Chapter 17

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Le nocche di Mathias si infrangono sullo zigomo di Alberto, che accusa il colpo ponendosi la mani sulla zona percossa. Il mio starnazzo richiama l'attenzione degli astanti, mentre il film continua a scorrere. 

«Basta, Albe. Non reagire.» Mi getto su di lui posizionandomi di spalle a Mathias.

Il mio cuore ha preparato le valigie ed è pronto per un viaggio. Serena comincia ad alterarsi con la sguattera seduta di fianco a Mathias. 

«Vedetevi il film e non rompete.» Sbotta lei, ma Sere incalza la dosa. 

«Se tu non parlassi con quella voce d'oca, forse riusciremo a vedere il film.» Risponde Serena  avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.

Distratta dalla discussione intrapresa dalla mia amica, Alberto balza goffamente sulla poltrona e sferra un pugno verso Mathias, ma lo manca.

A causa dell'azione irosa di Alberto, subisco una violenta gomitata in pieno volto e indietreggio barcollando.

Serena mi bracca evitando che caschi sulle poltrone antecedenti alle nostre. Un dolore secco e acuto si espande nella parte al ridosso dell'occhio destro e delle lacrime di dolore sgorgano immediate.

Sento le urla provenire, ma non riesco a mettere a fuoco nulla. Serro la palpebre e le forze mi abbandonano per qualche secondo.

«Sofy! Sofy tutto bene?» È la voce preoccupata di Serena; avverto che le sue braccia circondano le mie spalle, ma la sua voce è lontana e ovattata. Ora la urla animalesche crescono e la luce emanata dallo schermo della sala mi annebbia la vista. 

«Sofy.» Strilla Serena nella mia testa. 

«Vieni, portiamola fuori.» È un'altra voce, forse si tratta di Raoul, non ne sono sicura. Ho gli occhi socchiusi e Serena regge buona parte del mio peso corporeo.

L'occhio comincia pulsarmi e delle mani gelide mi trascinano verso il corridoio. 

«Fermo Alberto! Mathias è nella mia classe.» Questa la riconosco: è la voce di Max ed è grave, ma ormai siamo arrivati sulla soglia della porta a molle.

Riprendo parzialmente conoscenza quando Raoul mi schiaffeggia un paio di volte; il mondo ruota ancora ma riesco a mettere a fuoco le immagini.

«Cretino, ma cosa fai?» Irrompe Serena spostando Raoul con uno spintone. 

«Si è ripresa.» Fa lui serio. 

«Beh, grazie. Ora puoi anche andare dal tuo amico.» Serena lo liquida con una smorfia e Raoul  ubbidisce risentito.

Non ho possiedo ancora la capacità cognitiva di parlare.

Avrò un occhio gonfio come una palla da tennis e livido come una melanzana. 

Gli eventi si sono svolti rapidamente e faccio fatico a ricordare gli ultimi istanti prima che Alberto mi riservasse una gomitata in grande stile. 

«Ehy, andiamo nel bagno.» Mi intima Serena poggiando una pacca sulla mia spalla.

Percorriamo il breve corridoio dal rivestimento rosso lucido e giungiamo nel bagno.

Unisco le mani a coppa per poi gettarmi dell'acqua fredda sul viso. La sensazione è rigenerante. 

«Chi ti ha colpita?» Domanda Serena a braccia conserte. L'acqua gelata è un ottimo palliativo, ma come tale dura all'incirca tre secondi, dopodiché il dolore ritorna più pulsante che mai.

Sollevo il mento verso lo specchio quadrato e carico di schizzi liquidi che gocciolano. Il mio occhio destro è di un colore simile al vermiglio e già sta manifestando i primi sintomi di gonfiore. «Diventerà una palla da bowling.» È la prima frase che riesco a dire dopo dieci minuti di silenzio. 

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora