June La Ribelle

Accusa

Parcival appare una iena, il velo di barba nasconde a stento i canini lucenti alla luce della luna. E' una mia fantasia o un rivolo di bava sta scendendo dalle sue labbra?

- Credi di sapere chi ha tradito? - Chiede London, impassibile come sempre.

-Certo, è qualcuno della tua squadra London. Solo tu sapevi che le Lepri sarebbero arrivate al campo stasera, nessuno di noi aveva idea di dove fosse l'unico gruppo addestrato ad usare il Coder. -

Tricia è al fianco di Parcival: da quando London ha ballato il mambo con me,  ha concentrato le sue attenzioni romantiche sul Comandante dei Programmatori. I cappelli rossi scomposti e gli occhi spiritati la fanno apparire indemoniata, quando parla:

- Sappiamo tutti a chi hai detto delle Lepri comandante London. Alla piccola June.

Tutti guardano me e io sento improvvisamente un blocco allo stomaco. Sudori freddi mi percorrono la schiena. Sono davvero sospettata di tradimento?

London, apparentemente sorpreso, mi chiede fissandomi gli occhi:

- Soldato, tu sapevi che le Lepri sarebbero venute qui al campo. A chi lo hai detto? -

- Non ne ho fatto cenno a nessuno!- Mi difendo con voce rotta dall'emozione. Non riesco a credere che i miei compagni sospettino di me per la morte di diciotto giovani.

L'ira di Parcival aumenta di istante in istante e nulla pare calmarlo: ha gli occhi arrossati di chi non dorme da molte ore. Si avvicina a me e si ferma a pochi centimetri dal mio viso, tanto che sento l'odore del Whisky che deve aver bevuto in grande quantità. 

Ringhia:

- Ho sempre sospettato di te, piccola serpe, le acque chete sono le più pericolose.

Mi prende per una spalla, mi getta a terra e mi mette uno scarpone sulla gola. Respirando a fatica penso che mi ammazzerà davanti a tutti.

London veloce si lancia in avanti e spinge indietro Parcival.

- Lasciala andare, Parcy. Non poteva dirlo a nessuno: gli unici che hanno accesso alle comunicazioni a lungo raggio sono i tuoi... sai bene che abbiamo vietato cellullari e tablet nei campi.

E' una scena incredibile per i Carpe Diem vedere i due Comandanti che si fronteggiano con parole aspre e addirittura si sono messi le mani addosso.

La tigre e la iena.

- Si ma io non ho detto a nessuno del piano Lepre...a differenza di te, dongiovanni tra le reclute - Dice con voce acuta Parcival.

- Sicuro? Non ne hai parlato a neppure a uno dei tuoi programmatori? I tuoi biechi furetti, sempre alla ricerca di nuovi guadagni, non mi fido di chi si interessa tanto di danari.

Parcival pare sempre più torvo. London lo ha punto sul vivo. Evidentemente l'accusa di avidità lo ferisce, accumula danari con gli algoritmi di borsa, lo sanno tutti e si dice che abbia parecchi conti correnti segreti che neppure Nemo conosce.

Risponde con acredine:

- Corsa vorresti dire London? Che siamo corrotti? I tuoi vizi non certo sono meglio: sei sempre alla ricerca di gonnelle da corteggiare. E le donne sono ben più pericolose dei soldi...possono essere spie!

London non si prende la briga di rispondere. Le accuse di Parcival non lo toccano: è come Apollo di fronte ad un dio minore.

Parcival è in confronto a lui un satiro, o un elfo del bosco, tuttavia alza il mento con orgoglio e dice:

- Ho speso migliaia di ore a scrivere il dannato Coder, e non ho ancora bene capito a cosa serve.

Guarda a terra, corrucciato, pare davvero a lutto. Poi aggiunge con voce atona:

- Oggi ho pianto davanti ai cadaveri insanguinati delle lepri: siamo piccoli ragazzini che giocano alla guerra! Abbiamo buttato via i nostri migliori anni e condannato a morte giovani vite per una causa persa.

Mi osserva con espressione strana, simile al boia che si accinge al patibolo, stanco di tanta morte, e che suo malgrado deve uccidere ancora:

 -Bimba, se scopro che sei stata tu ti ammazzerò come un coniglio, lentamente, per onorare i compagni morti oggi.

Si rivolge a Tricia e Galvano:

- Portate una sedia e vediamo se la piccola cagna dice la verità!

Dice mentre estrae gli elettrodi dalla custodia in pelle.