Viaggio con il pipistrello

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Parcy è seduto accanto a me sul pulmino, London gli ha appena dato il cambio alla guida.

Guarda fuori dal finestrino come se cercasse qualcosa nel paesaggio del Nord, ha il bavero della blusa verde alzato, e i capelli mossi dall'aria del  finestrino. Non posso fare a meno di domandarmi: quando il gioco si farà duro Parcy sarà con noi fino alla fine o ci lascerà al nostro destino?
Non abbiamo ancora capito chi ci ha tradito...
- Cosa pensi Parcy? - Non so mai cosa gli passa per la testa e sono preoccupata per Sheila. Come fa ad affezionarsi ad un lunatico come lui?

- Penso che tu raggiungi sempre i tuoi obiettivi quando vuoi, June. - dice, sorprendendomi.

- Cosa intendi capitano Parcy?

- Sei stata forte sulla torre... sei simile a London, io non sono come voi, alle sfide dove serve la pazienza di un santo o la forza di un eroe, ho sempre preferito le allegre passioni...

Quasi mi intenerisce. Forse capisco cosa ha commosso Sheila: un cuore umiliato dal confronto con London e Nemo, dietro la maschera di un fauno dispettoso.

- Tu hai sviluppato il Coder Parcy, non ti sottovalutare.

- Non so neppure a che serve! Se non ci fosse stato Nemo non avrei fatto nulla, ho sempre amato me stesso più che non  ideali, missioni o nobili scopi. Mi piace il Jazz, le scommesse, le ragazze dai rossetti vivaci e i reggiseni neri, e... il fuoco dell'alcool.

Non credo che sia un perdente come si descrive lui: tutti sanno che ha capacità superiori alla media...si sminuisce?

- Parcy si dice che tu sia molto ricco!

Mi guarda divertito: - E anche se fosse? A che servono tutte le ricchezze del mondo. London non ha un cent, eppure tutti lo amano.
E mi guarda impudente: sa cosa c'è stato tra me e London?

Sheila corre seri rischi a flirtare con Parcy? Lo sguardo del Capitano non mi pare sempre cattivo, ma neppure mai veramente buono, è un pipistrello: può decidere di uscire dalla caverna da un momento all'altro, per succhiare il sangue di chi gli capita a tiro.

- Vuoi bene a Sheila? - Decido di chiedergli, mi sta troppo a cuore la mia amica per tergiversare.

- Sheila ha l'aspetto di una Venere e la dolcezza di un angelo nero. - Risponde soave. Se non altro è sincero, ma non ha riposto volutamente alla mia domanda. -

- Quindi non la ami neppure un po' capitano? - Lo incalzo. E' un mio superiore, ma ormai i gradi cosa contano al Nord, in territorio nemico?

-Ti sembro in grado di amare qualcuno? O beh certo che la amo, come amo te June, mio dolce scoiattolo. - Dice con il ghigno da corsaro.

Si nasconde dietro i modi da libertino: vuole apparire peggiore di quello che è.
Guardo fuori, vedo le pianure verdi, coltivate con sistemi idroponici, e le pale eoliche che alimentano di energia ogni cosa che si muove.

Ammanettato dietro di noi Josh fa finta di dormire. Cosa intendeva dire con la storia dei robot?

E ad un tratto li vediamo. Siamo alla periferie di Norimberga e i campi hanno spighe mosse dal vento. Ma tra il grano si muove qualcosa di scuro e inquietante. Un serpentone metallico, da cui scendono e salgono continuamente tarantole meccaniche che seminano, arano, mietono. Sono silenziosi e luccicanti, nascosti e terrificanti nella loro efficienza... Se questi sono gli automi di campagna non oso pensare cosa ci sarà in città.

June La RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora