La balena spiaggiata

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Lo scambio deve avvenire al cancello.
Il camion su cui siamo stipati avanza lentamente: dalle feritoie del rimorchio scorgiamo sulle mura più di cinquanta soldati, con mitragliatori e lanciamissili puntati contro di noi. Davanti alle guardie, al cancello, c'è l'ufficiale biondo vestito di nero, che ci attende con un sorriso fatale: ha il volto di un angelo vendicatore con i capelli lunghi mossi dal vento. Lo osservo bene con il binocolo e vedo nei suoi occhi  l'anima di un demonio,  è pronto a sterminarci tutti. Suppongo che Nemo lo sappia meglio di me.

Ormai so che non c'è altro modo per uscire dal campo, sicuramente l'Ufficiale in nero non ci avrebbe permesso di usare ancora il tunnel. Immagino sia pronto ad allagarlo, affogando noi e i bimbi come topi. Oppure penso che sarebbe capace di riempirlo di gas nervino, senza preoccuparsi di bruciare, tra atroci sofferenze, i polmoncini dei bimbi.

L'unico modo per uscire vivi è quello scelto da Nemo: uno scambio. Nemo ha barattato la nostra libertà con la cosa più preziosa che ha, la sua vita.

Come da accordi, Jules conduce la cabina del camion fin oltre il portone che le guardie hanno aperto per noi, e solo il rimorchio dove siamo tutti noi rimane all'interno del campo. Non appena avvenuto lo scambio, gli accordi prevedono che Jules possa avanzare a tutto gas.

Apriamo il portellone posteriore, siamo "un muro" di ribelli con i fucili puntati contro le guardie: se ci sparano anche loro avranno molte perdite.

E soprattutto non sanno ancora se Nemo è sul camion.

Una volta riconosciuto e imprigionato Nemo ci lasceranno andare? Nessuno di noi ci crede davvero, ma è la nostra unica speranza.

Come da accordi le guardie incominciano a far salire sul camion i bimbi del gruppo verde. Sono tutti goffi, alcuni pesanti, altri leggeri: nessuno di loro sembra capire bene cosa sta succedendo. Quando il penultimo dei bimbi è salito, a terra accanto all'ufficiale nero rimane solo la bimba che sorrideva nella palestra. Ha gli occhi a mandorla azzurri, è ancora un poetico sorriso sdentato. Sembra un piccolo criceto.

L'uomo biondo le punta una pistola alla testa e urla; - Nemo se ci sei mostrati e scendi dal fottuto camion, oppure io ammazzo la bimba qui davanti a tutti!

Ora è chiaro che una volta sceso Nemo le probabilità che ci mitraglino senza pietà sono alte: l'ufficiale nero vuole esser certo che Nemo sia davvero con noi e non stia fuggendo da qualche pertugio del campo. E' l'unica cosa che gli interessa veramente.

I ribelli sono tutti pronti a farsi massacrare, purché Nemo non venga catturato, invece lui si apre un varco tra loro ed avanza lentamente fino al portellone del camion. Tiene il cappuccio alzato, per ritardare il riconoscimento e per dare a tutti qualche minuto in più.

- Fate salire la bambina! – Dice prima di scendere e togliersi il cappuccio.

Lo scambio è il momento più delicato.

Non appena avranno arrestato o ucciso Nemo noi non varremo più niente, saremo carne da macello. Solo la parola dell'ufficiale nero ci separerà dalla carneficina.

Io in quel preciso istante sono in fuga sotto il camion: non sto semplicemente scappando dalla  terribile scena in cui Nemo viene  arrestato e magari ferito a morte...

In realtà me lo ha ordinato lui, perché il suo sacrificio non sia inutile.

Mentre sale l'ultima bimba sul camion e scende Nemo, io sto strisciando da cinque minuti tra le grandi ruote del tir. E Sheila è dietro a me. Tutte le guardie si stanno lanciando addosso a Nemo, probabilmente prima di decidere che farne di lui lo sottoporranno al test della retina o digitale, con gli strumenti portatili. Devono essere certi della sua identità: le spie hanno procurato loro una copia della sua impronte?

June La RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora