Chapter 6

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 Dall'ultima volta che i miei occhi hanno messo a fuoco quei pettorali è trascorsa una settimana.


Mathias non si è presentato per diversi giorni a scuola e ringrazio il cielo per aver esaudito la mia richiesta.

Non so cosa mi abbia preso, ma ricordo perfettamente che sono stato io a spingere la lingua verso la sua e che quindi è mia la colpa di tutto quello che è accaduto.

Mi sto auto accusando da giorni e ormai non faccio altro che pensarci.

Perché mi è piaciuto il modo in cui mi ha baciata? È questa la domanda che mi ripeto.

Sofia, sei una degenerata. È solo apparenza. Lui ti attira (PARZIALMENTE) perché è uno dal tono arrogante e perché ha il fisico scolpito. Ma amore e attrazione sono due cose distinte e separate. Tra non molto Alberto svilupperà anche lui gli addominali e tu non potrai resistergli dimenticandoti di quel gradasso di Mathias.

La coscienza è pronta a trovare un pretesto, anche quando la verità mi si prospetta davanti.

Ricordo il suo bacio, i suoi muscoli e il suo modo di guardarmi. L'ho pensato stanotte e non sono riuscita a dormire, ma al contempo sono distrutta per aver pugnalato alle spalle Alberto, il ragazzo che mi ama.

Ho bisogno di confessare a qualcuno il mio peccato, ma non ho avuto il coraggio di parlarne con Serena; "Sei una santarellina" mi direbbe se le dicessi quello che è accaduto con Mathias.

Durante il periodo che io e Albe siamo stati fidanzati, nella mia mente non è mai sfiorata l'idea di guardare un altro ragazzo se non lui. Invece adesso, da quando quel viso ha varcato la soglia della classe, la confusione ha preso lo scettro nei miei pensieri.

Mi è capitato di versare lacrime sul cuscino e il giorno dopo mia madre mi ha domandato se fosse successo qualcosa; io le ho mentito sorridendo e dicendole che era tutto okay, ma di solito la mamma ha il sesto senso; infatti ha annuito poco convinta.

Fino a poco fa mi ritenevo una ragazza seria e rispettosa nei confronti del mio fidanzato e ora tutte le certezze che possedevo sono svolazzate via da quando in quel camerino Mathias mi ha baciata.

Mi elettrizzo al solo pensiero di rincontrare quegli occhi e quel sorriso arrogante e misterioso, ma allo stesso tempo odio me stessa perché non riesco a spazzare via quel turbine di emozioni che si permeano sulla mia pelle quando lo incontro.

Sofia, mia cara, perché vuoi essere cieca? Mathias ti attrae e non poco. Dovresti dire ad Alberto che lui non sa suscitarti le stesse emozioni che provi quando incontri lo sguardo accattivante di Mathias. Non essere ipocrita e confessa la verità.

La voce demoniaca soggioga la mia mente. E se Mathias volesse solo portarmi a letto? Ho timore di fidarmi poiché sono conscia che quando sto con lui perdo il controllo del mio corpo.

Basta crogiolarmi. Sono stanca e forse tra un po' mi rinchiuderanno in una clinica per schizofrenici; l'idea non sarebbe affatto male. Riuscirei a fuggire da lui, e dal pentimento che provo nei confronti di Alberto.

Serena mi ha chiamato poco fa informandomi e giurandomi che oggi, ovvero sabato, una sua amica ha organizzato una festa in un locale privato (NON DOVREI INCONTRARLO) e mi ha ancora giurato su Molly, il suo volpino, che questa sera non berrà.

Nel momento in cui mi ha proposto di andare con lei, le ho rifilato un "NO!" secco ma lei ha insistito appioppandomi una sfilza di giuramenti e preghiere.

Quasi al termine della chiamata, stanca della sua voce squillante, le ho risposto con un "Ti farò sapere" che equivaleva ad un "Ti darò buca perché tremo all'idea di incontrare Mathias e quindi me ne starò a casa a guardare una seria tv su Netflix affondando la mia depressione nel cibo"; ma ovviamente questo l'ho pensato nella mia mia mente e mi sono arresa al tenero intento di convincimento di Serena.

Quindi, riassumendo, stasera andrò in un locale privato e camminerò mano nella mano di Alberto riandando con la mente al momento del bacio con Mathias.

Un caos e so che scoppierò in lacrime alla prima occasione. Serena verrà da me a breve. Le ho imposto la clausola di truccarmi poiché, con il pessimo stato d'animo in cui verso, mi sarei conciata come un fenomeno da baraccone.

Mi reco nel soggiorno e la mamma, come tutti i giorni, legge un romanzo.

È stato lei a instillarmi la voglia di leggere. Sin da piccola mi raccontava delle favole e poi, a poco a poco che la mia mente si è sviluppata, ho iniziato a cibarmi di romanzi.

È da un po' di tempo che non leggo e forse dovrei prendere in considerazione l'idea di riprendere; mi aiuterà sicuramente a fuggire dalla tragica situazione attuale.

«Ti va di mangiare qualcosa?» Mi domanda la mamma in un tono spento.

È vero che lei intuisce quando covo un pessimo stato d'animo, ma ho eredito la sua stessa abilità.

«Mangerò qualcosa fuori.» Le rispondo sedendomi al suo fianco.

Lei mi guarda da sotto agli occhiali e si sposta di qualche centimetro per farmi spazio sul divano. Estende le sue palpebre come se volessi chiedermi con gli occhi: "Perché ti sei seduta qui?"

«Ho notato che sei giù.» Insinuo guardandola.

Lei agguanta il segnalibro posto sul tavolino di vetro e lo inserisce nella pagina chiudendo il libro. «Giù, intendi che devo scendere?» Ribatte ironica.

«Dai mamma, non nasconderti dietro l'umorismo.» Ribatto seria e lei a sua volta congiunge le sue mani osservandole. Sospira e le sue spalle si ingrandiscono per poi rimpicciolirsi.

«Siamo entrambe giù di morale, non credi?» Risponde e i suoi profondi occhi azzurri diventano dolci e fragili. Tentenno, poi anch'io come lei butto la testa in grembo giocherellando con le dita.

«Sì. Questioni d'amore.» Le confesso e Mathias appare nella mia mente.

La mamma tira su col naso assumendo un'aria saggia. «L'amore, tesoro... È una sensazione fantastica ma che al tempo stesso ti può distruggere. Forse tu ancora devi incontrare il Vero amore, ma sappi che non c'è emozione più limpida e forte. Però devi possedere la lucidità mentale di ancorarti al terreno altrimenti l'amore ti spazzerà via come farebbe un ciclone.»

La ascolto e rimango colpita dal suo pensiero. Vorrei essere come lei, schietta e senza preamboli, ma purtroppo devo accontentarmi del mio carattere impacciato e timido.

«Da quanto tempo papà non torna?» Le chiedo.

«Da un bel po' di tempo.» Fa lei infastidita dalla domanda. «Ma a te questo non deve interessare. La tua felicità è la mia di felicità.» Sorride mascherando la sua amarezza. «Ti ho mai raccontato che quando sei uscita da lì sotto, eri un porcellino tenero?»

«Mamma, ti prego. Mi ha raccontato questo "aneddoto" un miliardo di volte.» Dico disgustata al solo pensiero.

Lo strillo acuto del citofono fa interrompere il suo momento di ilarità; mi precipito ad alzare la cornetta, e quando Sere mi risponde con un "sono io", pigio il pulsante di plastica.

«Stasera dove ve ne andate?» Domanda la mamma mentre Serena entra dalla soglia.

«Festa privata.» Affermo fingendo divertimento.

«Ciao Margaret» la saluta Serena «tua figlia è una nonnina.» Continua divertita.

«Lo so benissimo. Non ha preso nulla dalla mamma. Io alla sua età facevo strage di cuori.» Le risponde lei facendo l'occhiolino. Serena scoppia a ridere mentre io scuoto la testa arrendendomi alla loro fantastica pazzia.

***

Serena ha cominciato a parlare come un mulino a vento. Non si è fermata neanche un minuto, ma devo ammettere che mi ha fatto dimenticare il gran casino in cui mi sono cacciata.

«Devo dirti una cosa...» Mi ha detto a un certo punto della conversazione mentre era intenta a mettermi un pizzico di fard. «Mi sto sentendo di nuovo con Max.»

«Cosaaa? Ma se l'altro giorno l'hai trattato come un sacco della spazzatura.» Le ho fatto notare io.

«Sì. Va be', gli uomini bisogna trattarli così. Li usi e li riprendi come e quando vuoi.» Ha ribattuto diffidente.

Quanto vorrei possedere l'autorevolezza che fa di Serena una ragazza dal carattere tosto. Io di tosto ho solo le mie piccole unghie, che non sono così resistenti come il cuore di ghiaccio della mia amica. Avevo intenzone di confessarle che ho baciato Mathias, ma non ci sono riuscita.


Serena indossa un vestitino color ambra della Versace e scollato sino al fondo schiena con dei tacchi dello stesso stilista, mentre anch'io ho deciso di indossare un vestitino, ma senza scollatura e il tutto accompagnato da una giacca nera.

«Ciao monaca di clausura.» Mi ha detto lei appena ha notato il mio abito.

«Odio stare con le spalle al vento.»

Alberto mi ha appena inviato un messaggio; così salutiamo la mamma, che come suo solito mi raccomanda di fare strage di cuori ricordandomi ancora una volta che lei è stata una vera professionista.

Albe ha deciso di portarsi con sé i suoi inseparabili amici: Giacomo e Kevin. I fari della sua Mercedes illuminano l'intera strada e riesco a intravedere delle nuvolette che ostacolano la luna.

«Ciao.» Gli dico una volta che io e Serena siamo entrate nell'auto. Lei è intenta a stringere la mano agli amici di Alberto, che proprio in questo momento mi stampa un bacio sulle labbra.

«Ci sarà anche il tuo uscente questa sera?» Domanda retorico a Serena osservandola dallo specchietto retrovisore.

«Va' a farti fottere.» Fa lei schietta e ridanciana. Scoppiamo tutti a ridere.

***

Arriviamo al locale. La scritta "Il Bombonero" viene illuminata da un neon fucsia, che emana una luce tenue.

Scendiamo tutti dall'auto e una voce possente chiama a sé Alberto. Lui si gira (anch'io) e scorgo Max che si appresta a raggiungerci.

Serena nel contempo ha instaurato una profonda discussione con un bodyguard riguardo al suo lasciapassare della festa.

Un gruppetto di ragazzi schiamazzano di fianco al locale e una musica leggera si amplifica dalla struttura.

Il Bombonero è l'ultimo di una fila di locali che si susseguono nel viale ribattezzato come "Il Covo degli Spiriti Liberi" dove tutti possono divertirsi sino a notte fonda. Questa è la seconda volta in tutta la mia vita che mi reco in un locale appartenente a questo viale.

«Ragazzi, forza entriamo.» Proclama Serena intimandoci con un gesto di seguirla.

Max ci raggiunge con i suoi riccioli biondi stracolmi di lacca e insieme entriamo nel corridoio buio attiguo all'atrio principale.

Una schiera di tavolini e divani sono disposti a cerchio e la pista da ballo, poco affollata, erge al centro. Alla nostra sinistra un dj si cimenta a inserire brani dal tono leggero e una dipendente, in abiti succinti e dai tratti orientali, ci accoglie indicandoci il nostro spazio riservato.

In poco tempo Max inviata Serena a ballare e lei accetta con un pizzico di sfida che le brilla negli occhi. Si sono aggiunte anche alcune amiche di Serena, tra loro c'è anche Giada, la ragazza dalle labbra enormi e dai denti sporgenti.

Kevin e Giacomo si sono affaccendati a procurarsi da bere, mentre Alberto è al mio fianco a rispondere a un messaggio inviato da sua madre.

«È successo qualcosa?» Gli domando mentre il dj cambia brano.

«Nulla di che. Mamma ha avuto il suo solito calo di pressione, ma è tutto apposto.» Mi fa lui infilzandosi l'iPhone nella tasca. Gli sorrido, ma mi coglie impreparata stampandomi un bacio caldo.

«Caspita! Sei un ottimo baciatore.» Mi prendo gioco di lui stuzzicandolo.

Ti rammento che l'hai tradito. Ricordatelo. Non voglio più pensarci, necessito soltanto di godermi la serata in compagnia del mio fidanzato.

Il locale comincia a riempirsi e un flusso di ragazzi immergi i divani. La pista è gremita e la musica cambia tono, ora è più rombante.

Questa volta giuro che ammazzerò Serena. Mi aveva promesso che era una serata privata e invece constato non è affatto così.

«Ogni giorno diventi sempre più bella.» Mi contempla Alberto con i suoi occhi nocciola che brillano.

«Anche tu.» Rispondo cercando di non arrossire.

«Viene a ballare, Sofy.» Sbotta Serena impiantandosi davanti. D'improvviso Max la bracca da dietro iniziando a baciarla sul collo.

Mathias mi ritorna alla mente. È un'ossessione.

Serena distende il collo e dai suoi occhi deduco che si è sgolata anche qualche bicchiere. Finisce sempre così.

«Dannazione ragazzi, prendetevi una stanza d'albergo.» Soggiunge Giada urlando.

Sorridiamo e Alberto accetta due cocktail da Kevin.

«Ti va di ballare?» Mi domanda cinque minuti dopo, ma scorgo la testa e avvisto una ressa di persona che urlano e si calpestano i piedi l'un l'altro.

«Non ne ho voglia, ma se vuoi puoi anche andare. Io resterò qui con Giada, e ti guarderò. Non voglio che ti rubino.» Lui sorride e mi bacia; poi si avvia verso la pista da ballo euforico e alzando le braccia per un pezzo che gli piace particolarmente.

«Non ti piace molto ballare?» Mi domanda Giada. Siamo solo io e lei. Tutti gli altri sono in pista a divertirsi, ma avverto un vuoto dentro e non so cosa potrebbe colmarlo.

«Non molto.» Distorco la bocca facendo le spallucce.

Avvisto Serena che ingurgita un drink rosso e con lei anche Alberto. Che rabbia! Serena mi aveva promesso che non avrebbe toccato l'alcol.

D'improvviso Giada riceve una chiamata e si alza dimenticandosi il pacchetto di sigarette.

Lo squadro e le parole di Mathias riaffiorano nella mia mente: "Non tutti i vizi sono mortali".

Al diavolo! Non voglio più pensarci. Vengo attratta dall'aprire il pacchetto e lo faccio. Un desiderio strampalata di provare a fumare balena nella mia mente.

Guardo circospetta e tutti sono infervorati nello sfrenarsi. Agguanto una sigarette e mi dirigo verso l'uscita divincolandomi dalla fila.

Il Covo degli Spiriti Liberi pullula di rumori: pneumatici che fischiano, ragazze che berciano e delle risse appena sfociate.

Mi affianco al bodyguard alto quanto una montagna e largo quanto un grattacielo chiedendogli un accendino, ma lui mi risponde negativamente.

Chiedo ad alcune ragazze, ma nessuno sembra fumare dannazione.

Sofia perché stai cadendo nella tentazione di fumare? Proprio tu che avevi detto che il fumo fa male. Sì, ma... Non tutti i vizi sono mortali.

Una ragazza bionda e dalle sopracciglia tatuate sta per accendermi la fiamma, ma una clipper familiare appare alle mie spalle.

Stomaco svuotato e mente appannata: è questo che provo.

«Non avevi detto che fumare fa male?» È la sua voce. Cosa ci fa qui? Mi volto e Mathias sfoggia il suo solito sorriso beffardo.

Lo fisso (perché sono attratta da quegli occhi? No, tu ami Alberto) e lui tiene lo sguardo; dopodiché scanso la sua accendino e mi avvio verso delle panchine inghiottite dalla penombra e che fiancheggiano il Bombonero.

È con due ragazzi, uno di colore dalal folta capigliatura ricci e con gli incisivi distaccati fra loro, e l'altro bruno con i capelli dritti come una rampa di una giostra.

Sento che si scusa con gli amici e promette di raggiungerli tra non molt.

Io, nel frattempo, a passo veloce, mi nascondo dietro al muretto. Lascio andare la schiena al muro lercio e faccio un sospiro di sollievo, ma inavvertitamente la sigaretta casca al suolo. Faccio per abbassarmi, ma Mathias l'agguanta prima.

«Dammi la sigaretta!» Dico autoritaria, da vera Donna.

L'ultimo bottone della sua camicia blu a fantasie circolari di un colore più scuro, non è abbottonato. Il suo ciuffo, adagiato a destra, viene sollevato da un soffice spiffero di vento. Sogghigna e la mia collera acuisce. Penso alla sua bocca ricordando il suo sapore.

Sofia, digliene quattro e non farti abbindolare. Coscienza all'attacco.

«Dammi la sigaretta o giuro che urlo.» Dico allungando la mano. Immagino l'effetto dei suoi baci sul collo.

«Urla.» Dice lui in tono di sfida.

«Non ci sto a questi tuoi giochini infantili. E non ti azzardare mai più a toccarmi.» Mi altero, ma lui poggia un dito sulla mia giacca.

«Non mi toccare!» Starnazzo.

«Perché? Altrimenti cosa farai? Un uccellino mi ha detto che hai mandato la tua lingua all'avanscoperta.» Ribatte sardonico.

Digrigno i denti mettendomi le braccia in grembo. «Sei stato tu.»

«Oh be', io ti ho intimato di avvicinarti Miss. Purità, e tu hai accettato. Sei capace di intendere e di volere, vero?» Mi stuzzica con le frasi ma devo riuscire a rimanere calma.

Poggia la sigaretta che mi ha rubato sulle sue labbra (le stesse che ho assaporato) e l'accende.

«Sei un essere odioso.»

«Ma a te l'essere odioso piace.» Sorride sfiatando.

«Cosa te lo fa pensare?» Arcuo le sopracciglia indispettita. In posa è irresistibile. Quel grigioverde tinto sui suoi occhi non mi permette di ragionare.

«Il tuo corpo. Ti ecciti, troppo.» Confessa schietto.

Le mie guance si tingono di rosso e la rabbia raggiunge il culmine. «Cos'è che hai appena detto? Sei proprio un orco villano. Dovresti vergognarti.» Inconsciamente mi avvicino a lui, che mi contempla diventando serio.

Brava, Sofia. Sii decisa.

«Ho detto che ti ecciti alla mia visione.» Ripete lentamente con un tono di voce sublime e con la sigaretta fra i denti.

Ora o mai più, Sofia.

Il mio braccio si alza veloce con l'intento di piantargli un ceffone sulla guancia, ma lui, abile, blocca la mia avanzata stringendo il mio polso con forza.

«Vedi, non sei così casta come credi.» Sorride malefico, ma mi divincolo dalla sua presa e la voce di Alberto si espande fra la folla.

«Sofia, dove sei? SOFIAAAA.» Lo guardo per l'ultima volta, prima di voltarmi.

«Sei sensuale con questo vestitino.» Mormora Mathias.

Immagino la sua espressione compiaciuta, ma allo stesso tempo mi sciolgo come un ghiacciolo in estate.

Avverto la pressione innalzarsi e il rossore divampare veemente sul mio viso.

Boccheggio; bramo dalla voglia di girarmi e perdermi in quelle iridi che tanto mi piacciono, ma Alberto mi avvista inalberando la sua piccola mano.  

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora