Chapter 26

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Richiudo la porta e avverto come se una parte di me si stesse allontanando. 

«Sofy, perché hai aperto la porta?» La mamma mi fa prendere un colpo. Mi poggio una mano sul cuore mandando giù un sospiro. 

«Mamma, pensavo avesse bussato qualcuno. E poi la prossima volta avvisami quando hai intenzione di farmi prendere uno spavento.» 

«Scusami e solo che sei diversa.» Fa lei mesta. «Lo so che ognuno ha il suo modo di assimilare il lutto, ma tu sembri fuori di te.» 

Signora, entrerei io in gioco. Credo che il modo di Sofia di assimilare il lutto sia del tutto anormale.  La vocina della coscienza ronza dei miei pensieri. 

La mamma si affaccia nel bagno per poi ritrarre il suo collo.«Sofy, ma hai fatto la guerra mondiale nel bagno?» Domanda interrogativa e io senza perdere tempo, mi frappongo fra lei e la soglia d'ingresso del bagno. 

«Mi andava di giocare con le bolle di sapone.» Mento precipitando nel baratro del panico. La mamma se ne accorge e incalza la dose. «Ma... Io non vedo bagnoschiuma.» Allunga il suo collo poiché il mio corpo le è d'intralcio. 

«Mamma, mi sembra di essere sotto un interrogatorio della CIA.» Rintuzzò scorbutica e la mia involontaria tattica di psicologia inversa dà i suoi frutti.

La mamma assume uno sguardo risentito. «Appena ti sarai vestita devo dirti un paio di cose sulla nonna.» Mi annuncia afflitta e io annuisco per poi tuffarmi nel bagno.

Chiudo la porta alle mie spalle  e guardo con un misto di curiosità la stanza messa a soqquadro.

I flaconi di bagnoschiuma sono sul pavimento, mentre la condensa sui muri è ancora presente, anche se a poco a poco comincia ad evaporare.

La vasca è mezza piena e delle pozzanghere d'acqua sono schizzate sul linoleum.

L'asciugamano con la quale Mathias si è asciugato è adagiato sul marmo.

Mi avvicino e sono tentata di inspirare la sua fragranza.

Il panno è permeato del suo odore dolce e aromatico. Lo strofino sulla mia guancia e prendo consapevolezza che le parole della vocina malefica non sono poi così errate.

Non riesco ad accettare l'idea di restare un solo giorno senza di lui, è come se fossimo due continenti sul punto di unirsi. 

Mi vesto in pochissimi minuti e sistemo il bagno alla bell'e meglio. Mi reco nella mia stanza e la mamma si è presa la briga di poggiare la scatola del mio nuovo smartphone sulla scrivania. 

Come un lampo, mi ritornano alla mente le parole della nonna e continuo a scervellarmi sull'ultima istruzione che mi ha dato riguardante una cassetta di sicurezza; ha aggiunto che dovrò recarmi nel posto da lei detto solo quando avrà terminato il liceo. Manterrò la promessa. 

«Credo che la Terra stia diventando un luogo sempre più inospitale.» La mamma si piazza con le mani conserte appoggiandosi alla porta. Ha un'aria abbattuta e stanca come dimostrano le sue vistose occhiaie violacee. 

«Per la nonna, intendi?» Domando girandomi e con un tono smorto. 

«No.» Compie piccoli passetti camminando elegante con le sue ciabatte enormi.

«Alcune ore dopo che ti ho accompagnata qui, io e zia Alessandra, abbiamo ricevuto una chiamata: era nostro fratello che ci ha avvisate del suo arrivo dalla Svezia. Una volta arrivato, Orlando ha dato un rapido sguardo alla nonna e poi, con i suoi brutti occhi porcini, ci ha domandato quando avevamo intenzione di recarci dal notaio. Ma... Beh... Mi si è annebbiata la vista e l'ho cacciato dal reparto. Lui ha protestato, ma quando si è unita anche zia Alessandra nel coro del "Fai schifo", lui si è visto costretto ad abbandonare il reparto.» Il volto della mamma è emaciato e distrutto.

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora