ristorante che si affaccia sul mare.
Probabilmente ora vi chiederete cosa c'è di romantico in un ristorante che si affaccia sul mare, ed io posso dire che solo Marco sa quanto io ami il mare.
Mi farei un bagno, se non facesse così freddo, sta sera.
Entro nel ristorante: dentro non c'è anima viva. Né camerieri, né chef, né Marco, né gli altri. Non c'è nessuno! Forse stanno arrivando... okay, sta calma Giorgia.
Vedo un bigliettino piegato sul tavolo numero 12, che afferro velocemente.
Leggo attentamente cosa c'è scritto.
"A te che sei, semplicemente, sei... Sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei! Perché sei fatta della stessa sostanza dei sogni, ed io ti amo ogni giorno sempre più. Non posso vivere senza te, perché sei come la droga: non puoi più starne senza, o vai in pazzia per la mancanza.
Ti rendi conto di quello che sei?
Sei tutto ciò che volevo. Tutto ciò che voglio nella mia vita. Sei l'essenziale... Quanta vita sei, da vivere adesso! Io voglio viverti per davvero.
E sicuramente non sono il migliore fra tutti, ma quello che ti ama più di tutti; e fidati, ce ne sono tanti che ti amano! Però sappi che io ti amo da morire.
Sei il mio tutto.
Per il mio Panda, da Marco."
Sto piangendo, seriamente.
"Amore!"
Dice Marco uscendo dalla cucina insieme agli altri. Voleva vedere la mia reazione?
Ecco, sto piangendo.
"Piangi?"
Mi chiede sorridendo.
"Per la felicità. Ti amo."
Dico singhiozzando tra le lacrime.
"Anch'io."
Dice, poi mi porge una rosa rossa.
"So quanto ami le rose rosse..."
Sussurra.
"Non quanto amo te, però."
Rispondo.
Mi da un bacio, mentre Luna, Meri, Leo e Alex applaudiscono entusiasti, neanche fosse uno spettacolo.
"Beh, vogliamo ordinare?"
Dice Luna interrompendo il bacio.
"Si, ho tanta fame..."
Borbotto tenendo le mani sulla pancia.
"Non avevamo dubbi."
Dice Marco ridendo, ed io gli do un leggero schiaffo sugli addominali.
"Cosa ordinate?"
Dice Meri.
"Mhh, non so, vediamo..."
Dico guardando il menù.

E così passa la serata, tra risate, battute e divertimento.
Sono le 22:30.
"Ho sonno."
Borbotto.
"Sei una lamentela continua!"
Dice Meri, non più sobria.
"Ale..."
Dice per poi scoppiare a ridere.
"Meri, sicura di stare bene?"
Dico.
"Ma chi, io?"
Dice ridendo, prendendo il bicchiere di vino e bevendo allegramente.
"No, io..."
Dico ironica.
"Si, infatti Giò, sei ubriaca fradicia!"
Risponde Alex.
"Hai visto Alex?"
Dico copiando la risatina di Meri.
"Bere non fa male!"
Borbotta lei.
"No, infatti. Ti manda soltanto il cervello a... non continuo la frase, avete capito no?"
Dico incrociando le braccia sotto il seno, ripetendo frase che disse lei, quando ci parlò del disastro con Alex.
"Mh. Amo, andiamo a casa? La testa mi sta scoppiando..."
Dice Meri andando verso Leo.
"Oh Meri, non ci provare col mio ragazzo! Tu stai con Ale, non con il mio, e sottolineo mio, Leo!"
Dice Luna sapendo ovviamente che Meri è ubriaca fradicia e non sa cosa fa e cosa dice, perché Luna ama follemente Alex, e su questo siamo tutti d'accordo.
"Ehi ehi ehi!"
Dice Alex, tirando Meri verso di sé.
"Noi andiamo..."
Continua.
"Va bene, a domani. Ciao."
Dico io, seguita dagli altri.
"Andiamo anche noi. Ciao!"
Dice Luna, mano nella mano con Leo.
"A doman-... eh no, a scuola non ci vediamo dato che è domenica. Vabbe' dai, troveremo il pretesto per incontrarci. Ciao!"
Dico, e ci salutiamo tutti. Restiamo solo io e Marco.
"Vado un attimo di là."
Mi dice Marco, ed io faccio un cenno con la testa.
Rientra, e parte la musica.
Una canzone in particolare: A te che sei, di Jovanotti.
Come c'era scritto sul bigliettino.
"Balliamo..."
Dice prendendomi per il polso.
"Ma non so ballare."
Ammetto alzando le spalle, quando siamo al centro della piazza.
"Ci siamo solo noi."
Sussurra al mio orecchio iniziandosi a muovere.
Inizio a ballare anch'io, aggrappata a lui. In fondo è la mia ancora di salvezza...
"Ti prometto che sarò io a portarti all'altare."
Mi dice, ed io rabbrividisco.
"È una promessa?"
Dico; più che altro chiedo, per conferma.
"SI, E IO NON INFRANGO LE PROMESSE. IO, LE PROMESSE, LE MANTENGO."
Dice.
"Ti ho già detto che sei bellissima?"
Mi chiede.
"Uhm, no..."
Dico.
"Allora rimedio subito. Sei bellissima amore."
Dice baciandomi.
"Anche tu."
Dico guardandolo negli occhi, nei suoi meravigliosi occhi che mi hanno fatta innamorare. Giuro, nei suoi occhi mi perdo!
"Vieni, andiamo fuori."
Dice prendendomi la mano.
Qui guardiamo il meraviglioso panorama: il mare, le barche, le lucine della città che diventano piccole piccole, la brezza marina che ci scompiglia i capelli, i suoi occhi che fissano i miei.
Lui distoglie lo sguardo dai miei occhi, e guarda il paesaggio intorno.
"Che c'è?"
Chiede continuando a guardare di fronte a sé.
"È che mi stupisco che tu mi abbia scelta."
Rispondo imbarazzata.
"E sempre ti sceglierò."
Risponde guardandomi negli occhi per rassicurararmi.
"Ricordati della promessa."
Quasi lo imploro. Voglio veramente che sia lui a portarmi all'altare, e lo voglio con tutta me stessa.
"Per sempre. Giuro che a dirti t'amo sarò ancora io."
Risponde sicuro di sé.
"Promettimi anche tu che resterai, però."
Continua.
"Lo prometto."
Dico con le lacrime agli occhi. Per non farlo notare lo abbraccio, nascondendo il volto.
"Andiamo, no? Ho tanto sonno."
Dico io, fortemente assonnata.
Sono le 23:30.
Sbadiglio lentamente, e sento che potrei crollare di stanchezza, adesso.
"Mh... si dai."
Dice stiracchiandosi.
Prendo la rosa e la lettera, e ci avviamo verso l'uscita.
Usciamo dal ristorante, e un taxi ci passa a prendere. Lo stesso taxi che mi ha portata da casa a questo ristorante.
"Buonasera."
Diciamo, e il taxista risponde lo stesso.
"Stessa destinazione dell'andata?"
Chiede prima di mettere in moto.
"Sisi."
Risponde Marco al posto mio.
"Mà."
Dico con un fil di voce.
"Mh?"
"Ti ho preso un piccolo pensierino; insomma, nulla in confronto a quello che hai fatto tu ma... Ecco."
Dico porgendoglielo.
"Non dovevi."
Dice baciandomi la fronte.
Lo scarta velocemente, con l'ansia di un bimbo di quattro anni che è curioso di vedere cosa c'è nel pacchetto. Con l'ansia di scoprire se il regalo corrisponde ai suoi gusti o no.
"Oh. È stupendo..."
Dice rarefatto.
"Mai quanto te."
Dico.
"Siete arrivati... volete scendere o restare qui in macchina a dire frasi sdolcinate?"
Dice l'autista poco cortese, interrompendoci.
"Scendiamo subito."
Dice Marco dandogli la mancia.
"Andiamo a casa tua."
Sussurra.
"Vuoi dire casa nostra?"
Chiedo.
"Si, casa nostra."
Apro la porta di casa ed entriamo.
SPAZIO AUTRICE:
EHII. OGGI SONO PARTICOLARMENTE SDOLCINATA, AHAH.
UN CAPITOLO RICCO DI EMOZIONII.
SPERO VI PIACCIA! CONTINUATE A METTERE LE STELLINE E A COMMENTARE, MI FA MOOOOLTO PIACERE!
UN BACIOO.
1134 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora