Cap.32.

53 7 0
                                    

GIORGIA POV'S:
Mi sveglio alle 6:00, e decido di scrivere una letterina per la mamma.
"Cara mamma, il tuo più grande sogno si sta per avverare. Quel treno ti porterà al tuo sogno, e non sai se un'occasione del genere ti capiterà un'altra volta nella vita. Vivi intensamente, ritorna ragazzina, perché so che dentro di te c'è una ragazzina sfrenata che vuole divertirsi, ridi a crepapelle, non fermarti, fatti credere pazza ma mai triste! Vivi queste emozioni, prendi un caffè e chiacchera con la tua amica come facevi anni fa, prima della mia nascita. Ma soprattutto impara il francese dal libricino che ti darò insieme a questa lettera, così potrai dialogare senza essere derisa da tua figlia, che parla l'inglese peggio di te! Per me sei sempre stata un'amica, la mia prima amica, una zia, una nonna, una cugina, ma soprattutto una MAMMA SPETTACOLARE! TI VOGLIO BENE.
-Giorgia."
Infilo questa lettera e il libricino di francese nella valigia della mamma senza farmi vedere, poi dico:
"Mamma, ti accompagno io alla stazione."
"Okay, però dobbiamo passare prima da casa della mia amica. Ci accompagna papà con la macchina. Sicura che non vuoi restare a dormire?"
"Sicura."
Facciamo colazione insieme con dei cornetti e un cappuccino, e intanto parliamo.

Accompagnamo mamma e la sua amica alla stazione.
"Ciao mamma, mi mancherai. Ci vediamo tra una settimana!"
Dico abbracciandola.
Qualche lacrima le ricade sul volto.
"Non piangere."
Dico, quando quella che sta per piangere sono io, ma non qui, non davanti a tutti, ma soprattutto non davanti a lei.
"Il treno per Parigi sta per partire."
Dice una voce al megafono.
"Ciao!"
Le saluto.
"Ciao amore."
Dice papà, baciando la mamma.
"Mi mancherete."
Dice lei, mentre qualche lacrima le solca il viso.
"Anche tu! Ora và."
Dico con gli occhi lucidi. La vedo sempre più lontana, sempre così distante.
È andata via. Rientriamo in macchina.
"Io ora vado a lavorare."
"Riportami a casa allora."
Le conversazioni, senza la mamma, sono fredde.
"Okei."
Dice papà.
Mi riaccompagna a casa mentre lui va via, e non so che fare.
Mi sono già vestita alle 6:00 con dei jeans stretti neri e una felpa bianca e nera a strisce, sotto ho messo le Adidas stan smith; poi ho fatto colazione, mi sono lavata i denti e ho fatto una coda ai capelli, lasciando due ciocche davanti libere. Decido di cambiare gli orecchini, ormai stanca di questi. Metto due pearcing ai primi buchi, un brillantino piccolo al secondo buco dell'orecchio destro e una pietra nera al secondo buco dell'orecchio sinistro. Visto che ho tempo, mi trucco con del fard e un po' di mascara, niente di più.
Siccome ho ancora 15 minuti prima che arrivino le 7:50, mi metto le cuffie nelle orecchie e scorro sulla galleria, guardando le foto con la mamma.
Non piangere Giorgia, mi dico. Poi colerà tutto il mascara, cerco di convincermi.
Però una lacrima calda scende, poi due, tre... praticamente ora ho tutte le lenzuola bagnate di lacrime. Le asciugo dal viso e corro nuovamente in bagno per rifarmi il trucco. Con una salviettina per il trucco mi pulisco e rimetto fard, mascara e anche il correttore per le occhiaie, che solo ora ho notato. Non ho dormito molto bene stanotte.
Esco dal bagno e ritorno in camera. Guardo il poster di pallavolo che i miei mi fecero, poi prendo lo zaino ed esco di casa.

Sono le 8:15 e sono fuori dalla scuola con Luna e Meri ad aspettare l'entrata da 10 minuti. 'Finalmente' posso entrare.
"Buongiorno Preside."
Dico andando nell'ufficio del preside.
"Buongiorno cara."
"Volevo parlarle dello spettacolo di ballo..."
"Anch'io, siediti. Allora, è tutto pronto?"
"Si, certo, ma preferirei provare anche stamattina. Sa, sono stata in ospedale e non mi sono esercitata molto."
"Perfetto, allora queste 5 ore di lezione le occuperete ballando."
"Si, avviso tutta la classe. Comunque per il corso di cheerleader, devo lasciarlo. Ho già pallavolo, e per me è veramente faticoso fare più attività insieme."
"Per questo non posso fare nulla, è una punizione e va rispettata FINO ALLA FINE DELL'ANNO."
"Ma è ancora il 25 ottobre!"
"Infatti. Oggi pomeriggio vi voglio tutti, e dico tutti, in sala teatro alle 18:00 per prepararvi e ripetere la coreografia."
M'ignora.
"Okay, buongiorno."
Dico secca.
"Buongiorno!"
Dice lui.
Esco dal suo ufficio irritata.
NON VOGLIO FARE PARTE DELLE CHEERLEADER.
Entro in classe, c'è la prof di storia.
"Buongiorno prof. Devo dare una buona notizia a tutta la classe da parte del Preside. Per queste 5 ore ci eserciteremo nella sala teatro. Abbiamo uno spettacolo, oggi."
"Allora andiamo in sala teatro."
Dice lei.
Ahaha. Niente lezione, niente lezione!
Penso che il mio cervello sia ancora in vacanza con un cocktail in mano e sulla spiaggia. Oppure sta facendo degli aeroplanini di carta che sta facendo volare. Chi lo sa!
Entriamo nella sala teatro.
"Allora, voglio vedere le coppie."
Urla la prof.
"Tu stai con me."
Sussurra Marco al mio orecchio.
Lo ignoro cercando con lo sguardo Giovanni.
"Se cerchi Giovanni, mi ha detto che è malato e non verrà."
Dice sorridendo.
Sbuffo sonoramente.
"Chi vuole stare in coppia con me?"
Urlo.
"Io!"
Urlano Marco e Claudio.
"Che sfiga..."
Sussurro.
"Marco."
Dico sforzando un sorriso, che ovviamente non mi riesce.
"Giorgia."
"Siamo in coppia."
Dico sbuffando. Incrocio le braccia sotto il seno e guardo avanti.
Se la sfiga avesse un nome si chiamerebbe Giorgia Paradiso.
"Eh no, lui sta con me!"
Dice Tiffany tirando Marco per il braccio.
"No Tiffany, io sto con lei. Vai con Claudio."
Dice Marco.
Scoppio a ridere.
"Ti ho fatta ridere! Sei più bella quando ridi."
Dice, ed io divento rossa. Mi giro per non farglielo notare.
In coppia stiamo: io e Marco, Luna e Leo, Meri e Alex e altri della classe. Comunque la coppia migliore è Tiffany con Claudio.
"Uno due tre! Caschè e bacio!"
Dice la prof.
Bacio Marco, e improvvisamente mi sento rinata.
"E quindi non volevi quel bacio, vero?"
Chiede Marco.
"Non ho provato nulla."
Dico secca.
"Beh, io non credo."
Dice vittorioso, pensando che lo perdonerò, pff.

È sera, sta per iniziare lo spettacolo. Noi femmine ci siamo messe questi stupidi vestiti corti per il ballo, e i maschi sono abbastanza eleganti.
Ma il più bello resta Marco.
Oh cervello, ancora a lui pensi?!
Io, il tuo cervello, lo penso, ma è il tuo cuore a volerlo. Non è mica tutta colpa mia!
Maledetto cuore.
"Wow, stai, stai benissimo!"
Dice Marco guardandomi.
"Grazie, anche tu..."
Dico a bassa voce.

Lo spettacolo è finito, tutto bene. Ho baciato Marco per la seconda volta grazie al ballo, e penso che questi baci gli avrei voluti anche tutti gli altri giorni.
La sua mancanza si sente fin dentro le ossa.
Mi metto nel letto, dopo una doccia calda, e mi addormento pensando a lui.
Come dimenticarlo? Come cancellarlo se mi è entrato dentro? Come posso far finta di nulla? Non posso.
VORREI ASCOLTARE IL MIO CERVELLO, CHE IN QUESTO MOMENTO MI DICE 'DIMENTICALO', MA CONTINUO AD ASCOLTARE IL CUORE CHE DICE 'AMALO'.
Dovrei perdonarlo?
SPAZIO AUTRICE:
CIAAAO.
DOVREI PERDONARLO?
SI CHIEDE GIORGIA.
SECONDO VOI DEVE VERAMENTE PERDONARLO?
COMMENTATE. UN BACIO!
1195 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora